Attualità
Salvatore, quando non ci si accorge che i miracoli esistono ancora
La bella storia di un senza tetto, che trova lavoro dopo aver dormito per settimane davanti a San Ferdinando
Bari - martedì 18 ottobre 2022
È rilassato il tono di Salvatore mentre comunica di aver trovato lavoro. «Ho appena finito di lavorare – esclama contento – è da poco terminata la mia prima giornata lavorativa».
Salvatore, 58 anni, di origine francese, ma con i genitori pugliesi e amante del tacco d'Italia sarà stato incrociato da tantissimi sguardi che hanno percorso il fiume in piena di via Sparano. Eh sì, perché in molti avranno scorto nel fluente caos dell'arteria dello shopping barese un cartoncino con dietro una figura umana alla ricerca di un lavoro.
Elettronica, piastrelle, cartongesso, intonaco, pittura, così si legge su un cartello scritto a mano, sul sagrato della chiesa di San Ferdinando. Tra le tante persone che lo hanno letto, una di certo non è rimasta indifferente.
Una mattina, infatti, squilla il telefono di Salvatore: è un imprenditore serio che vuole dare lui una mano. Così, dopo una telefonata e un accordo trovato, Salvatore rientra "in pista". «Mi sono occupato di un quadro elettrico», – racconta dopo il suo primo giorno di lavoro.
Ma la solidarietà non si ferma certo qui. Tra una notte e l'altra, seduto su una panchina, Salvatore è notato da uno chef che, al termine del suo lavoro quotidiano, porta al suo nuovo amico del cibo caldo, e si ferma per chiacchierare rendendogli la solitudine meno amara.
Un trascorso da dirigente di un'azienda personale, anni nell'esercito francese con una parentesi in Africa, fanno da tasselli nella biografia di Salvatore, che al giorno d'oggi rappresenta un inno alla resilienza.
In un'epoca in cui le bollette sembrano lievitare sempre di più, il lavoro una chimera e la bontà oscurata da esplosioni di missili e bombardamenti, i miracoli, seppur armati di silenzio e senza far rumore, continuano ad esistere
Salvatore, 58 anni, di origine francese, ma con i genitori pugliesi e amante del tacco d'Italia sarà stato incrociato da tantissimi sguardi che hanno percorso il fiume in piena di via Sparano. Eh sì, perché in molti avranno scorto nel fluente caos dell'arteria dello shopping barese un cartoncino con dietro una figura umana alla ricerca di un lavoro.
Elettronica, piastrelle, cartongesso, intonaco, pittura, così si legge su un cartello scritto a mano, sul sagrato della chiesa di San Ferdinando. Tra le tante persone che lo hanno letto, una di certo non è rimasta indifferente.
Una mattina, infatti, squilla il telefono di Salvatore: è un imprenditore serio che vuole dare lui una mano. Così, dopo una telefonata e un accordo trovato, Salvatore rientra "in pista". «Mi sono occupato di un quadro elettrico», – racconta dopo il suo primo giorno di lavoro.
Ma la solidarietà non si ferma certo qui. Tra una notte e l'altra, seduto su una panchina, Salvatore è notato da uno chef che, al termine del suo lavoro quotidiano, porta al suo nuovo amico del cibo caldo, e si ferma per chiacchierare rendendogli la solitudine meno amara.
Un trascorso da dirigente di un'azienda personale, anni nell'esercito francese con una parentesi in Africa, fanno da tasselli nella biografia di Salvatore, che al giorno d'oggi rappresenta un inno alla resilienza.
In un'epoca in cui le bollette sembrano lievitare sempre di più, il lavoro una chimera e la bontà oscurata da esplosioni di missili e bombardamenti, i miracoli, seppur armati di silenzio e senza far rumore, continuano ad esistere