I murales al mercato di corso Mazzini. <span>Foto Elga Montani</span>
I murales al mercato di corso Mazzini. Foto Elga Montani
Vita di città

Street art contro il degrado nel mercato di piazza Mazzini a Bari

I disegni sono opera di Giuseppe De Palma: «Quello che ci è stato donato non è per il nostro piacere o altro, ma per chi ci è vicino»

L'arte come forma di riscatto e per dare un calcio al degrado spesso imperante, soprattutto in alcuni quartieri. Succede, in questo caso, al quartiere Libertà di Bari come negli ultimi tempi è successo diverse volte in città. Basti pensare al grande disegno coi i tre san Nicola nel sottopasso di via Quintino Sella (forse uno dei primi autorizzati a Bari) o le opere realizzate da Pigment Work Room ad Enziteto, per finire ai recenti lavori di Pao in piazza Garibaldi, gli attacchi notturni di TvBoy con Di Maio con la tuta dell'Ilva o i tanti murales realizzati da Giuseppe D'Asta in collaborazione con il Comune e Retake.

Il mercato di corso Mazzini è un punto importante del quartiere, snodo nevralgico da cui passano tutti i diversi tipi di persone che abitano la zona. Luogo anche simbolo in qualche modo del Libertà, a due passi da quello che forse un giorno, burocrazia permettendo, sarà il parco dell'ex gasometro. Qui, un giovane artista, Giuseppe De Palma che si definisce: «Un ragazzo di quartiere come tutti del resto, tirato su con sacrifici da una famiglia che ha fatto il massimo per non far deragliare i figli verso strade sbagliate, con un dono che non voglio resti privato ma che sua per tutti», nell'arco degli ultimi tre anni circa ha colorato con la sua arte la zona interna del mercato. Per vedere le opere infatti non basta passare davanti alla struttura, bisogna entrarci, bisogna viverla.

«Il Libertà è uno quartieri in cui ho vissuto con la mia famiglia - racconta De Palma - e in cui la mia famiglia ancora risiede. Ricordo che, quando ci trasferimmo, ero nella mia piena immersione nel mondo dei graffiti e della street art e appena trasferitomi la mia attenzione fu totalmente catturata dalle varie superfici ibride che mi circondavano, come ad esempio il muro di contenimento dell'OER tra via Brigata e via Napoli. Era come se mi chiamassero e in qualche modo io le desideravo».

«Ho sempre avuto la voglia di donare al pubblico cittadino, e soprattutto dei quartieri in cui ho vissuto, qualcosa della mia arte o del dono che mi è stato concesso - sottolinea - penso che quello che ci è stato donato non è per il nostro piacere o altro, ma per chi ci è vicino».

Tra i tanti muri del quartiere, la scelta poi cade sul mercato, grazie alla "commissione" fattagli da un amico che all'interno della struttura ha la sua attività di ortofrutta.

«Avevo sviluppato un progetto in collaborazione con un amica che si prestò come modella - ricorda l'artista - ma non riuscivo a trovare un muro dove poterlo liberare. Passarono molti mesi, ma un giorno mi si illuminò qualcosa nella mente quando vidi i muri interni nel mercato. E dopo qualche chiacchierata con chi di dovere, mi fu accordato di dar libera uscita alla mia arte e cosi realizzai il primo murale del mercato di corso Mazzini».

Era il 2017 più o meno, e da allora sono stati diversi i lavori realizzati e altri sono ancora in progetto. Per un Libertà che sia anch'esso, come qualcuno un tempo ebbe l'ardire di dichiarare, un museo a cielo aperto.
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