Vita di città
"Quella meteora a destra": Fondazione Paparella a Bari presenta oggi il libro di Carmelo Briguglio
Incontro alle ore 18.00 nella Biblioteca della Fondazione in Via Piccinni
Bari - venerdì 17 gennaio 2025
Comunicato Stampa
Per la rassegna Incontri d'Autore la Fondazione Tatarella venerdì 17 gennaio 2025 alle ore 18.00 nella Biblioteca della Fondazione (Bari, Via Piccinni n.97) presenta il libro "Quella meteora a destra. Fini contro Fini: il caso Futuro e libertà al tempo di Giorgia Meloni" (Casa editrice Kimerik) di Carmelo Briguglio, giornalista e più volte parlamentare della destra italiana.
Introdotti da Fabrizio Tatarella, Vicepresidente vicario della Fondazione Tatarella, con l'autore dialogheranno Dario Iaia, deputato di Fratelli d'Italia, Ignazio Zullo, senatore di Fratelli d'Italia e Vito Leccese, Sindaco di Bari, moderati dal giornalista di Telenorba Francesco Iato.
Era tutto troppo precoce in quegli anni? Era troppo presto? Può darsi. C'era ancora Berlusconi vivo e strapotente. Il conservatorismo di Fini fu fagocitato dai suoi stessi errori, sì, ma fu anche triturato senza difficoltà dai mezzi politici e materiali del Cavaliere. Ci sono personaggi il cui grande vanto consiste nell'espressione "lo l'avevo detto prima", come se in politica dire le cose prima non fosse altrettanto sbagliato che dirle dopo. Perché bisogna dirle al momento giusto, le cose.
E non in anticipo, né in ritardo. Questione anche di fortuna, se vogliamo. A comandare oggi in Italia è una giovane donna postmissina che sembra voler creare una destra conservatrice e moderata. Giorgia Meloni, al contrario di Gianfranco Fini, ha uno spazio concreto per costruire un partito conservatore moderno. E anche di questo ragiona in fondo Briguglio, a riprova che nessuna storia finisce davvero, né è fine (anzi Fini) a sé stessa." (Dalla prefazione di Salvatore Merlo).
Carmelo Briguglio
Siciliano di mare e di sangue, nato nell'anno della rivolta di Budapest, è stato deputato della Repubblica per tre legislature e, in precedenza, per due mandati all'Assemblea regionale siciliana. A Montecitorio, è stato componente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti (COPASIR) e della delegazione italiana all'Assemblea parlamentare della NATO. Formatosi al quotidiano Roma, giornalista professionista dal 1993, ha curato la comunicazione di enti pubblici e ha lavorato presso la Presidenza del Consiglio, come capo ufficio stampa del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare. Firma da anni analisi e commenti per il Secolo d'Italia. Ama Dostoevskji, Buzzati, Sciascia e Dürrenmatt, l'arte contemporanea, soprattutto l'avanguardia materica di Alberto Burri e l'ironia dissacrante di Enrico Baj, insieme all'Opera, ai teatri antichi, al cinema d'autore. Vive tra la Madunina, il Cupolone e lo Stretto.
Introdotti da Fabrizio Tatarella, Vicepresidente vicario della Fondazione Tatarella, con l'autore dialogheranno Dario Iaia, deputato di Fratelli d'Italia, Ignazio Zullo, senatore di Fratelli d'Italia e Vito Leccese, Sindaco di Bari, moderati dal giornalista di Telenorba Francesco Iato.
Era tutto troppo precoce in quegli anni? Era troppo presto? Può darsi. C'era ancora Berlusconi vivo e strapotente. Il conservatorismo di Fini fu fagocitato dai suoi stessi errori, sì, ma fu anche triturato senza difficoltà dai mezzi politici e materiali del Cavaliere. Ci sono personaggi il cui grande vanto consiste nell'espressione "lo l'avevo detto prima", come se in politica dire le cose prima non fosse altrettanto sbagliato che dirle dopo. Perché bisogna dirle al momento giusto, le cose.
E non in anticipo, né in ritardo. Questione anche di fortuna, se vogliamo. A comandare oggi in Italia è una giovane donna postmissina che sembra voler creare una destra conservatrice e moderata. Giorgia Meloni, al contrario di Gianfranco Fini, ha uno spazio concreto per costruire un partito conservatore moderno. E anche di questo ragiona in fondo Briguglio, a riprova che nessuna storia finisce davvero, né è fine (anzi Fini) a sé stessa." (Dalla prefazione di Salvatore Merlo).
Carmelo Briguglio
Siciliano di mare e di sangue, nato nell'anno della rivolta di Budapest, è stato deputato della Repubblica per tre legislature e, in precedenza, per due mandati all'Assemblea regionale siciliana. A Montecitorio, è stato componente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti (COPASIR) e della delegazione italiana all'Assemblea parlamentare della NATO. Formatosi al quotidiano Roma, giornalista professionista dal 1993, ha curato la comunicazione di enti pubblici e ha lavorato presso la Presidenza del Consiglio, come capo ufficio stampa del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare. Firma da anni analisi e commenti per il Secolo d'Italia. Ama Dostoevskji, Buzzati, Sciascia e Dürrenmatt, l'arte contemporanea, soprattutto l'avanguardia materica di Alberto Burri e l'ironia dissacrante di Enrico Baj, insieme all'Opera, ai teatri antichi, al cinema d'autore. Vive tra la Madunina, il Cupolone e lo Stretto.