
Politica
Teatro Palazzo strapieno per "La Giusta Causa" di Laforgia
L'avvocato barese ha iniziato ieri sera la sua campagna elettorale con Liberi e Uguali, ospiti d'eccezione Luciano Canfora e Gianrico Carofiglio
Bari - venerdì 9 febbraio 2018
0.49
Una folla inaspettata, una marea di gente ad assistere a quella che Michele Laforgia ha battezzato "La Giusta Causa". Ieri sera, al teatro Palazzo, un fiume di persone, tra cui ospiti del calibro di Luciano Canfora e Gianrico Carofiglio, hanno presenziato all'apertura della campagna elettorale dell'avvocato barese, in corsa per Liberi e Uguali. Tutti insieme "per discutere della politica da vivere con passione ed entusiasmo, per il bene di molti e non di pochi" con l'augurio, come sottolinea rivolgendosi a Michele Laforgia suo fratello, che "in qualsiasi direzione tu vada, fallo col massimo della passione".
«Grazie di cuore per essere qui oggi, non era scontato – ha detto dal palco Michele Laforgia – anzi sembrava impossibile che ci fosse così tanta gente. Siamo più del doppio che sono dai 5 stelle (nella stessa sera all'Hotel Excelsior c'era il candidato premier Luigi Di Maio, ndr), di quelli che hanno mandato Di Maio in Parlamento. Eppure ci manca tanta gente. Ci manca il professor Licinio che ha scritto la storia della sinistra di questo paese, persino quelli che di sinistra non erano. Uno storico di statura internazionale, ci mancherà la sua intelligenza, il suo rigore, la fraternità. Un valore che ci ha portato qui, un valore che ci ha abbandonati, lasciandoci ostili, diffidenti, nemici».
«Abbiamo smarrito la creatività – prosegue Laforgia – la mia generazione è stata quella che non ha cambiato il paese, ma la letteratura, la musica, il costume, la moda, il teatro, il cinema. Abbiamo rivoluzionato il mondo della cultura, non solo perché eravamo più giovani. Dobbiamo tornare ad essere così. La nostra campagna elettorale è cominciata al contrario, il nostro manifesto è brutto "solo su fondo bianco, mancano le sagome, la famiglia del Mulino che sorride col candidato verso un futuro radioso"».
«Cosa abbiamo voluto dire con questa campagna elettorale al contrario? Non vendiamo o compriamo voti. Noi vogliamo dire la verità - sottolinea - come l'abbiamo detta sempre anche quando era scomoda, inopportuna, e per questo perderemo. Perché oggi la verità è perdente. Come è possibile? Perché la storia ha cambiato verso e ci ha regalato il capitalismo finanziario, come il gioco d'azzardo: la vincita di uno, corrisponde alla povertà dell'altro. Dovessimo perdere? Useremo una sola arma, con crescente fiducia e forza, la democrazia. Il cambiamento è nelle nostre mani».
«La giusta causa non sono io - conclude Laforgia - la giusta causa è andare a votare e votare per i rappresentanti del proprio territorio, esattamente quello che non si vuole che gli altri facciano. L'avversario vero di questa campagna elettorale non sono gli altri partiti, sono la rassegnazione, l'indifferenza, la passività, che hanno reso possibili leader come Di Maio, come Salvini, come Berlusconi. Noi non resteremo a guardare».
«Grazie di cuore per essere qui oggi, non era scontato – ha detto dal palco Michele Laforgia – anzi sembrava impossibile che ci fosse così tanta gente. Siamo più del doppio che sono dai 5 stelle (nella stessa sera all'Hotel Excelsior c'era il candidato premier Luigi Di Maio, ndr), di quelli che hanno mandato Di Maio in Parlamento. Eppure ci manca tanta gente. Ci manca il professor Licinio che ha scritto la storia della sinistra di questo paese, persino quelli che di sinistra non erano. Uno storico di statura internazionale, ci mancherà la sua intelligenza, il suo rigore, la fraternità. Un valore che ci ha portato qui, un valore che ci ha abbandonati, lasciandoci ostili, diffidenti, nemici».
«Abbiamo smarrito la creatività – prosegue Laforgia – la mia generazione è stata quella che non ha cambiato il paese, ma la letteratura, la musica, il costume, la moda, il teatro, il cinema. Abbiamo rivoluzionato il mondo della cultura, non solo perché eravamo più giovani. Dobbiamo tornare ad essere così. La nostra campagna elettorale è cominciata al contrario, il nostro manifesto è brutto "solo su fondo bianco, mancano le sagome, la famiglia del Mulino che sorride col candidato verso un futuro radioso"».
«Cosa abbiamo voluto dire con questa campagna elettorale al contrario? Non vendiamo o compriamo voti. Noi vogliamo dire la verità - sottolinea - come l'abbiamo detta sempre anche quando era scomoda, inopportuna, e per questo perderemo. Perché oggi la verità è perdente. Come è possibile? Perché la storia ha cambiato verso e ci ha regalato il capitalismo finanziario, come il gioco d'azzardo: la vincita di uno, corrisponde alla povertà dell'altro. Dovessimo perdere? Useremo una sola arma, con crescente fiducia e forza, la democrazia. Il cambiamento è nelle nostre mani».
«La giusta causa non sono io - conclude Laforgia - la giusta causa è andare a votare e votare per i rappresentanti del proprio territorio, esattamente quello che non si vuole che gli altri facciano. L'avversario vero di questa campagna elettorale non sono gli altri partiti, sono la rassegnazione, l'indifferenza, la passività, che hanno reso possibili leader come Di Maio, come Salvini, come Berlusconi. Noi non resteremo a guardare».