Cronaca
Racket ai danni dei coltivatori in provincia di Bari, devastati i tendoni dell'uva da tavola
Nuovi episodi fra Conversano, Casamassima, Adelfia e Cassano. Loizzo: «Campagne non possono rimanere terra di nessuno»
Bari - giovedì 22 agosto 2019
18.56
Continua l'odioso fenomeno del racket ai danni degli imprenditori agricoli in provincia di Bari. Ancora diversi episodi di danneggiamento ai tendoni sotto cui viene raccolta l'uva da tavola, stavolta nelle campagne tra Casamassima e Conversano e tra Adelfia e Cassano delle Murge.
«Il racket ai danni dei coltivatori è l'ennesima calamità che si aggiunge a quelle che affliggono la nostra agricoltura ed è un fenomeno da affrontare con ogni mezzo - scrive il presidente del Consiglio regionale Mario Loizzo. Da tempo il mondo agricolo è sottoposto ad una pressione inaccettabile da parte della criminalità organizzata e non, con furti di attrezzi agricoli, sottrazione della produzione, estorsioni e danni agli impianti, come si vede nelle ultime vicende dei tendoni. Non si può continuare a lasciare le nostre campagne come terra di nessuno, senza controlli e protezione. Occorre un'azione coordinata degli organi di polizia, attraverso le Prefetture, per tentare di arginare, prevenire e dove necessario colpire i criminali».
«Se ci sono difficoltà di organico delle forze dell'ordine nel contrastare un fenomeno tanto diffuso in territori oggettivamente estesi, occorre forse penare a rafforzare i vecchi consorzi di vigilanza campestre, anche attraverso il mondo professionale e le rappresentanze di categoria agricole, cercando forme possibili di finanziamento e incentivazione regionali», conclude Loizzo.
«Il racket ai danni dei coltivatori è l'ennesima calamità che si aggiunge a quelle che affliggono la nostra agricoltura ed è un fenomeno da affrontare con ogni mezzo - scrive il presidente del Consiglio regionale Mario Loizzo. Da tempo il mondo agricolo è sottoposto ad una pressione inaccettabile da parte della criminalità organizzata e non, con furti di attrezzi agricoli, sottrazione della produzione, estorsioni e danni agli impianti, come si vede nelle ultime vicende dei tendoni. Non si può continuare a lasciare le nostre campagne come terra di nessuno, senza controlli e protezione. Occorre un'azione coordinata degli organi di polizia, attraverso le Prefetture, per tentare di arginare, prevenire e dove necessario colpire i criminali».
«Se ci sono difficoltà di organico delle forze dell'ordine nel contrastare un fenomeno tanto diffuso in territori oggettivamente estesi, occorre forse penare a rafforzare i vecchi consorzi di vigilanza campestre, anche attraverso il mondo professionale e le rappresentanze di categoria agricole, cercando forme possibili di finanziamento e incentivazione regionali», conclude Loizzo.