Attualità
Rimodulazione Pnrr, Boccardi e Tupputi: «Questo governo sa dove ci sta conducendo?»
A Bari a rischio diversi progetti tra cui il parco della Rinascita e la conclusione del progetto della ex caserma Rossani
Bari - venerdì 18 agosto 2023
10.51 Comunicato Stampa
La rimodulazione del Pnrr porta con sé molti dubbi, soprattutto a Bari, dove a rischio sono due importantissimi progetti come quello per la costruzione del parco della Rinascita alla ex Fibronit e la conclusione del progetto di riqualificazione della ex Caserma Rossani.
«In una estate con poche certezze, fa male leggere il grido d'allarme dei Comuni e delle associazioni dei costruttori circa la rimodulazione del PNRR imposta dal Governo - scrivono in una nota Michele Boccardi, coordinatore regionale del movimento CON, e il capogruppo regionale Giuseppe Tupputi -. In sostanza, senza strategia alcuna, si "fa cassa" sulla pelle del meridione e sui progetti che i Comuni, con fatica e sapienza, stavano portando a compimento. Ciò che non possiamo accettare, da pugliesi, è assistere impotenti al presunto stralcio di due progetti che sono fondanti dell'azione amministrativa di questi ultimi anni: la realizzazione di un parco urbano nella città di Bari, sui suoli una volta occupati dalla Fibronit, fabbrica della morte per intere generazioni, e la decarbonizzazione dell'acciaieria ex Ilva di Taranto».
«Il Governo del Paese vuole la riconversione industriale della Puglia? - aggiungono -. Abbiamo l'occasione storica di completarne una con il Parco della Rinascita a Bari, che è icona del lavoro del Comune degli ultimi venti anni, e di iniziarne un'altra, epocale, a Taranto con la necessaria accelerazione dei processi di produzione dell'acciaio abbandonando il carbone, in una città che vive, come ricorda l'infaticabile Peacelink, nuovi record di picchi di benzene. Come se nulla fosse accaduto. La domanda, a prescindere dalle singole occasioni perse per la rigenerazione urbana, ambientale e sociale, è squisitamente politica: questo governo sa dove ci sta conducendo? La presenza di autorevoli esponenti pugliesi nell'Esecutivo, invece di rassicurare comunità e imprese, si rende complice di una ferita cercata e voluta».
«Non vorremmo assistere, come nel 2009, al "dispetto" della ritardata apertura del teatro Petruzzelli ormai pronto per ragioni elettorali. La nostra comunità reagirebbe, come ha fatto allora», concludono.
«In una estate con poche certezze, fa male leggere il grido d'allarme dei Comuni e delle associazioni dei costruttori circa la rimodulazione del PNRR imposta dal Governo - scrivono in una nota Michele Boccardi, coordinatore regionale del movimento CON, e il capogruppo regionale Giuseppe Tupputi -. In sostanza, senza strategia alcuna, si "fa cassa" sulla pelle del meridione e sui progetti che i Comuni, con fatica e sapienza, stavano portando a compimento. Ciò che non possiamo accettare, da pugliesi, è assistere impotenti al presunto stralcio di due progetti che sono fondanti dell'azione amministrativa di questi ultimi anni: la realizzazione di un parco urbano nella città di Bari, sui suoli una volta occupati dalla Fibronit, fabbrica della morte per intere generazioni, e la decarbonizzazione dell'acciaieria ex Ilva di Taranto».
«Il Governo del Paese vuole la riconversione industriale della Puglia? - aggiungono -. Abbiamo l'occasione storica di completarne una con il Parco della Rinascita a Bari, che è icona del lavoro del Comune degli ultimi venti anni, e di iniziarne un'altra, epocale, a Taranto con la necessaria accelerazione dei processi di produzione dell'acciaio abbandonando il carbone, in una città che vive, come ricorda l'infaticabile Peacelink, nuovi record di picchi di benzene. Come se nulla fosse accaduto. La domanda, a prescindere dalle singole occasioni perse per la rigenerazione urbana, ambientale e sociale, è squisitamente politica: questo governo sa dove ci sta conducendo? La presenza di autorevoli esponenti pugliesi nell'Esecutivo, invece di rassicurare comunità e imprese, si rende complice di una ferita cercata e voluta».
«Non vorremmo assistere, come nel 2009, al "dispetto" della ritardata apertura del teatro Petruzzelli ormai pronto per ragioni elettorali. La nostra comunità reagirebbe, come ha fatto allora», concludono.