Attualità
Sgombero per l'ex Socrate, appello al prefetto
«Alla luce dello stato di emergenza quale atto di irresponsabilità sarebbe riversare in strada 60 persone»
Bari - mercoledì 7 giugno 2023
16.32
Sgombero per l'ex Socrate. È quanto è stato comunicato in un incontro tenutosi lo scorso 25 maggio tra gli abitanti della struttura, il sindaco Decaro, e gli assessori Bottalico e Galasso. Uno sgombero che implica un imminente intervento coatto della prefettura e delle forze dell'ordine. E per questo è stato chiesto ufficialmente un incontro al prefetto di Bari, Antonia Bellomo.
Nell'occasione «gli e le abitanti hanno ribadito la loro volontà di contribuire a trovare una soluzione dignitosa, ricordando all'amministrazione che per ben 13 anni hanno proposto tavoli di concertazione, compresi gli ultimi in cui, dal fatidico 22 dicembre 2020, sono stati privati di energia elettrica ed acqua corrente».
Tutti coloro che occupano la struttura, che ricordiamo essere lì da ormai più di un decennio, «vivono nel terrore di un'incursione, con valige da riempire in cui scegliere cosa prendere e lasciare». Parliamo di una comunità composta per lo più da rifugiati eritrei, etiopi e sudanesi, che ha «già abbondantemente pagato lo scotto delle carenze strutturali e le scelte fortemente escludenti e non sempre attente al rispetto dei diritti fondamentali caratterizzanti il sistema di accoglienza italiano».
«Uno sgombero coatto - si legge in una nota della comunità dell'ex Socrate - nelle note modalità, senza alternative dignitose e praticabili, sarebbe l'ennesimo atto di forza che stratifica precarietà e traumi in chi è già portatore di ferite e bagagli emotivi che pesano come macigni, distruggere gli affetti, la quotidianità e la vita che con fatica tenta di ricostruirsi in una comunità ritrovata».
«Alla luce dello stato di emergenza, così come da dichiarazioni pubbliche dell'amministrazione, quale atto di irresponsabilità sociale e umana sarebbe riversare in strada altre 60 persone, alle quali lo stato ha riconosciuto il bisogno e il diritto di protezione? quali soluzioni vengono proposte?»
Nell'occasione «gli e le abitanti hanno ribadito la loro volontà di contribuire a trovare una soluzione dignitosa, ricordando all'amministrazione che per ben 13 anni hanno proposto tavoli di concertazione, compresi gli ultimi in cui, dal fatidico 22 dicembre 2020, sono stati privati di energia elettrica ed acqua corrente».
Tutti coloro che occupano la struttura, che ricordiamo essere lì da ormai più di un decennio, «vivono nel terrore di un'incursione, con valige da riempire in cui scegliere cosa prendere e lasciare». Parliamo di una comunità composta per lo più da rifugiati eritrei, etiopi e sudanesi, che ha «già abbondantemente pagato lo scotto delle carenze strutturali e le scelte fortemente escludenti e non sempre attente al rispetto dei diritti fondamentali caratterizzanti il sistema di accoglienza italiano».
«Uno sgombero coatto - si legge in una nota della comunità dell'ex Socrate - nelle note modalità, senza alternative dignitose e praticabili, sarebbe l'ennesimo atto di forza che stratifica precarietà e traumi in chi è già portatore di ferite e bagagli emotivi che pesano come macigni, distruggere gli affetti, la quotidianità e la vita che con fatica tenta di ricostruirsi in una comunità ritrovata».
«Alla luce dello stato di emergenza, così come da dichiarazioni pubbliche dell'amministrazione, quale atto di irresponsabilità sociale e umana sarebbe riversare in strada altre 60 persone, alle quali lo stato ha riconosciuto il bisogno e il diritto di protezione? quali soluzioni vengono proposte?»