Politica
Spazio Murat, polemica per la concessione della sala ad un autosalone
Il problema è stato sollevato da Sabino Mangano (M5S). Maselli: «All'estero si ringrazierebbero gli sponsor per tali iniziative»
Bari - sabato 13 gennaio 2018
16.16
Polemica a Bari per la concessione della Sala Murat per un'esposizione di automobili. A sollevare il caso il Movimento 5 Stelle cittadino nella persona di Sabino Mangano, consigliere comunale e portavoce del movimento.
«La Sala Murat non può essere il salone espositivo di una concessionaria – sottolinea Mangano – Così facendo, probabilmente, si creano i presupposti per allestire il Salone Farmaceutico all'ex Mercato del Pesce o la Mostra Mercato del Caciocavallo nel Teatro Margherita. Purtroppo, la gestione di uno degli spazi espositivi più "in" della città (per posizione e dimensione) è stata affidata alla cifra ridicola di 8 mila euro per anno, con contratto dai 3 ai 12 anni».
«Il bando – prosegue – prevede: "la concessione in uso pluriennale della Sala Murat per la gestione e programmazione di attività culturali ed espositive di rilevanza nazionale ed internazionale, legate alle arti visive contemporanee e prima sperimentazione del Concept Store regionale. Le attività di gestione potranno prevedere manifestazioni espositive e mostre, attività progettuali e laboratoriali, convegnistiche dedicate alle arti, alla cultura e alle industrie creative contemporanee (architettura, design, letteratura, musica, arti sceniche e performative, arti grafiche, editoria, nuovi media, fotografia e cinema sperimentale)"».
«Contrariamente a quanto previsto – conclude Mangano – si è permesso all'attuale gestore l'organizzazione di eventi a brand del mercato mobile, brand nel settore beverage (vodka), cosa vedremo domani? qualche bel brand nel settore scommesse (magari con tanto di slot?). Se si parla di design legato al mondo delle auto posso dire, da cultore della materia, che non avrei aperto bocca laddove fosse stata organizzata una mostra legata a qualche illustre riferimento italiano del design automobilistico, come Giorgietto Giugiaro, Pininfarina, Marcello Gandini, Bertoni o straniero come Harley Earl (Corvette). Qui invece parliamo di una concessionaria che espone un SUV».
«Lo Spazio Murat di Bari – risponde così alla polemica l'assessore alle culture, Silvio Maselli – non sarà trasformato in un "autosalone", ma, come avviene in tutte le istituzioni culturali dell'arte contemporanea nel mondo, accoglierà per qualche giorno uno sponsor automobilistico, che esporrà un suo veicolo nella parte dello Spazio Murat temporaneamente libero da mostre. Questo dietro un corrispettivo con il quale i concessionari potranno: pagare il proprio personale, assunto a tempo indeterminato; provvedere alle pulizie; garantire apertura e sicurezza; organizzare attività culturali per tutto il resto dell'anno; comunicare le proprie attività, ecc…».
«A New York, Parigi o Milano – sottolinea inoltre Maselli – per mille simili iniziative di sponsorship fatte al MoMa, al Palais de Tokyo, al Mudec o al Beabourg non si farebbero queste polemiche e anzi, si ringrazierebbero sponsor e gestori per attivare risorse private a sostegno degli spazi dedicati all'arte. Peraltro, se proprio vogliamo cavillare, anche le automobili sono oggetti di design, che è uno dei tre ambiti culturali, insieme a arte e architettura, di cui si occupa lo Spazio Murat. I concessionari dello Spazio Murat avranno modo di spiegare le proprie ragioni. Sono autonomi nelle loro attività, salvi i due mesi in cui il Comune utilizza per mostre di arte contemporanea».
«La Sala Murat non può essere il salone espositivo di una concessionaria – sottolinea Mangano – Così facendo, probabilmente, si creano i presupposti per allestire il Salone Farmaceutico all'ex Mercato del Pesce o la Mostra Mercato del Caciocavallo nel Teatro Margherita. Purtroppo, la gestione di uno degli spazi espositivi più "in" della città (per posizione e dimensione) è stata affidata alla cifra ridicola di 8 mila euro per anno, con contratto dai 3 ai 12 anni».
«Il bando – prosegue – prevede: "la concessione in uso pluriennale della Sala Murat per la gestione e programmazione di attività culturali ed espositive di rilevanza nazionale ed internazionale, legate alle arti visive contemporanee e prima sperimentazione del Concept Store regionale. Le attività di gestione potranno prevedere manifestazioni espositive e mostre, attività progettuali e laboratoriali, convegnistiche dedicate alle arti, alla cultura e alle industrie creative contemporanee (architettura, design, letteratura, musica, arti sceniche e performative, arti grafiche, editoria, nuovi media, fotografia e cinema sperimentale)"».
«Contrariamente a quanto previsto – conclude Mangano – si è permesso all'attuale gestore l'organizzazione di eventi a brand del mercato mobile, brand nel settore beverage (vodka), cosa vedremo domani? qualche bel brand nel settore scommesse (magari con tanto di slot?). Se si parla di design legato al mondo delle auto posso dire, da cultore della materia, che non avrei aperto bocca laddove fosse stata organizzata una mostra legata a qualche illustre riferimento italiano del design automobilistico, come Giorgietto Giugiaro, Pininfarina, Marcello Gandini, Bertoni o straniero come Harley Earl (Corvette). Qui invece parliamo di una concessionaria che espone un SUV».
«Lo Spazio Murat di Bari – risponde così alla polemica l'assessore alle culture, Silvio Maselli – non sarà trasformato in un "autosalone", ma, come avviene in tutte le istituzioni culturali dell'arte contemporanea nel mondo, accoglierà per qualche giorno uno sponsor automobilistico, che esporrà un suo veicolo nella parte dello Spazio Murat temporaneamente libero da mostre. Questo dietro un corrispettivo con il quale i concessionari potranno: pagare il proprio personale, assunto a tempo indeterminato; provvedere alle pulizie; garantire apertura e sicurezza; organizzare attività culturali per tutto il resto dell'anno; comunicare le proprie attività, ecc…».
«A New York, Parigi o Milano – sottolinea inoltre Maselli – per mille simili iniziative di sponsorship fatte al MoMa, al Palais de Tokyo, al Mudec o al Beabourg non si farebbero queste polemiche e anzi, si ringrazierebbero sponsor e gestori per attivare risorse private a sostegno degli spazi dedicati all'arte. Peraltro, se proprio vogliamo cavillare, anche le automobili sono oggetti di design, che è uno dei tre ambiti culturali, insieme a arte e architettura, di cui si occupa lo Spazio Murat. I concessionari dello Spazio Murat avranno modo di spiegare le proprie ragioni. Sono autonomi nelle loro attività, salvi i due mesi in cui il Comune utilizza per mostre di arte contemporanea».