Vita di città
Santo Spirito, la villa confiscata alla mafia diventa un presidio sociale
Lunedì l'inaugurazione. Gli spazi costruiti dal boss Antonello Lazzarotto ospiteranno un progetto di co-housing, un bistrot e un bed & breakfast
Bari - domenica 24 novembre 2019
Villa Artemisia a Santo Spirito è pronta a diventare un posto per tutta la comunità cittadina di Bari, dopo essere stata il quartier generale di affari criminali. «Lunedì con il ministro dell'Interno Lamorgese e il presidente Emiliano inauguriamo la seconda vita di questa villa, che ospiterà un progetto di co-housing per neomaggiorenni fuori famiglia, un bistrot, un bed & breakfast e una serie di spazi aperti dedicati alla cultura», scrive il sindaco di Bari Antonio Decaro.
Villa Artemisia è stata «Il primo e il più grande immobile confiscato a Bari alla criminalità organizzata - continua Decaro. Da questa villa, Antonello Lazzarotto gestiva i suoi traffici con la 'ndrangheta calabrese e tesseva rapporti con le famiglie storiche di mafia locale. Dopo la confisca la Villa è stata affidata alla Cooperativa CAPS che con un lungo e faticoso lavoro di riqualificazione finalmente la restituisce alla comunità».
Adesso villa Artemisia è pronta a diventare luogo per «Un'esperienza di accoglienza, formazione, lavoro, cultura e turismo che sarà gestita da operatori specializzati del settore e dagli stessi giovani ospiti che potranno così sperimentare l'autonomia e l'integrazione - conclude Decaro. Un modello di welfare comunitario che conferma le straordinarie opportunità che custodisce il riuso sociale dei beni confiscati».
Villa Artemisia è stata «Il primo e il più grande immobile confiscato a Bari alla criminalità organizzata - continua Decaro. Da questa villa, Antonello Lazzarotto gestiva i suoi traffici con la 'ndrangheta calabrese e tesseva rapporti con le famiglie storiche di mafia locale. Dopo la confisca la Villa è stata affidata alla Cooperativa CAPS che con un lungo e faticoso lavoro di riqualificazione finalmente la restituisce alla comunità».
Adesso villa Artemisia è pronta a diventare luogo per «Un'esperienza di accoglienza, formazione, lavoro, cultura e turismo che sarà gestita da operatori specializzati del settore e dagli stessi giovani ospiti che potranno così sperimentare l'autonomia e l'integrazione - conclude Decaro. Un modello di welfare comunitario che conferma le straordinarie opportunità che custodisce il riuso sociale dei beni confiscati».