Politica
Scuole chiuse in Puglia, Azzolina attacca Emiliano: «Pochi contagi, riapra subito»
Il ministro dell'Istruzione: «Il problema è la sanità regionale». Il segretario Pd Lacarra: «Decisione per il bene comune»
Puglia - giovedì 29 ottobre 2020
13.19
Il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina attacca il governatore Michele Emiliano per l'ordinanza che da domani impone lo stop a tutte le attività didattiche in presenza, a esclusione dei laboratori e degli studenti con bisogni educativi speciali, che continueranno l'attività a scuola.
«La Regione Puglia ha sospeso le attività didattiche in presenza definendo "impressionante" il numero dei contagi. Eppure, secondo quanto ci ha comunicato, si tratta di 417 studenti risultati positivi (su una popolazione studentesca di 562 mila). La stessa Regione ha poi ammesso che il problema in realtà non è la diffusione del virus all'interno delle scuole ma l'organizzazione del lavoro della sanità regionale. Pensare di risolvere il problema chiudendo le scuole è una mera illusione. Perché i ragazzi escono, anzi usciranno di più e rischieranno di contagiarsi. A scuola invece, non solo ci sono misure di sicurezza, ma anche protocolli che permettono controllo e tracciamento».
Azzollina continua: «Si riaprano al più presto le scuole, evitando conseguenze gravi, presenti e future, per gli studenti e per le famiglie. Sono sommersa in queste ore da messaggi di sconforto, delusione e amarezza. La comunità scolastica pugliese nei mesi scorsi ha lavorato tantissimo, per preparare le scuole alla riapertura. Dimostrando spirito di sacrificio e responsabilità. La stessa che oggi è richiesta a tutti gli attori istituzionali per non togliere alle bambine e ai bambini momenti di socialità, studio, impegno e crescita. La scuola non è "un problema" come qualcuno ha scritto. La scuola è futuro e speranza».
In difesa dell'operato di Emiliano e Lopalco è intervenuto il deputato Marco Lacarra, segretario del Partito democratico Puglia: «Michele Emiliano e Pierluigi Lopalco sono chiamati ogni giorno a prendere decisioni difficili. Lo fanno con grande spirito di servizio, ma anche con la sensibilità di chi conosce la propria terra e sa quanto arduo sia per i cittadini dover riorganizzare la propria vita alla luce delle misure di contrasto alla pandemia. È questo quello che ha fatto ieri Michele Emiliano, con la sofferta decisione di chiudere tutte le scuole pugliesi. Il Presidente ha argomentato nel dettaglio la valutazione che è alla base di questo provvedimento. Nessuno nega il grande lavoro svolto dalla comunità scolastica per mettere in sicurezza le strutture e riprendere le attività didattiche in presenza. Ma al tempo stesso non si può negare che questo sforzo straordinario non basta: non basta perché è sufficiente una decina di contagi in una scuola, moltiplicati per più istituti, per mettere in crisi l'arma più potente che abbiamo contro il virus, ossia il tracciamento. È infatti sotto gli occhi di tutti come il sistema sanitario, già fortemente provato, stia affrontando da settimane l'ulteriore stress test di dover sottoporre a tampone una marea di casi sospetti per sintomi manifestati, ma soprattutto per contatti stretti con persone risultate positive».
Lacarra continua: «Sapevamo dall'inizio della pandemia che la strada che ci separa dalla fine dell'emergenza è costellata di ostacoli. Tutti devono fare sacrifici per il bene comune, quando c'è una crisi: anche questo si dovrebbe imparare a scuola. In questo momento, qualche settimana di didattica a distanza può fare la differenza, aiutando il sistema sanitario a salvare vite. La DaD non è, come molti affermano, una tragedia: è un modo di fare scuola che, se implementato correttamente, diventerà una risorsa straordinaria per il sistema educativo italiano entro pochi anni. Una risorsa che consentirà di avere una scuola senza muri: per tutti, ovunque, in qualunque momento. Nell'ottica però di distribuire i sacrifici da fare, è essenziale che il prima possibile si potenzi ulteriormente il ricorso allo smart working, che io vorrei vedere applicato in modo sistematico fino alla fine dell'emergenza per tutti quei lavoratori la cui prestazione può essere svolta interamente a distanza senza inficiarne la qualità. Serve altresì individuare subito ulteriori strumenti di welfare in favore dei genitori degli alunni più piccoli, affinché la chiusura delle scuole non metta a rischio la loro vita professionale».
«La Regione Puglia ha sospeso le attività didattiche in presenza definendo "impressionante" il numero dei contagi. Eppure, secondo quanto ci ha comunicato, si tratta di 417 studenti risultati positivi (su una popolazione studentesca di 562 mila). La stessa Regione ha poi ammesso che il problema in realtà non è la diffusione del virus all'interno delle scuole ma l'organizzazione del lavoro della sanità regionale. Pensare di risolvere il problema chiudendo le scuole è una mera illusione. Perché i ragazzi escono, anzi usciranno di più e rischieranno di contagiarsi. A scuola invece, non solo ci sono misure di sicurezza, ma anche protocolli che permettono controllo e tracciamento».
Azzollina continua: «Si riaprano al più presto le scuole, evitando conseguenze gravi, presenti e future, per gli studenti e per le famiglie. Sono sommersa in queste ore da messaggi di sconforto, delusione e amarezza. La comunità scolastica pugliese nei mesi scorsi ha lavorato tantissimo, per preparare le scuole alla riapertura. Dimostrando spirito di sacrificio e responsabilità. La stessa che oggi è richiesta a tutti gli attori istituzionali per non togliere alle bambine e ai bambini momenti di socialità, studio, impegno e crescita. La scuola non è "un problema" come qualcuno ha scritto. La scuola è futuro e speranza».
In difesa dell'operato di Emiliano e Lopalco è intervenuto il deputato Marco Lacarra, segretario del Partito democratico Puglia: «Michele Emiliano e Pierluigi Lopalco sono chiamati ogni giorno a prendere decisioni difficili. Lo fanno con grande spirito di servizio, ma anche con la sensibilità di chi conosce la propria terra e sa quanto arduo sia per i cittadini dover riorganizzare la propria vita alla luce delle misure di contrasto alla pandemia. È questo quello che ha fatto ieri Michele Emiliano, con la sofferta decisione di chiudere tutte le scuole pugliesi. Il Presidente ha argomentato nel dettaglio la valutazione che è alla base di questo provvedimento. Nessuno nega il grande lavoro svolto dalla comunità scolastica per mettere in sicurezza le strutture e riprendere le attività didattiche in presenza. Ma al tempo stesso non si può negare che questo sforzo straordinario non basta: non basta perché è sufficiente una decina di contagi in una scuola, moltiplicati per più istituti, per mettere in crisi l'arma più potente che abbiamo contro il virus, ossia il tracciamento. È infatti sotto gli occhi di tutti come il sistema sanitario, già fortemente provato, stia affrontando da settimane l'ulteriore stress test di dover sottoporre a tampone una marea di casi sospetti per sintomi manifestati, ma soprattutto per contatti stretti con persone risultate positive».
Lacarra continua: «Sapevamo dall'inizio della pandemia che la strada che ci separa dalla fine dell'emergenza è costellata di ostacoli. Tutti devono fare sacrifici per il bene comune, quando c'è una crisi: anche questo si dovrebbe imparare a scuola. In questo momento, qualche settimana di didattica a distanza può fare la differenza, aiutando il sistema sanitario a salvare vite. La DaD non è, come molti affermano, una tragedia: è un modo di fare scuola che, se implementato correttamente, diventerà una risorsa straordinaria per il sistema educativo italiano entro pochi anni. Una risorsa che consentirà di avere una scuola senza muri: per tutti, ovunque, in qualunque momento. Nell'ottica però di distribuire i sacrifici da fare, è essenziale che il prima possibile si potenzi ulteriormente il ricorso allo smart working, che io vorrei vedere applicato in modo sistematico fino alla fine dell'emergenza per tutti quei lavoratori la cui prestazione può essere svolta interamente a distanza senza inficiarne la qualità. Serve altresì individuare subito ulteriori strumenti di welfare in favore dei genitori degli alunni più piccoli, affinché la chiusura delle scuole non metta a rischio la loro vita professionale».