Sit-in ex Om
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Scuola e Lavoro

Sciopero della fame, l'ultima provocazione degli operai ex Om

La "minaccia" verrà messa in atto dopo la manifestazione del 22 se non si dovesse trovare una soluzione

Una storia senza fine quella degli ex Om di Bari, che si aggiorna ora con la minaccia di uno sciopero della fame. Sono stanchi i 170 operai rimasti, e le loro famiglie, delle promesse, delle ipotesi e delle aziende che dicono di voler investire su di loro e sulla reindustrializzazione senza che nulla riesca poi a concretizzarsi. E mentre continuano gli incontri in Regione tra la task force guidata da Leo Caroli e le aziende (domani si svolgerà l'ultimo dei 4 incontri avuti con le aziende negli scorsi giorni), gli operai si preparano ad un nuovo corteo.

Giovedì 22 ci sarà infatti una nuova manifestazione, gli ex Om si incontreranno di fronte alla sede della Rai in via Dalmazia e raggiungeranno poi la sede della Regione Puglia, dove pretendono di avere una risposta concreta, per capire davvero cosa dovrà esserne del loro futuro. Altrimenti sarà sciopero della fame.

«Non ce la facciamo più - dicono gli operai - Siamo da sei mesi senza reddito e ci sentiamo abbandonati da tutti. Ci sono state solo chiacchiere, ma nessuna novità è venuta dagli incontri di questi giorni. Solo parole, ma con le parole non si possono mantenere i figli. Faremo un corteo e con tutta probabilità anche un presidio in Piazza Ferrarese dopo il 22. Siamo disperati».

Dai sindacati nel frattempo fanno sapere che faranno il possibile per capire cosa sta succedendo e se potrà venire fuori qualcosa dagli incontri di questi giorni. «Domani stesso, dopo l'ultimo incontro tra Regione e uno dei quattro imprenditori interessati chiederò un incontro urgente a Caroli - dichiara Samantha Partipilo di UGL Metalmeccanici Bari - per farci spiegare cosa prevedono i protocolli di intesa che sta facendo firmare alle società».

«Sono mesi, per non dire anni che facciamo presente a tutti la disperazione in cui vivono i lavoratori ex Om - dichiara Gianfranco Micchetti, Fim Cisl - continuiamo a lottare e noi di Fim Cisl insieme a loro, e lo sciopero della fame forse è l'unica cosa rimasta per farsi ascoltare, per sapere da chi di competenza che sia la Regione o il Mise quale sarà il futuro di queste 170 famiglie. Ci sono stati incontri in questi giorni tra autorità regionali e le 4 imprese che dovrebbero essere interessate, ma noi sindacati finiamo per sapere le cose dai giornali, non ci viene detto nulla».

«Speriamo il 22 di avere delle risposte ufficiali - conclude Micchetti - perché sono sette anni ormai che questi lavoratori vivono di attesa, delusione e speranza. Sono ormai 6 mesi che questi 4 imprenditori che nessuno ha mai visto in faccia girano intorno a questa vertenza e i dipendenti sono allo stremo, senza ammortizzatori sociali, sospesi e non licenziati, senza possibilità di sospendere eventuali mutui o di poter usufruire della Naspi non avendo lavorato almeno 30 giorni lo scorso anno»
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