Cronaca
Riaperto il caso Straccia, il giovane trovato morto nel mare di Bari
Il giudice ha accolto l'istanza del legale della famiglia, il papà: «So che la verità verrà alla luce»
Bari - martedì 5 marzo 2019
16.43
Era il 7 gennaio 2012 quando le acque del mare di Bari restituirono il cadavere del giovane Roberto Straccia, studente di Moresco nelle Marche, scomparso il 14 dicembre 2011 da Pescara. E da allora la famiglia del ragazzo non si è data per vinta e non ha mai accettato la tesi del suicidio. Oggi, dopo quasi 7 anni e mezzo dalla morte, e 5 dalla prima archiviazione, il gip del tribunale di Pescara ha accolto l'istanza del legale della famiglia Straccia.
«La faccia stanca ma serena di Mario vale più di mille parole - scrivono dall'associazione "In Cammino Con Roberto Straccia" - oggi è stata una giornata intensa per la famiglia Straccia e tutti gli amici di Roberto. Solo poche ore fa il gip Bongrazio del Tribunale di Pescara dava una notizia importantissima a Mario e all' Avv. Mecchi che ha seguito l'iter processuale: la riapertura del caso. Si ricominceranno le indagini, si cercherà di capire la Verità. L'unica cosa che ci interessa. Non c'è odio o rancore, solo voglia di sapere cosa sia successo quel maledetto 14 dicembre 2011. Noi continueremo a fare del bene nel nome di Roberto, alle istituzioni chiediamo solo di fare altrettanto e darci le tanto agognate risposte che da anni aspettiamo».
«Non si può lottare per anni e anni nella sola speranza di vedersi riconosciuto un diritto, quello alla verità - dice con un filo di voce Mario Straccia - A me non doveva servire un avvocato perché la giustizia doveva da sola darmi le risposte che cerco dal 2011. Credo in Dio e so che la verità verrà alla luce, chiedo solo che stavolta arrivino risposte semplici. In me nessuna rabbia, ma tanta tanta amarezza».
«La faccia stanca ma serena di Mario vale più di mille parole - scrivono dall'associazione "In Cammino Con Roberto Straccia" - oggi è stata una giornata intensa per la famiglia Straccia e tutti gli amici di Roberto. Solo poche ore fa il gip Bongrazio del Tribunale di Pescara dava una notizia importantissima a Mario e all' Avv. Mecchi che ha seguito l'iter processuale: la riapertura del caso. Si ricominceranno le indagini, si cercherà di capire la Verità. L'unica cosa che ci interessa. Non c'è odio o rancore, solo voglia di sapere cosa sia successo quel maledetto 14 dicembre 2011. Noi continueremo a fare del bene nel nome di Roberto, alle istituzioni chiediamo solo di fare altrettanto e darci le tanto agognate risposte che da anni aspettiamo».
«Non si può lottare per anni e anni nella sola speranza di vedersi riconosciuto un diritto, quello alla verità - dice con un filo di voce Mario Straccia - A me non doveva servire un avvocato perché la giustizia doveva da sola darmi le risposte che cerco dal 2011. Credo in Dio e so che la verità verrà alla luce, chiedo solo che stavolta arrivino risposte semplici. In me nessuna rabbia, ma tanta tanta amarezza».