Scuola e Lavoro
Studenti fuori sede a Bari vittime degli affitti in nero
La denuncia dell'Osservatorio Sicet Cisl Puglia, disponibili meno di 2 mila posti letti per circa 9 mila ragazzi
Bari - sabato 6 ottobre 2018
15.09
Le case per gli studenti a Bari e in tutta la Puglia mancano e i ragazzi finiscono sempre di più nelle mani di chi affitta stanze in nero. Un cane che si morde la coda, i mancati investimenti nella scuola portano troppi studenti che avrebbero diritto ad un posto negli alloggi studenteschi a non averli per mancanza di strutture e la difficoltà a pagare un affitto regolare "obbliga" loro e i loro genitori a rivolgersi al sommerso, senza alcuna garanzia.
«Con l'inizio dell'anno accademico 2018 – 2019 anche stavolta si ripresenta per i circa 11 mila e 400 studenti fuori sede la caccia al posto letto pubblico. Solo a Bari l'Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario (Adisu), che gestisce la disponibilità degli alloggi, può contare solo su 1.877 posti letto a fronte di 9.000 ragazzi fuori sede: quindi impossibilitata a soddisfare la domanda».
Questo il risultato delle ricerche dell'Osservatorio del Sicet Cisl Puglia sulla situazione che ogni anno si propone a chi deve decidere se frequentare atenei lontani dalla propria residenza.
«Il sindacato inquilini della Cisl – osserva il Segretario generale regionale, Paolo Cicerone – da troppo tempo sostiene la necessità di un Piano di edilizia universitaria per gli atenei di Bari, Foggia, Lecce e Taranto. Ribadiamo la nostra richiesta al governo regionale di dar vita ad un programma di offerta di alloggi pubblici per gli universitari che sia degno di questo nome onde evitare la lampante penalizzazione al diritto allo studio per la gran parte degli studenti fuori sede».
Necessario individuare una politica regionale in grado di offrire agli studenti un ventaglio più ampio di possibilità di scelta: «che permetta anche di non ricorrere alla pratica dell'affitto in nero troppo spesso preferita per risparmiare sugli alti costi dei canoni abitativi 'privati' e sottolinea che utilizzare gli affitti in nero costituisce una violazione delle norme di legge sui contratti di locazione punibile con sanzioni amministrative».
Anche per questo motivo il prossimo 12 ottobre si svolgerà una manifestazione per chiedere che il diritto allo studio sia davvero tale. Come sottolineano dall'associazione studentesca Link: «La nostra vita non è un gioco: ora parlano gli studenti, su quelli che sono i nostri reali bisogni durante il nostro percorso di formazione verso la Legge di Stabilità».
«Con l'inizio dell'anno accademico 2018 – 2019 anche stavolta si ripresenta per i circa 11 mila e 400 studenti fuori sede la caccia al posto letto pubblico. Solo a Bari l'Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario (Adisu), che gestisce la disponibilità degli alloggi, può contare solo su 1.877 posti letto a fronte di 9.000 ragazzi fuori sede: quindi impossibilitata a soddisfare la domanda».
Questo il risultato delle ricerche dell'Osservatorio del Sicet Cisl Puglia sulla situazione che ogni anno si propone a chi deve decidere se frequentare atenei lontani dalla propria residenza.
«Il sindacato inquilini della Cisl – osserva il Segretario generale regionale, Paolo Cicerone – da troppo tempo sostiene la necessità di un Piano di edilizia universitaria per gli atenei di Bari, Foggia, Lecce e Taranto. Ribadiamo la nostra richiesta al governo regionale di dar vita ad un programma di offerta di alloggi pubblici per gli universitari che sia degno di questo nome onde evitare la lampante penalizzazione al diritto allo studio per la gran parte degli studenti fuori sede».
Necessario individuare una politica regionale in grado di offrire agli studenti un ventaglio più ampio di possibilità di scelta: «che permetta anche di non ricorrere alla pratica dell'affitto in nero troppo spesso preferita per risparmiare sugli alti costi dei canoni abitativi 'privati' e sottolinea che utilizzare gli affitti in nero costituisce una violazione delle norme di legge sui contratti di locazione punibile con sanzioni amministrative».
Anche per questo motivo il prossimo 12 ottobre si svolgerà una manifestazione per chiedere che il diritto allo studio sia davvero tale. Come sottolineano dall'associazione studentesca Link: «La nostra vita non è un gioco: ora parlano gli studenti, su quelli che sono i nostri reali bisogni durante il nostro percorso di formazione verso la Legge di Stabilità».