Attualità
Riapre il museo diocesano, da maggio nuovo allestimento e percorso multimediale
Il 4 marzo anteprima alla stampa con il festival dell'exultet. Satriano: «Percorsi forte e significativo per i giovani del territorio»
Bari - lunedì 26 febbraio 2024
19.38
Riapre al pubblico il museo diocesano. Dopo anni di chiusura, la struttura torna ad essere fruibile da marzo dopo i lavori realizzati dalla diocesi grazie ad un finanziamento pari a circa un milione di euro della Regione Puglia.
Sarà a disposizione un nuovo allestimento ed un percorso multimediale, che garantiranno a tutti di fruire al meglio del museo e di ammirare e comprendere le opere al suo interno. Previsto anche, grazie alla collaborazione con la cooperativa leccese Artwork un lavoro coordinato insieme ai tour operator per convogliare al meglio i turisti, evitando visite durante le cerimonie religiose.
«Il museo è un bene che racconta la storia, non solo di una chiesa ma anche di una città, che è cresciuta anche intorno al mondo ecclesiale – ha dichiarato l'arcivescovo della Diocesi di Bari – Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano -. La riapertura, con questo ammodernamento della lettura della consultazione degli exultet diventa un modo per rilanciare il museo, grazie ad una interazione che vivremo con la realtà di Artwork, con la quale stiamo coniugando uno stile tutto nostro, tutto barese, per rivalutare e rilanciare attrattori che ci sembrano significativi: la cattedrale di Bari, il museo diocesano - che ha due sezioni, una a Bari e una a Bitonto - e la concattedrale di Bitonto, che nel panorama delle cattedrali romaniche è quella che conserva lo stile più puro e più bello».
Gli exultet rappresentano una narrazione, attraverso immagini e parole, e sono in qualche modo i primi "audiovisivi della storia" «che hanno permesso alla cultura cristiana del tempo di essere veicolata e trasmessa ai fedeli».
«Era un modo – ha spiegato Satriano - per accompagnare l'evento centrale della vita cristiana che era la Pasqua, attraverso il canto dell'exultet, con il quale tanta gente ha radicato la propria la propria fede, il proprio cammino, il proprio cammino di fede». L'arcivescovo considera questo nuovo percorso «forte e significativo per i giovani del nostro territorio, per le persone che si sono qualificate e che potranno essere il volano con cui rimettere al centro una storia e un bene di carattere non solo diocesano, ma pugliese».
Sarà a disposizione un nuovo allestimento ed un percorso multimediale, che garantiranno a tutti di fruire al meglio del museo e di ammirare e comprendere le opere al suo interno. Previsto anche, grazie alla collaborazione con la cooperativa leccese Artwork un lavoro coordinato insieme ai tour operator per convogliare al meglio i turisti, evitando visite durante le cerimonie religiose.
«Il museo è un bene che racconta la storia, non solo di una chiesa ma anche di una città, che è cresciuta anche intorno al mondo ecclesiale – ha dichiarato l'arcivescovo della Diocesi di Bari – Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano -. La riapertura, con questo ammodernamento della lettura della consultazione degli exultet diventa un modo per rilanciare il museo, grazie ad una interazione che vivremo con la realtà di Artwork, con la quale stiamo coniugando uno stile tutto nostro, tutto barese, per rivalutare e rilanciare attrattori che ci sembrano significativi: la cattedrale di Bari, il museo diocesano - che ha due sezioni, una a Bari e una a Bitonto - e la concattedrale di Bitonto, che nel panorama delle cattedrali romaniche è quella che conserva lo stile più puro e più bello».
Gli exultet rappresentano una narrazione, attraverso immagini e parole, e sono in qualche modo i primi "audiovisivi della storia" «che hanno permesso alla cultura cristiana del tempo di essere veicolata e trasmessa ai fedeli».
«Era un modo – ha spiegato Satriano - per accompagnare l'evento centrale della vita cristiana che era la Pasqua, attraverso il canto dell'exultet, con il quale tanta gente ha radicato la propria la propria fede, il proprio cammino, il proprio cammino di fede». L'arcivescovo considera questo nuovo percorso «forte e significativo per i giovani del nostro territorio, per le persone che si sono qualificate e che potranno essere il volano con cui rimettere al centro una storia e un bene di carattere non solo diocesano, ma pugliese».