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Rapporto Ecosistema Urbano 2018 di Legambiente, Bari scivola all'ottantesimo posto

Il dossier denuncia per la nostra città pochi alberi, eccessiva dispersione d'acqua e ritardi nella raccolta differenziata. Carrieri: «Classifica disastrosa»

Bari finisce nel limbo, più vicina ai bocciati che ai promossi. Questo il verdetto del rapporto Ecosistema Urbano 2018, stilato annualmente da Legambiente e Sole 24 Ore, presentato ieri a Milano. Un dossier che misura la qualità ambientale dei 104 capoluoghi di provincia italiani, e Bari si piazza all'ottantesimo posto di questa particolare classifica, con un tasso pari al 44,84%. La nostra città perde ben cinque posizioni rispetto al 2017, quando si era piazzata settantacinquesima.

I dati, snocciolati dall'organizzazione ambientalista ed elaborati da Ambiente Italia, scattano una fotografia non molto positiva per il capoluogo pugliese, che finisce dietro la lavagna per diversi motivi. A cominciare dal verde pubblico urbano: Bari, secondo Legambiente, conta 0 alberi ogni 100 abitanti (a Brescia ce ne sono 64), e in generale nella nostra città la media è di 8,5 metri quadrati di verde urbano per abitante, contro i 22 metri quadrati/abitante di Torino (modello pressoché inarrivabile per le altre città italiane grazie alla presenza dello sterminato parco del Valentino).

Se il verde pubblico piange, mobilità sostenibile e raccolta differenziata non ridono: Bologna è capofila con i suoi 282 chilometri di piste ciclabili, mentre Bari si piazza "fra color che son sospesi" con 23 chilometri complessivi. Nel Sud Italia la città modello per le isole pedonali è Cosenza (che scala la graduatoria generale fino al quinto posto) con il suo 1,06 metri quadri per abitante; Bari rimane staccata, ma tutto sommato sulla via giusta, con il suo 0,46 metri quadri per abitante.

Negli ultimi anni qualcosa nella nostra città ha iniziato a muoversi più velocemente per quanto riguarda la raccolta differenziata, ma i numeri dei capoluoghi virtuosi ricordano che il percorso che resta da compiere è ancora lungo. Bari si attesta al 36% di raccolta differenziata, lontana da Mantova (che per il secondo anno consecutivo vince lo "scudetto" della città più salubre, con un tasso di qualità ambientale pari al 78,14%), capofila con l'84%. Nella speciale sotto-categoria della raccolta differenziata porta a porta, Bari è lontanissima dal modello di Trieste (che ha fatto arrivare il servizio al 100% dei suoi cittadini), ma il 15% di abitanti interessati nel nostro capoluogo è un dato figlio di un'iniziativa partita solamente negli ultimi anni e che si sta pian piano assestando sul territorio comunale.

Allarmante è, infine, il dato sulla dispersione idrica (Macerata e Monza le città che sprecano di meno): a Bari le reti perdono ben il 51% d'acqua, a fronte - per esempio - dell'11% dissipato da Pordenone.

«Ancora una classifica nazionale disastrosa per Bari», commenta il consigliere comunale di centrodestra Giuseppe Carrieri, il quale parla di «Dati che imporrebbero le immediate dimissioni di sindaco e giunta e che certificano ancora una volta un fallimento totale su tutti i fronti: dal verde urbano, alla raccolta differenziata, alle perdite idriche, al trasporto pubblico, alle isole pedonali. Per finire alle politiche della sosta, dalle quali emerge che città europee come Vienna, Mosca e Madrid hanno ticket orari di 2,20 euro all'ora, praticamente eguali a quelli della città di Bari».
  • Legambiente
  • Giuseppe Carrieri
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