Cronaca
Rapinò due volte un bar a Torre a Mare, arrestata 23enne
La giovane, insieme ad alcuni complici, si è resa responsabile di due colpi effettuati nell'ottobre 2016
Bari - mercoledì 7 marzo 2018
11.39 Comunicato Stampa
Sarebbe responsabile di due rapine ai danni del bar di un'area di servizio a Torre a Mare. Per questo la Polizia di Stato ha arrestato, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dalla sezione Riesame del Tribunale di Bari, una 23enne di Gioia del Colle, Clarissa Serraglio, con l'accusa di rapina aggravata in concorso.
Il provvedimento cautelare è scaturito delle indagini, condotte dalla Sezione Contrasto al Crimine Diffuso della Squadra Mobile, che portarono ad agosto dello scorso anno all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 8 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine a mano armata, rapina aggravata e ricettazione, con l'aggravante della continuazione.
In occasione delle indagini, supportate da un attenta analisi dei filmati acquisiti a seguito delle rapine, da servizi di osservazione e pedinamento e dalle dichiarazioni di taluni indagati, furono raccolti concreti elementi di responsabilità in ordine alla consumazione di 69 rapine a mano armata, commesse in danno di supermercati, tabaccherie, farmacie, distributori di carburanti ed altre attività commerciali ubicate a Bari e nei comuni limitrofi, commesse a partire dal mese di ottobre 2015 e per tutto l'anno 2016.
La Serraglio è ritenuta responsabile della consumazione, anche con modalità violente, di due delle 69 rapine, nello specifico quelle commesse il 25 ed il 30 ottobre 2016, ai danni del bar di un'area di servizio di Torre a Mare.
In entrambe le occasioni la donna, assieme a Gismundo Nicola di 27 anni, effettuò un sopralluogo e diede il via libera ad altri due complici per l'esecuzione materiale delle rapine; come si evince anche dalle immagini registrate dal circuito di videosorveglianza, la donna rivestì la funzione di "palo".
Poco prima della rapina del 30 ottobre la Serraglio e Gismundo si presentarono nel bar e, con la scusa di consumare un caffè, chiesero al cassiere notizie sulla precedente rapina, cercando di ottenere notizie in merito alle indagini ed all'eventuale identificazione degli autori.
Il provvedimento cautelare è scaturito delle indagini, condotte dalla Sezione Contrasto al Crimine Diffuso della Squadra Mobile, che portarono ad agosto dello scorso anno all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 8 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine a mano armata, rapina aggravata e ricettazione, con l'aggravante della continuazione.
In occasione delle indagini, supportate da un attenta analisi dei filmati acquisiti a seguito delle rapine, da servizi di osservazione e pedinamento e dalle dichiarazioni di taluni indagati, furono raccolti concreti elementi di responsabilità in ordine alla consumazione di 69 rapine a mano armata, commesse in danno di supermercati, tabaccherie, farmacie, distributori di carburanti ed altre attività commerciali ubicate a Bari e nei comuni limitrofi, commesse a partire dal mese di ottobre 2015 e per tutto l'anno 2016.
La Serraglio è ritenuta responsabile della consumazione, anche con modalità violente, di due delle 69 rapine, nello specifico quelle commesse il 25 ed il 30 ottobre 2016, ai danni del bar di un'area di servizio di Torre a Mare.
In entrambe le occasioni la donna, assieme a Gismundo Nicola di 27 anni, effettuò un sopralluogo e diede il via libera ad altri due complici per l'esecuzione materiale delle rapine; come si evince anche dalle immagini registrate dal circuito di videosorveglianza, la donna rivestì la funzione di "palo".
Poco prima della rapina del 30 ottobre la Serraglio e Gismundo si presentarono nel bar e, con la scusa di consumare un caffè, chiesero al cassiere notizie sulla precedente rapina, cercando di ottenere notizie in merito alle indagini ed all'eventuale identificazione degli autori.