Una mensa
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Scuola e Lavoro

Stipendi non pagati, sciopero degli addetti mensa delle carceri in Puglia

L'astensione dal lavoro prevista per lunedì 25 febbraio, i sindacati: «Necessaria celere risposta dal ministero»

Incroceranno le braccia lunedì 25 febbraio i circa cento lavoratori addetti ai servizi di ristorazione nelle mense di servizio per il personale della polizia penitenziaria, nelle sedi degli Istituti penitenziari delle circoscrizioni territoriali di competenza di Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Umbria, Puglia. Il servizio è gestito da Food & Facility Srl in qualità di consorziata di Unilabor titolare del contratto di appalto. La mobilitazione è stata indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil Fisascat Cisl e Uiltucs, per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi di dicembre 2018 e gennaio 2019 e delle quote a saldo delle tredicesime non ancora corrisposte «nonostante lo stato di agitazione e la richiesta di erogazione immediata delle retribuzioni mancanti» hanno stigmatizzato le tre sigle nella nota unitaria trasmessa alle due direzioni societarie ed al Ministero della Giustizia.

I sindacati sottolineano che: «i lavoratori al 1 aprile 2018 sono stati oggetto di un passaggio del proprio rapporto di lavoro da Sybaris Srl a Food&Facility Srl, nell'ambito di un riaffido interno al Consorzio Unilabor, in quanto Sybaris non riusciva a far fronte ai pagamenti degli stipendi e alla gestione dell'appalto delle Case Circondariali e che l'operazione, di fatto, è stata condotta come un cambio di appalto, instaurando rapporti di lavoro ex novo dove i dipendenti oltre ad avere retribuito in ritardo le mensilità dovute da Sybaris ad oggi non hanno ancora percepito le competenze di fine rapporto e i Tfr, di cui si era fatto garante il Consorzio».

Per i sindacati «quello che è evidente è che il Ministero della Giustizia, ricorrendo di fatto a gare al massimo ribasso, continua da anni ad appaltare il servizio di ristorazione delle guardie penitenziarie ad aziende che si aggiudicano l'appalto a condizioni non sostenibili che, in breve tempo, vengono scaricate sui lavoratori attraverso la non erogazione degli stipendi ed emolumenti o comunque in costante ritardo».

«L'auspicio - concludono le tre sigle - è che il dicastero fornisca una celere risposta ad una situazione che necessita di una soluzione sia nell'interesse dei lavoratori che operano in appalto, sia del proprio personale di custodia».
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