"Sciacalli" anche al Mercatone di Bari, i dipendenti costretti alla sorveglianza
Furti e danneggiamenti in tutti i punti vendita della Puglia. Il sindacato: «Al prefetto chiediamo di coordinare i periti in tutta la regione»
Mercatone Uno cessa la sua attività, smobilita e lascia incustoditi i suoi punti vendita in tutta Italia. A Bari, ma anche a Terlizzi e Francavilla Fontana, si sono registrati assalti, furti e devastazioni all'interno dei locali ormai abbandonati dalla catena. Al punto che i dipendenti in presidio stanno occupandosi anche di presidiare i locali per evitare che gli "sciacalli" portino via la merce rimasta all'interno dei negozi.
La Cgil richiama tutti all'ordine, ponendo l'accento sull'importanza di conservare integro il patrimonio immobiliare per attrarre possibili acquirenti: «L'assalto ai punti vendita Mercatone Uno di Francavilla Fontana, Bari e Terlizzi, con il furto e il tentato furto di elettrodomestici, così come avvenuto in altre città dove l'azienda ha sede, sono il frutto di una smobilitazione avvenuta in poche ore che ha lasciato le ditte addette alla vigilanza senza più alcun riferimento anche rispetto al pagamento del servizio. L'integrità del patrimonio dell'azienda è uno dei requisiti circa la sopravvivenza e la continuità legata ad eventuali nuovi acquirenti».
Lo affermano in una nota congiunta i Segretari generali della Cgil Puglia, 𝗣𝗶𝗻𝗼 𝗚𝗲𝘀𝗺𝘂𝗻𝗱𝗼, e della Filcams CGIL Puglia, 𝗕𝗮𝗿𝗯𝗮𝗿𝗮 𝗡𝗲𝗴𝗹𝗶𝗮. Il comunicato di Cgil prosegue: «Abbiamo inviato una lettera al prefetto di Bari, chiedendo di farsi carico anche di coordinarsi con i prefetti delle altre realtà pugliesi interessate, affinché si attenzioni e vigili sulla sicurezza delle attività del Mercatone Uno e perché non siano esposte a razzie. Addirittura sono gli stessi lavoratori a presidiare i capannoni per evitare queste azioni criminali e di sciacallaggio. Allo stesso modo abbiamo chiesto alla Regione Puglia di farsi tramite con il Mise circa il tema della sicurezza dei punti vendita e la garanzia del patrimonio aziendale».
«Allo stesso modo, abbiamo chiesto alla Regione Puglia che, da quel che ci risulta, si è già attivata con il ministero del Lavoro, di rappresentare la difficile condizione dei lavoratori che non sono occupati ma nemmeno licenziati o in cassa, ma parte di una procedura fallimentare dai tempi impossibile da prevedere. Serve una certificazione di interrotta attività che permetterebbe agli stessi di chiedere la momentanea sospensione del pagamento delle rate di mutui. Chiediamo un intervento quanto mai urgente per non unire al danno la beffa per chi da un giorno all'altro, avvisato tramite social, si è trovato senza più lavoro e reddito, con alle spalle già un lungo periodo di sacrifici e rinunce sul piano salariale», concludono dalla Cgil.