Attualità
Riaprono le palestre, in Puglia aumenta il consumo di pesce per rimettersi in forma
Coldiretti però avverte di stare attenti ai pesci spacciati per nostrani senza esserlo
Puglia - lunedì 24 maggio 2021
12.40 Comunicato Stampa
Con l'arrivo della stagione estiva cambia il menù dei pugliesi che ricercano piatti light, con l'aumento del 30% del consumo di pesce, per rimettersi in forma dopo un anno segnato dal Covid che ha imposto un cambiamento radicale delle abitudini di vita e di consumo con un effetto anche sulla bilancia e ha costretto a rinunciare all'attività sportiva e rimanere più tempo in casa, anche a cucinare.
"Il consumo di pesce azzurro come alici, sarde, sgombri e di triglie, orate e branzini impatta direttamente sulla salute, perché hanno importanti caratteristiche nutrizionali, essendo ricchi in assoluto per contenuto di Omega3, proteggono il cuore, sostengono il metabolismo, combattono l'invecchiamento e aiutano a dormire meglio, con benefici effetti sulla linea", denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
In Puglia paradossalmente i consumi di pesce sono tra i più bassi d'Italia, nonostante sia una regione con 800 chilometri di costa e una tradizione marinara molto forte. Solo il 56,6% dei pugliesi consuma pesce almeno una volta alla settimana, al 14esimo posto della classifica nazionale, ne mangiano meno di campani, marchigiani, lucani, umbri, abruzzesi, toscani, valdostani e liguri. Il consumo di pesce è consigliato a tutte le età e nelle diverse fasi della vita, dall'infanzia, all'adolescenza, all'età adulta, alla gravidanza e menopausa, fino alla terza età, al punto che molte raccomandazioni internazionali e nazionali ne consigliano il consumo almeno 2 volte a settimana.
Il lockdown dei mesi scorsi ha favorito il consumo di prodotto surgelato, che in 9 casi su 10 arriva dall'estero, con il rischio di ritrovarsi prodotto straniero nel piatto per grigliate, zuppe e fritture, soprattutto al ristorante dove il pescato viene servito già preparato, se non si tratta di quello fresco Made in Italy. Tra i trucchi nel piatto più diffusi in Italia ci sono il polpo del Vietnam spacciato per nostrano, lo squalo smeriglio venduto come pesce spada, il pesce ghiaccio al posto del bianchetto, il pagro invece del dentice rosa o le vongole turche e i gamberetti targati Cina, Argentina o Vietnam, dove peraltro è permesso un trattamento con antibiotici che in Europa sono vietatissimi in quanto pericolosi per la salute.
Un rischio confermato dai dati del Rassf, il sistema europeo di allerta rapido che nel 2020 ha segnalato istamina in sgombro occhione (Scomber japonicus) congelato, dalla Cina, attraverso i Paesi Bassi; Listeria monocytogenes in mazzancolle tropicali (Litopenaeus vannamei) cotte e refrigerate importate dalla Spagna, con materie prime del Venezuela; mercurio in filetti di pesce spada (Xiphias gladius), congelati, dalla Spagna; Listeria monocytogenes in salmone affumicato e affettato, refrigerato, dalla Polonia. Nella black list troviamo anche contenuto troppo elevato di solfiti in scampi (Nephrops norvegicus) congelati, dall'Irlanda; cadmio in calamaro atlantico (Illex illecebrosus) refrigerato, dalla Spagna; contenuto troppo elevato di solfiti in scampi (Nephrops norvegicus) dall'Irlanda.
"Per non cadere in inganni pericolosi per la salute occorre garantire la trasparenza dell'informazione ai consumatori dal mare alla tavola estendendo l'obbligo dell'indicazione di origine anche ai menu dei ristoranti con una vera e propria 'carta del pesce'. Passi in avanti sono stati fatti sull'etichettatura nei banchi di vendita, ma devono ora essere accompagnati anche dall'indicazione della data in cui il prodotto è stato pescato", conclude Muraglia.
Di assoluto rilievo i numeri del settore in Puglia, segnala la Coliretti regionale, il cui valore economico è pari all'1% del PIL pugliese e arriva fino al 3,5% se si considera l'intero indotto, conta 1500 imbarcazioni, 5000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura. Le aree vocate sono prioritariamente Manfredonia, Molfetta, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi.
Il consiglio di Coldiretti Impresapesca è di verificare sul bancone l'etichetta, che per legge deve prevedere l'area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Per quanto riguarda il pesce congelato c'è l'obbligo di indicare la data di congelamento e nel caso di prodotti ittici congelati prima della vendita e successivamente venduti decongelati, la denominazione dell'alimento è accompagnata dalla designazione "decongelato".
"Il consumo di pesce azzurro come alici, sarde, sgombri e di triglie, orate e branzini impatta direttamente sulla salute, perché hanno importanti caratteristiche nutrizionali, essendo ricchi in assoluto per contenuto di Omega3, proteggono il cuore, sostengono il metabolismo, combattono l'invecchiamento e aiutano a dormire meglio, con benefici effetti sulla linea", denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
In Puglia paradossalmente i consumi di pesce sono tra i più bassi d'Italia, nonostante sia una regione con 800 chilometri di costa e una tradizione marinara molto forte. Solo il 56,6% dei pugliesi consuma pesce almeno una volta alla settimana, al 14esimo posto della classifica nazionale, ne mangiano meno di campani, marchigiani, lucani, umbri, abruzzesi, toscani, valdostani e liguri. Il consumo di pesce è consigliato a tutte le età e nelle diverse fasi della vita, dall'infanzia, all'adolescenza, all'età adulta, alla gravidanza e menopausa, fino alla terza età, al punto che molte raccomandazioni internazionali e nazionali ne consigliano il consumo almeno 2 volte a settimana.
Il lockdown dei mesi scorsi ha favorito il consumo di prodotto surgelato, che in 9 casi su 10 arriva dall'estero, con il rischio di ritrovarsi prodotto straniero nel piatto per grigliate, zuppe e fritture, soprattutto al ristorante dove il pescato viene servito già preparato, se non si tratta di quello fresco Made in Italy. Tra i trucchi nel piatto più diffusi in Italia ci sono il polpo del Vietnam spacciato per nostrano, lo squalo smeriglio venduto come pesce spada, il pesce ghiaccio al posto del bianchetto, il pagro invece del dentice rosa o le vongole turche e i gamberetti targati Cina, Argentina o Vietnam, dove peraltro è permesso un trattamento con antibiotici che in Europa sono vietatissimi in quanto pericolosi per la salute.
Un rischio confermato dai dati del Rassf, il sistema europeo di allerta rapido che nel 2020 ha segnalato istamina in sgombro occhione (Scomber japonicus) congelato, dalla Cina, attraverso i Paesi Bassi; Listeria monocytogenes in mazzancolle tropicali (Litopenaeus vannamei) cotte e refrigerate importate dalla Spagna, con materie prime del Venezuela; mercurio in filetti di pesce spada (Xiphias gladius), congelati, dalla Spagna; Listeria monocytogenes in salmone affumicato e affettato, refrigerato, dalla Polonia. Nella black list troviamo anche contenuto troppo elevato di solfiti in scampi (Nephrops norvegicus) congelati, dall'Irlanda; cadmio in calamaro atlantico (Illex illecebrosus) refrigerato, dalla Spagna; contenuto troppo elevato di solfiti in scampi (Nephrops norvegicus) dall'Irlanda.
"Per non cadere in inganni pericolosi per la salute occorre garantire la trasparenza dell'informazione ai consumatori dal mare alla tavola estendendo l'obbligo dell'indicazione di origine anche ai menu dei ristoranti con una vera e propria 'carta del pesce'. Passi in avanti sono stati fatti sull'etichettatura nei banchi di vendita, ma devono ora essere accompagnati anche dall'indicazione della data in cui il prodotto è stato pescato", conclude Muraglia.
Di assoluto rilievo i numeri del settore in Puglia, segnala la Coliretti regionale, il cui valore economico è pari all'1% del PIL pugliese e arriva fino al 3,5% se si considera l'intero indotto, conta 1500 imbarcazioni, 5000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura. Le aree vocate sono prioritariamente Manfredonia, Molfetta, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi.
Il consiglio di Coldiretti Impresapesca è di verificare sul bancone l'etichetta, che per legge deve prevedere l'area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Per quanto riguarda il pesce congelato c'è l'obbligo di indicare la data di congelamento e nel caso di prodotti ittici congelati prima della vendita e successivamente venduti decongelati, la denominazione dell'alimento è accompagnata dalla designazione "decongelato".