Politica
Referendum, +Europa a Bari per il "no". Scalfarotto: «Taglio parlamentari? Non così»
In via Argiro l'iniziativa in vista della consultazione del 20 e 21 settembre, con il tesoriere Valerio Federico e il deputato di IV Luigi Marattin
Bari - sabato 5 settembre 2020
17.14
Fa tappa a Bari il tour di +Europa per promuovere il "no" al referendum sul taglio dei parlamentari del 20-21 settembre. Oggi in via Argiro il banchetto del partito fondato da Emma Bonino, con il tesoriere Valerio Federico, il deputato di ItaliaViva Luigi Marattin e il candidato presidente della Regione Puglia Ivan Scalfarotto, sostenuto nella sua corsa anche da Azione di Carlo Calenda, oltreché dagli stessi +Europa e ItaliaViva.
«Ridurre il taglio dei parlamentari può essere un obiettivo condivisibile, ma non in questo modo – dice Scalfarotto. Questo è un taglio netto, di un numero a caso (la riforma prevede 400 parlamentari alla Camera e 200 al Senato, rispetto ai 630 e 315 attuali, Ndr), senza nessuna modifica né ai regolamenti parlamentari né al processo legislativo. Tutto resta com'è, solo con meno parlamentari: se in un'organizzazione si taglia un terzo della forza lavoro ma non si cambiano i processi organizzativi, la macchina si inceppa. Il rischio è che il Parlamento lavori peggio; la riduzione dei parlamentari va accompagnata da riforme come l'eliminazione del bicameralismo perfetto. Così sembra un modo per dire agli italiani che il Parlamento non serve a nulla, per screditare le istituzioni repubblicane. Bisognerebbe, invece, chiedere una migliore qualità dei parlamentari. Il Parlamento non è il posto ideale, però teniamocelo caro».
Per Federico di + Europa si deve votare "no" perché «Quando si fa una riforma lo si fa per cambiare qualcosa che non funziona. Il Parlamento ha una serie di disfunzionalità, ma questa riforma non interviene su nessuna di esse. Non interviene, per esempio, sull'abuso della decretazione, sull'abuso del ricorso alla fiducia, lascia Camera e Senato a fare le stesse cose. La riforma porta solo una riduzione della rappresentatività. Ci saranno territori molto vasti, soprattutto non urbani, che non avranno alcun rappresentante; regioni come Basilicata e Abruzzo verranno danneggiate, gli italiani all'estero saranno rappresentati da 12 parlamentari invece che 18. La questione dei costi, poi, è ridicola: uno "starnuto" di Di Maio nel Conte 1 ci portava 2 o 3 miliardi in più da pagare di interesse nel debito pubblico. Questa riforma permetterebbe di risparmiare 1 euro all'anno per cittadino italiano; non svendiamo la democrazia per un caffè».
Marattin fa eco: «Siamo uno dei pochi paesi al mondo ad avere due camere che fanno le stesse cose. È un assetto istituzionale che non funziona più, che nasce tre quarti di secolo fa per un motivo storico: l'Italia non aveva troppa necessità di decidere e usciva da una dittatura. Adesso avere due camere identiche, che fanno lo stesso lavoro, rallenta e fa funzionare male le istituzioni. Vorrei 600 parlamentari in una sola camera; tagliare un po' qui un po' lì e lasciare in piedi due camere significa condannarsi per i prossimi 100 anni ad avere il bicameralismo paritario, vero responsabile del cattivo funzionamento delle nostre istituzioni, assieme alla qualità della classe politica, che potrebbe anche peggiorare col taglio dei parlamentari».
Sulle regionali Scalfarotto aggiunge: «Siamo reduci da 5 anni senza assessore alla Sanità, nessuno ha messo la testa sulla salute dei pugliesi. La stessa giunta per 2 anni non ha avuto assessore all'Agricoltura, ci sono problemi enormi sui fondi europei e il disastro della Xylella. Qualcuno ha gestito la Regione come una proprietà privata, facendo il presidente, l'assessore alla Sanità e all'Agricoltura. Il fatto di avere una giunta completa, con persone che si dedicano 14 ore al giorno a studiare i problemi e ad ascoltare le ragioni di chi vive le situazioni, sarebbe un passo avanti. Siamo in attesa di fondi dall'Europa; se saremo incapaci di spenderli come in passato sarà un disastro. Io dico che il Mes va preso, sono 2 miliardi e mezzo per rafforzare la sanità, ma i miei tre principali concorrenti o dicono di no o tacciono come Emiliano».
Per Marattin, «Quella di Scalfarotto è una bella battaglia, contro tutto e contro tutti, sulla base di quel che crediamo giusto. Indipendentemente dai sondaggi o dal parere della gente, le battaglie più belle sono combattute a viso aperto sulla base di quello che credi veramente e non sulla convenienza. La bella politica parte da qui».
«Ridurre il taglio dei parlamentari può essere un obiettivo condivisibile, ma non in questo modo – dice Scalfarotto. Questo è un taglio netto, di un numero a caso (la riforma prevede 400 parlamentari alla Camera e 200 al Senato, rispetto ai 630 e 315 attuali, Ndr), senza nessuna modifica né ai regolamenti parlamentari né al processo legislativo. Tutto resta com'è, solo con meno parlamentari: se in un'organizzazione si taglia un terzo della forza lavoro ma non si cambiano i processi organizzativi, la macchina si inceppa. Il rischio è che il Parlamento lavori peggio; la riduzione dei parlamentari va accompagnata da riforme come l'eliminazione del bicameralismo perfetto. Così sembra un modo per dire agli italiani che il Parlamento non serve a nulla, per screditare le istituzioni repubblicane. Bisognerebbe, invece, chiedere una migliore qualità dei parlamentari. Il Parlamento non è il posto ideale, però teniamocelo caro».
Per Federico di + Europa si deve votare "no" perché «Quando si fa una riforma lo si fa per cambiare qualcosa che non funziona. Il Parlamento ha una serie di disfunzionalità, ma questa riforma non interviene su nessuna di esse. Non interviene, per esempio, sull'abuso della decretazione, sull'abuso del ricorso alla fiducia, lascia Camera e Senato a fare le stesse cose. La riforma porta solo una riduzione della rappresentatività. Ci saranno territori molto vasti, soprattutto non urbani, che non avranno alcun rappresentante; regioni come Basilicata e Abruzzo verranno danneggiate, gli italiani all'estero saranno rappresentati da 12 parlamentari invece che 18. La questione dei costi, poi, è ridicola: uno "starnuto" di Di Maio nel Conte 1 ci portava 2 o 3 miliardi in più da pagare di interesse nel debito pubblico. Questa riforma permetterebbe di risparmiare 1 euro all'anno per cittadino italiano; non svendiamo la democrazia per un caffè».
Marattin fa eco: «Siamo uno dei pochi paesi al mondo ad avere due camere che fanno le stesse cose. È un assetto istituzionale che non funziona più, che nasce tre quarti di secolo fa per un motivo storico: l'Italia non aveva troppa necessità di decidere e usciva da una dittatura. Adesso avere due camere identiche, che fanno lo stesso lavoro, rallenta e fa funzionare male le istituzioni. Vorrei 600 parlamentari in una sola camera; tagliare un po' qui un po' lì e lasciare in piedi due camere significa condannarsi per i prossimi 100 anni ad avere il bicameralismo paritario, vero responsabile del cattivo funzionamento delle nostre istituzioni, assieme alla qualità della classe politica, che potrebbe anche peggiorare col taglio dei parlamentari».
Regionali, Scalfarotto: «Con me una giunta al completo»
Sulle regionali Scalfarotto aggiunge: «Siamo reduci da 5 anni senza assessore alla Sanità, nessuno ha messo la testa sulla salute dei pugliesi. La stessa giunta per 2 anni non ha avuto assessore all'Agricoltura, ci sono problemi enormi sui fondi europei e il disastro della Xylella. Qualcuno ha gestito la Regione come una proprietà privata, facendo il presidente, l'assessore alla Sanità e all'Agricoltura. Il fatto di avere una giunta completa, con persone che si dedicano 14 ore al giorno a studiare i problemi e ad ascoltare le ragioni di chi vive le situazioni, sarebbe un passo avanti. Siamo in attesa di fondi dall'Europa; se saremo incapaci di spenderli come in passato sarà un disastro. Io dico che il Mes va preso, sono 2 miliardi e mezzo per rafforzare la sanità, ma i miei tre principali concorrenti o dicono di no o tacciono come Emiliano».
Per Marattin, «Quella di Scalfarotto è una bella battaglia, contro tutto e contro tutti, sulla base di quel che crediamo giusto. Indipendentemente dai sondaggi o dal parere della gente, le battaglie più belle sono combattute a viso aperto sulla base di quello che credi veramente e non sulla convenienza. La bella politica parte da qui».