Enti locali
Sei anni dalla morte di Paola Labriola, la Puglia prima per aggressioni ai medici
In questi giorni al via la nuova camoagna dell'Ordine dei Medici per sensibilizzare i cittadini sul tema
Puglia - mercoledì 4 settembre 2019
Comunicato Stampa
Il 4 settembre del 2013 Paola Labriola, psichiatra barese, che era di turno presso il Centro di Salute Mentale di via Tenente Casale a Bari, venne aggredita ed uccisa da un paziente. Alla sua memoria l'Ordine ha conferito il "Premio per la Buona Medicina 2013" ed intitolato una delle aule della sede di via Capruzzi.
A sei anni dalla sua scomparsa, il prossimo 13 settembre, l'Ordine dei medici di Bari ricorderà la collega con l'annuale "Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari in memoria di Paola Labriola", organizzata in sinergia con la FNOMCeO (Federazione nazionale degli Ordini dei medici). La giornata si concluderà con il Concerto di musica orchestrale eseguito ad opera dell'Orchestra Sinfonica della Città Metropolitana di Bari, la sera stessa del 13 Settembre, alle 20, nell'Auditorium "Nino Rota" del conservatorio "N. Piccinni" di Bari.
«Vogliamo ricordare Paola Labriola come martire della Professione medica, la cui tragedia ha portato all'attenzione dell'opinione pubblica la situazione drammatica che molti medici affrontano quotidianamente sul posto di lavoro, in condizioni di sicurezza precarie, nell'intento che il suo sacrificio non sia dimenticato - commenta Filippo Anelli, Presidente Omceo Bari e Presidente Fnomceo - All'indomani di quel barbaro omicidio i vertici regionali e i politici presero un impegno solenne per mettere in sicurezza le strutture e tutelare i medici e i professionisti della salute. Eppure, a distanza di sei anni, siamo diventati la prima regione italiana per aggressioni contro il personale sanitario. Solo nell'ultima settimana sono state denunciati tre casi di violenza. Ma sono molti di più quelli che non vengono denunciati e che quindi non sono censiti. Di fronte a questa recrudescenza delle aggressioni, chiedo al Presidente Emiliano un impegno supplementare per tutelare tutti coloro che ogni giorno si prodigano a difendere la salute dei cittadini».
Proprio in questi giorni l'ordine ha promosso una campagna di comunicazione per sensibilizzare i cittadini rispetto al tema della violenza contro i medici. "E poi, la vita chi te la salva?" è la domanda posta ai cittadini pugliesi dai cartelloni pubblicitari affissi nelle strade del capoluogo. "Chi aggredisce un medico ferisce tutti noi. Chiudiamo questa ferita per sempre", recita il copy della campagna, che sottolinea come il lavoro dei medici salvi migliaia di vite.
«Servono misure per garantire ai cittadini il diritto alle cure e al medico il diritto di curare in sicurezza. Spero che il nuovo governo vari al più presto un progetto di legge, capace di prevenire le aggressioni aumentando le pene, introducendo la procedibilità d'ufficio, mettendo in sicurezza le sedi e prevedendo presidi di polizia nei pronto soccorso - conclude Filippo Anelli - Serve però anche una nuova cultura, che ricostruisca il rapporto di fiducia tra medico e paziente e che valorizzi il lavoro dei medici. Per questo la campagna di comunicazione dell'Ordine sottolinea come il lavoro dei medici salvi migliaia di vite. È bene che i cittadini comprendano come sono proprio gli operatori sanitari che continuano, tra mille difficoltà, a far funzionare il sistema sanitario grazie alla loro dedizione e professionalità».
A sei anni dalla sua scomparsa, il prossimo 13 settembre, l'Ordine dei medici di Bari ricorderà la collega con l'annuale "Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari in memoria di Paola Labriola", organizzata in sinergia con la FNOMCeO (Federazione nazionale degli Ordini dei medici). La giornata si concluderà con il Concerto di musica orchestrale eseguito ad opera dell'Orchestra Sinfonica della Città Metropolitana di Bari, la sera stessa del 13 Settembre, alle 20, nell'Auditorium "Nino Rota" del conservatorio "N. Piccinni" di Bari.
«Vogliamo ricordare Paola Labriola come martire della Professione medica, la cui tragedia ha portato all'attenzione dell'opinione pubblica la situazione drammatica che molti medici affrontano quotidianamente sul posto di lavoro, in condizioni di sicurezza precarie, nell'intento che il suo sacrificio non sia dimenticato - commenta Filippo Anelli, Presidente Omceo Bari e Presidente Fnomceo - All'indomani di quel barbaro omicidio i vertici regionali e i politici presero un impegno solenne per mettere in sicurezza le strutture e tutelare i medici e i professionisti della salute. Eppure, a distanza di sei anni, siamo diventati la prima regione italiana per aggressioni contro il personale sanitario. Solo nell'ultima settimana sono state denunciati tre casi di violenza. Ma sono molti di più quelli che non vengono denunciati e che quindi non sono censiti. Di fronte a questa recrudescenza delle aggressioni, chiedo al Presidente Emiliano un impegno supplementare per tutelare tutti coloro che ogni giorno si prodigano a difendere la salute dei cittadini».
Proprio in questi giorni l'ordine ha promosso una campagna di comunicazione per sensibilizzare i cittadini rispetto al tema della violenza contro i medici. "E poi, la vita chi te la salva?" è la domanda posta ai cittadini pugliesi dai cartelloni pubblicitari affissi nelle strade del capoluogo. "Chi aggredisce un medico ferisce tutti noi. Chiudiamo questa ferita per sempre", recita il copy della campagna, che sottolinea come il lavoro dei medici salvi migliaia di vite.
«Servono misure per garantire ai cittadini il diritto alle cure e al medico il diritto di curare in sicurezza. Spero che il nuovo governo vari al più presto un progetto di legge, capace di prevenire le aggressioni aumentando le pene, introducendo la procedibilità d'ufficio, mettendo in sicurezza le sedi e prevedendo presidi di polizia nei pronto soccorso - conclude Filippo Anelli - Serve però anche una nuova cultura, che ricostruisca il rapporto di fiducia tra medico e paziente e che valorizzi il lavoro dei medici. Per questo la campagna di comunicazione dell'Ordine sottolinea come il lavoro dei medici salvi migliaia di vite. È bene che i cittadini comprendano come sono proprio gli operatori sanitari che continuano, tra mille difficoltà, a far funzionare il sistema sanitario grazie alla loro dedizione e professionalità».