Territorio
Giardino di via Manzari a Ceglie ancora nel limbo, serviranno una variante e nuovi fondi?
Questa mattina il sopralluogo dell'assessore Galasso. Entro tre settimane partiranno altri scavi sul luogo del ritrovamento dei reperti archeologici
Bari - mercoledì 12 giugno 2019
14.06
Dal cantiere per la realizzazione del giardino in via Manzari spuntano sepolture a fossa, databili tra il V e il III sec. a.C. Ceglie del Campo, quartiere a sud-est di Bari, si conferma miniera ricca di reperti archeologici, risalenti ai primi insediamenti umani sul territorio della attuale Bari. Dopo il ritrovamento delle antichissime tombe a febbraio, lo scorso 7 giugno dal cantiere di piazza Diaz sono venute fuori due statue anch'esse di grande valore archeologico.
Un prezioso "pozzo" da cui attingere per riscoprire la storia antica di Bari, ma che dall'altra parte mette un freno ai tanti cantieri aperti per la riqualificazione della ex frazione. Questa mattina l'assessore Galasso si è recato in via Manzari, lì dove era in corso la realizzazione di un giardino, accompagnato da Francesca Radina, funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, dalla presidente neoletta del Municipio IV Grazia Albergo e dall'attuale presidente Nicola Acquaviva, per valutare le modalità di ripresa dei lavori interrotti a febbraio dopo i ritrovamenti. Non è da escludere, infatti, il caso che la presenza di reperti archeologici comporti l'allungamento dei tempi: «L'attività di scavo, estesa su tutta l'area interessata dall'intervento, consentirà di avere contezza dell'entità e del valore storico del ritrovamento nonché di appurare se nel sito siano presenti ulteriori sepolture - si legge nella nota diramata questa mattina dal Comune di Bari. Inoltre, fornirà indicazioni che permetteranno di rimodulare il progetto originario - che prevede un'area ludica, delle sedute, dei camminamenti e nuove piantumazioni - in modo che l'area verde a realizzarsi possa essere testimonianza dell'importanza dei ritrovamenti».
D'altra parte, non si può nemmeno escludere l'impiego di risorse ulteriori per condurre in porto il lavori. Galasso spiega: «Ad ogni scavo il territorio di Ceglie ci restituisce concretamente il senso della storia che l'ha attraversata nei secoli e che è giusto valorizzare anche in chiave di conoscenza identitaria. Tecnicamente stimiamo di poter riprendere i lavori entro tre settimane, tempo necessario ai tecnici per predisporre le varianti che tengano conto delle nuove lavorazioni che dovremo effettuare. Queste modifiche non comportano allo stato nessun costo aggiuntivo, perché ci avvarremo delle possibilità previste dalla legge in caso di rinvenimenti archeologici in corso d'opera, utilizzando le somme stanziate nell'appalto».
Secondo Galasso, però, è altrettanto «Verosimile ipotizzare che la versione aggiornata del progetto del giardino, che recepirà le indicazioni della Soprintendenza, possa necessitare di risorse aggiuntive che avremo modo di individuare e stanziare con tutta l'urgenza e priorità che il caso richiede».
Una situazione difficile da valutare, in relazione alle perizie di variante del progetto su un'area di interesse archeologico, e ai fondi aggiuntivi da impiegare per portare a termine i lavori prestabiliti. Dal Comune di Bari assicurano che a breve il «Cantiere riprenderà con l'asportazione di tutto lo strato di terreno vegetale (circa 1 mt 1,20 mt) presente nell'area fino a raggiungere la sommità del banco roccioso nel quale sono state scavate le tombe venute alla luce nel corso dei lavori, una delle quali intatta e completa dell'intero corredo funerario».
Un prezioso "pozzo" da cui attingere per riscoprire la storia antica di Bari, ma che dall'altra parte mette un freno ai tanti cantieri aperti per la riqualificazione della ex frazione. Questa mattina l'assessore Galasso si è recato in via Manzari, lì dove era in corso la realizzazione di un giardino, accompagnato da Francesca Radina, funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, dalla presidente neoletta del Municipio IV Grazia Albergo e dall'attuale presidente Nicola Acquaviva, per valutare le modalità di ripresa dei lavori interrotti a febbraio dopo i ritrovamenti. Non è da escludere, infatti, il caso che la presenza di reperti archeologici comporti l'allungamento dei tempi: «L'attività di scavo, estesa su tutta l'area interessata dall'intervento, consentirà di avere contezza dell'entità e del valore storico del ritrovamento nonché di appurare se nel sito siano presenti ulteriori sepolture - si legge nella nota diramata questa mattina dal Comune di Bari. Inoltre, fornirà indicazioni che permetteranno di rimodulare il progetto originario - che prevede un'area ludica, delle sedute, dei camminamenti e nuove piantumazioni - in modo che l'area verde a realizzarsi possa essere testimonianza dell'importanza dei ritrovamenti».
D'altra parte, non si può nemmeno escludere l'impiego di risorse ulteriori per condurre in porto il lavori. Galasso spiega: «Ad ogni scavo il territorio di Ceglie ci restituisce concretamente il senso della storia che l'ha attraversata nei secoli e che è giusto valorizzare anche in chiave di conoscenza identitaria. Tecnicamente stimiamo di poter riprendere i lavori entro tre settimane, tempo necessario ai tecnici per predisporre le varianti che tengano conto delle nuove lavorazioni che dovremo effettuare. Queste modifiche non comportano allo stato nessun costo aggiuntivo, perché ci avvarremo delle possibilità previste dalla legge in caso di rinvenimenti archeologici in corso d'opera, utilizzando le somme stanziate nell'appalto».
Secondo Galasso, però, è altrettanto «Verosimile ipotizzare che la versione aggiornata del progetto del giardino, che recepirà le indicazioni della Soprintendenza, possa necessitare di risorse aggiuntive che avremo modo di individuare e stanziare con tutta l'urgenza e priorità che il caso richiede».
Una situazione difficile da valutare, in relazione alle perizie di variante del progetto su un'area di interesse archeologico, e ai fondi aggiuntivi da impiegare per portare a termine i lavori prestabiliti. Dal Comune di Bari assicurano che a breve il «Cantiere riprenderà con l'asportazione di tutto lo strato di terreno vegetale (circa 1 mt 1,20 mt) presente nell'area fino a raggiungere la sommità del banco roccioso nel quale sono state scavate le tombe venute alla luce nel corso dei lavori, una delle quali intatta e completa dell'intero corredo funerario».