Cronaca
Sequestrato per un debito di droga, quattro arresti al San Paolo
Operazione dei Carabinieri: in carcere anche due attuali referenti del clan Strisciuglio egemone nel rione
Bari - mercoledì 6 novembre 2024
9.15
Sequestrato e picchiato in un garage del quartiere San Paolo di Bari con lo scopo di rientrare da un debito di droga. Cocaina non pagata ai fornitori, gente legata al clan Strisciuglio. A squarciare il velo dell'omertà un uomo che, nonostante le botte subite, ha denunciato tutto permettendo ai Carabinieri di entrare in azione.
Quattro le persone finite in manette, questa mattina, su ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo, Giuseppe Ronzino, accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni personali aggravate in concorso, con l'aggravante mafiosa. Si tratta del 30enne Saverio Caputo, del 31enne Michele Metta, del 26enne Mario Milella e del 23enne Giovanni De Giosa. Due (Caputo e Milella) sono ritenuti «i due referenti del clan Strisciuglio».
I fatti risalgono alla scorsa primavera, la vittima è un 30enne del posto che da cinque mesi acquistava cocaina da un pusher del rione di sua conoscenza, Caputo, il quale «tramite WhatsApp, gli permetteva di poterla acquistare "a debito"». Il "plafond" si era evidentemente esaurito se lo scorso 26 aprile l'uomo è finito in un vortice estorsivo. Un incubo iniziato a causa di un piccolo debito per l'acquisto di stupefacenti non pagati che aveva trasformato la sua vita in un vero inferno.
«Ero a casa, quando hanno suonato - ha detto l'uomo agli inquirenti diretti dal pubblico ministero antimafia Marco D'Agostino -. Ho visto un'auto (un'Alfa Romeo 147) con due soggetti. Uno era da me conosciuto». Si trattava di Caputo: «Mettiti le scarpe e vieni con noi», gli avrebbe detto. E il 30enne è entrato in auto: «Uno dei due staccava la maniglia dell'auto affinché non potessi uscire», ha detto ai militari della Compagnia di Bari San Paolo diretti dal maggiore Giuseppe Verde.
L'uomo, in un box di via Don Gnocchi, sarebbe stato legato ad una sedia: «Hanno iniziato a picchiarmi con un'accetta ed una chiave telescopica a cricchetto», ha detto ancora. Pegno inconsapevole di un debito da colmare. La passività di 1.100 euro per alcune dosi di cocaina non pagate, saldate attraverso due suoi amici e una transazione Paypal. Il prezzo della liberazione. Il resto l'hanno fatto le intercettazioni ambientali e i filmati estratti dalle telecamere di videosorveglianza.
«L'ordinanza cautelare - hanno detto i militari - ha riconosciuto la metodologia mafiosa con cui gli indagati, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento che ne consegue, hanno agito al fine di agevolare la consorteria criminale Strisciuglio».
Quattro le persone finite in manette, questa mattina, su ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo, Giuseppe Ronzino, accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni personali aggravate in concorso, con l'aggravante mafiosa. Si tratta del 30enne Saverio Caputo, del 31enne Michele Metta, del 26enne Mario Milella e del 23enne Giovanni De Giosa. Due (Caputo e Milella) sono ritenuti «i due referenti del clan Strisciuglio».
I fatti risalgono alla scorsa primavera, la vittima è un 30enne del posto che da cinque mesi acquistava cocaina da un pusher del rione di sua conoscenza, Caputo, il quale «tramite WhatsApp, gli permetteva di poterla acquistare "a debito"». Il "plafond" si era evidentemente esaurito se lo scorso 26 aprile l'uomo è finito in un vortice estorsivo. Un incubo iniziato a causa di un piccolo debito per l'acquisto di stupefacenti non pagati che aveva trasformato la sua vita in un vero inferno.
«Ero a casa, quando hanno suonato - ha detto l'uomo agli inquirenti diretti dal pubblico ministero antimafia Marco D'Agostino -. Ho visto un'auto (un'Alfa Romeo 147) con due soggetti. Uno era da me conosciuto». Si trattava di Caputo: «Mettiti le scarpe e vieni con noi», gli avrebbe detto. E il 30enne è entrato in auto: «Uno dei due staccava la maniglia dell'auto affinché non potessi uscire», ha detto ai militari della Compagnia di Bari San Paolo diretti dal maggiore Giuseppe Verde.
L'uomo, in un box di via Don Gnocchi, sarebbe stato legato ad una sedia: «Hanno iniziato a picchiarmi con un'accetta ed una chiave telescopica a cricchetto», ha detto ancora. Pegno inconsapevole di un debito da colmare. La passività di 1.100 euro per alcune dosi di cocaina non pagate, saldate attraverso due suoi amici e una transazione Paypal. Il prezzo della liberazione. Il resto l'hanno fatto le intercettazioni ambientali e i filmati estratti dalle telecamere di videosorveglianza.
«L'ordinanza cautelare - hanno detto i militari - ha riconosciuto la metodologia mafiosa con cui gli indagati, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento che ne consegue, hanno agito al fine di agevolare la consorteria criminale Strisciuglio».