Attualità
Sex workers e Coronavirus, il dramma delle prostitute senza alcun reddito
Per loro un crowfunding online: «Molte sono migranti, sole e senza una rete familiare, altre sono madri e con il loro lavoro sostengono tutta la famiglia»
Puglia - giovedì 16 aprile 2020
13.19
C'è un settore in Italia e in Puglia a cui non è stato dedicato molto spazio in questa emergenza Coronavirus. Eppure, stando alle statistiche, è un business in crescita, specialmente a Bari dove, negli ultimi due anni, ha registrato un incremento del 12%. Stiamo parlando di prostitute, sex workers ed escort. Diversi modi per definire un lavoro nelle sue diverse sfaccettature, con tutte le differenze che i diversi nomi portano con sé.
Un mondo relativamente sommerso, in cui sono in poche-i a poter accedere agli aiuti elargiti dallo Stato in questo momento di lock down. Se infatti tutte-i coloro che lavorano come escort, in qualche modo il ramo di lusso del settore, si stanno improvvisando smart workers e possono volendo accedere ai benefici, i problemi più gravi li hanno tutti gli altri, in quanto: «Molte sono migranti, sole e senza una rete familiare a cui far riferimento; molte altre sono madri e con il loro lavoro sostengono tutta la famiglia».
D'altronde, secondo una statistica di Escort Advisor, il 46% di chi lavora come escort non chiederà sussidi perché non ne ha bisogno, e solo un 12% «ha immediatamente dovuto provare a chiedere aiuto per riuscire a sopravvivere, anche se ha dubbi che con il suo lavoro da documentare possa ricevere questo aiuto».
Moltissime prostitute hanno resistito fino all'ultimo, lungo le strade della Puglia. Ma in seguito ai diversi decreti si sono dovute arrendere rimanendo, da oggi a domani, senza nulla, e senza alcuna prospettiva per il futuro. Per questo è nato per loro un crowfunding, promosso da una una rete di organizzazioni anti-tratta, collettivi di sexworker e comitati civili unitisi per sostenere: «l'urgente bisogno di quelle lavoratrici-ori sessuali più drammaticamente colpite-i dall'emergenza Covid-19».
Un mondo sommerso, fatto di persone che rischiano la povertà estrema in questa situazione in cui ci troviamo, considerato anche che da statistica i mesi di maggior incasso del settore sono proprio quelli in cui siamo (aprile e maggio, insieme ad ottobre). E per il quale è urgente correre ai ripari.
Un mondo relativamente sommerso, in cui sono in poche-i a poter accedere agli aiuti elargiti dallo Stato in questo momento di lock down. Se infatti tutte-i coloro che lavorano come escort, in qualche modo il ramo di lusso del settore, si stanno improvvisando smart workers e possono volendo accedere ai benefici, i problemi più gravi li hanno tutti gli altri, in quanto: «Molte sono migranti, sole e senza una rete familiare a cui far riferimento; molte altre sono madri e con il loro lavoro sostengono tutta la famiglia».
D'altronde, secondo una statistica di Escort Advisor, il 46% di chi lavora come escort non chiederà sussidi perché non ne ha bisogno, e solo un 12% «ha immediatamente dovuto provare a chiedere aiuto per riuscire a sopravvivere, anche se ha dubbi che con il suo lavoro da documentare possa ricevere questo aiuto».
Moltissime prostitute hanno resistito fino all'ultimo, lungo le strade della Puglia. Ma in seguito ai diversi decreti si sono dovute arrendere rimanendo, da oggi a domani, senza nulla, e senza alcuna prospettiva per il futuro. Per questo è nato per loro un crowfunding, promosso da una una rete di organizzazioni anti-tratta, collettivi di sexworker e comitati civili unitisi per sostenere: «l'urgente bisogno di quelle lavoratrici-ori sessuali più drammaticamente colpite-i dall'emergenza Covid-19».
Un mondo sommerso, fatto di persone che rischiano la povertà estrema in questa situazione in cui ci troviamo, considerato anche che da statistica i mesi di maggior incasso del settore sono proprio quelli in cui siamo (aprile e maggio, insieme ad ottobre). E per il quale è urgente correre ai ripari.