Cronaca
Sequestrato per un debito di droga, gli arrestati davanti al Gip
Si sono svolti ieri mattina gli interrogatori di garanzia: due hanno parlato, altrettanti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere
Bari - venerdì 8 novembre 2024
8.04
Si sono svolti ieri, nel carcere di Bari, gli interrogatori di garanzia dei destinatari dell'ordinanza cautelare per avere sequestrato e picchiato in un box del San Paolo un 30enne per rientrare da un debito di droga. In quattro si sono presentati davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale barese, Giuseppe Ronzino.
Soltanto in due, però, il 30enne Saverio Caputo e il 31enne Michele Metta, hanno deciso di rilasciare dichiarazioni spontanee. Si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere gli altri due, il 26enne Mario Milella e il 23enne Giovanni De Giosa. Assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Francesco Taurisano, Giuseppe Galliani e Gennaro Giorgio, sono accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni personali aggravate in concorso, con l'aggravante del metodo mafioso.
I fatti risalgono alla scorsa primavera, la vittima è un 30enne che da cinque mesi acquistava cocaina da un pusher di sua conoscenza, Caputo, il quale «tramite WhatsApp, gli permetteva di poterla acquistare "a debito"». Il "plafond" si era esaurito se il 26 aprile scorso l'uomo è stato prelevato da casa. «Mi sono affacciato - ha raccontato -. e ho visto un'Alfa Romeo 147 con due soggetti. Uno era conosciuto». Si trattava di Caputo: «Mettiti le scarpe e vieni con noi», gli avrebbe detto.
E il 30enne è entrato in auto, prima di essere condotto in un box del complesso popolare di via Don Gnocchi, dove sarebbe stato legato ad una sedia: «Poi hanno cominciato a picchiarmi con un'accetta e con una chiave telescopica a cricchetto», ha detto ancora. Pegno inconsapevole di un debito da colmare al più presto.
Soltanto in due, però, il 30enne Saverio Caputo e il 31enne Michele Metta, hanno deciso di rilasciare dichiarazioni spontanee. Si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere gli altri due, il 26enne Mario Milella e il 23enne Giovanni De Giosa. Assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Francesco Taurisano, Giuseppe Galliani e Gennaro Giorgio, sono accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni personali aggravate in concorso, con l'aggravante del metodo mafioso.
I fatti risalgono alla scorsa primavera, la vittima è un 30enne che da cinque mesi acquistava cocaina da un pusher di sua conoscenza, Caputo, il quale «tramite WhatsApp, gli permetteva di poterla acquistare "a debito"». Il "plafond" si era esaurito se il 26 aprile scorso l'uomo è stato prelevato da casa. «Mi sono affacciato - ha raccontato -. e ho visto un'Alfa Romeo 147 con due soggetti. Uno era conosciuto». Si trattava di Caputo: «Mettiti le scarpe e vieni con noi», gli avrebbe detto.
E il 30enne è entrato in auto, prima di essere condotto in un box del complesso popolare di via Don Gnocchi, dove sarebbe stato legato ad una sedia: «Poi hanno cominciato a picchiarmi con un'accetta e con una chiave telescopica a cricchetto», ha detto ancora. Pegno inconsapevole di un debito da colmare al più presto.