Territorio
Riqualificazione piazza Umberto, arriva un altro ricorso. Decaro: «Chi paga sono i cittadini»
Lo sfogo del sindaco: «Fino a che punto il diritto di 'uno' deve tener sospeso il diritto di tutti?»
Bari - mercoledì 16 ottobre 2019
20.08
«Un altro ricorso contro la progettazione per la riqualificazione di piazza Umberto. Lo stesso professionista, dopo aver perso il giudizio in Consiglio di Stato, propone un altro, ennesimo, appello». Lo annuncia sulla propria pagina Facebook il sindaco di Bari Antonio Decaro, in un post che sa di sfogo contro un altro rallentamento nella realizzazione di opere pubbliche.
«Nessuno vuole negare a nessuno il diritto di ricorrere ma è legittimo da parte di una amministrazione e di una città, una volta esaurite le fasi ordinarie dei giudizi, chiedere che chi ha perso consenta al Comune di procedere con la riqualificazione di una delle piazza più importanti e belle di Bari che attende ormai da troppi anni di tornare a splendere come un tempo. Ci chiediamo, fino a che punto il diritto di 'uno' deve tener sospeso il diritto di tutti i cittadini a vedere migliorato uno spazio pubblico?», la domanda retorica di Decaro.
E non è certamente l'unico cantiere bloccato in città dalle controversie legali: «Da diversi mesi per un ricorso di una azienda, sono bloccati anche i lavori per la realizzazione del parco dell'ex Gasometro, cosi come, inauguriamo il Piccinni il prossimo 6 dicembre, con precisamente 537 giorni di ritardo a causa di un contenzioso».
Una situazione comune a tante altre realtà territoriali italiane, secondo il presidente Anci Decaro, che conclude: «Tanti comuni sopportano le conseguenze determinate dai continui ricorsi, ora tra aziende, ora contro le pubbliche amministrazioni e chi alla fine paga sono sempre i cittadini. Senza cancellare il diritto di difendere i propri ruoli e diritti, io credo che ci dovrebbe essere un modo per risarcire le città del tempo perso in giudizi, se si rivelano pretestuosi. Credo che ci dovrebbe essere un modo per poter andare avanti con le opere e i lavori dando alla città intera la possibilità di migliorare e guardare avanti».
«Nessuno vuole negare a nessuno il diritto di ricorrere ma è legittimo da parte di una amministrazione e di una città, una volta esaurite le fasi ordinarie dei giudizi, chiedere che chi ha perso consenta al Comune di procedere con la riqualificazione di una delle piazza più importanti e belle di Bari che attende ormai da troppi anni di tornare a splendere come un tempo. Ci chiediamo, fino a che punto il diritto di 'uno' deve tener sospeso il diritto di tutti i cittadini a vedere migliorato uno spazio pubblico?», la domanda retorica di Decaro.
E non è certamente l'unico cantiere bloccato in città dalle controversie legali: «Da diversi mesi per un ricorso di una azienda, sono bloccati anche i lavori per la realizzazione del parco dell'ex Gasometro, cosi come, inauguriamo il Piccinni il prossimo 6 dicembre, con precisamente 537 giorni di ritardo a causa di un contenzioso».
Una situazione comune a tante altre realtà territoriali italiane, secondo il presidente Anci Decaro, che conclude: «Tanti comuni sopportano le conseguenze determinate dai continui ricorsi, ora tra aziende, ora contro le pubbliche amministrazioni e chi alla fine paga sono sempre i cittadini. Senza cancellare il diritto di difendere i propri ruoli e diritti, io credo che ci dovrebbe essere un modo per risarcire le città del tempo perso in giudizi, se si rivelano pretestuosi. Credo che ci dovrebbe essere un modo per poter andare avanti con le opere e i lavori dando alla città intera la possibilità di migliorare e guardare avanti».