Politica
Stadio San Nicola, Melini diffida l'amministrazione Decaro: «Riprendere subito la gara»
La consigliera del Gruppo Mistro scrive al sindaco, al prefetto, alla Corte dei Conti e all'ANAC
Bari - lunedì 2 luglio 2018
16.52
La battaglia della consigliera di opposizione Irma Melini sullo stadio San Nicola si arricchisce di un nuovo capitolo. Melini ha, infatti, inviato al sindaco e al prefetto di Bari, al Procuratore della Corte dei Conti e al presidente dell'ANAC una diffida formale destinata all'amministrazione comunale affinché riprenda immediatamente con la gara pubblica per la gestione esterna quinquennale dell'impianto sportivo, stoppata il 10 gennaio dal RUP Marisa Lupelli.
Una decisione che già all'epoca dei fatti era stata definita dal Segretario generale del Comune di Bari «non supportato da idonea motivazione poiché non risulterebbero esplicitate le ragioni poste a fondamento revirement ritenute preminenti al confronto col "parallelo" interesse pubblico a che la gara sia debitamente conclusa», tanto poi da dichiarare la sospensione «Irritualmente procedimentalizzata», come riporta la stessa consigliera nel documento di diffida.
L'alt con la gara per la gestione esterna dello era arrivata all'indomani dell'accordo di massima tra Comune di Bari da una parte e il sodalizio FC Bari-B Futura e Credito Sportivo avvenuto a fine 2017. In quell'occasione fu presentato un processo di restyling (i cui atti sono stati consegnati in Comune il 13 gennaio scorso) curato dallo studio di Renzo Piano che indusse la stessa amministrazione comunale a frenare sulla gara pubblica, mostrando ovvia preferenza per un piano di riqualificazione curato dal club che amministra la squadra che scende sul campo di quell'impianto.
La decisione, presa venerdì scorso in consiglio comunale, di rinviare di un mese la revoca della gara fa il paio con la delibera di giunta dello stesso giorno con cui si proroga di un mese la concessione a beneficio del club sportivo, con l'obiettivo di tenere d'occhio la situazione patrimoniale del Bari calcio in attesa della ricapitalizzazione.
Sulla questione si era espresso anche il presidente dell'Associazione Nazionale Anti-Corruzione (ANAC), Raffaele Cantone, il quale aveva precisato che «In caso di esito infruttuoso di una gara svolta ai sensi dell'art 30 del Codice, l'Amministrazione può procedere alla diretta individuazione dell'operatore economico al quale affidare il contratto, tenuto conto del fatto che il rispetto dei principi comunitari indicati nella norma risulta assicurato dall'espletamento della procedura selettiva ivi prevista», si legge nel documento diffuso dalla consigliera Melini.
Una decisione che già all'epoca dei fatti era stata definita dal Segretario generale del Comune di Bari «non supportato da idonea motivazione poiché non risulterebbero esplicitate le ragioni poste a fondamento revirement ritenute preminenti al confronto col "parallelo" interesse pubblico a che la gara sia debitamente conclusa», tanto poi da dichiarare la sospensione «Irritualmente procedimentalizzata», come riporta la stessa consigliera nel documento di diffida.
L'alt con la gara per la gestione esterna dello era arrivata all'indomani dell'accordo di massima tra Comune di Bari da una parte e il sodalizio FC Bari-B Futura e Credito Sportivo avvenuto a fine 2017. In quell'occasione fu presentato un processo di restyling (i cui atti sono stati consegnati in Comune il 13 gennaio scorso) curato dallo studio di Renzo Piano che indusse la stessa amministrazione comunale a frenare sulla gara pubblica, mostrando ovvia preferenza per un piano di riqualificazione curato dal club che amministra la squadra che scende sul campo di quell'impianto.
La decisione, presa venerdì scorso in consiglio comunale, di rinviare di un mese la revoca della gara fa il paio con la delibera di giunta dello stesso giorno con cui si proroga di un mese la concessione a beneficio del club sportivo, con l'obiettivo di tenere d'occhio la situazione patrimoniale del Bari calcio in attesa della ricapitalizzazione.
Sulla questione si era espresso anche il presidente dell'Associazione Nazionale Anti-Corruzione (ANAC), Raffaele Cantone, il quale aveva precisato che «In caso di esito infruttuoso di una gara svolta ai sensi dell'art 30 del Codice, l'Amministrazione può procedere alla diretta individuazione dell'operatore economico al quale affidare il contratto, tenuto conto del fatto che il rispetto dei principi comunitari indicati nella norma risulta assicurato dall'espletamento della procedura selettiva ivi prevista», si legge nel documento diffuso dalla consigliera Melini.