Cronaca
«Ti amo da vivere». Gli studenti pugliesi in piazza contro la violenza sulle donne
Un corteo di protesta dopo l'ennesimo femminicidio che ha visto protagonista la giovane pugliese Noemi
Bari - venerdì 15 settembre 2017
Hanno sfilato in corteo per dire basta alla violenza sulle donne e al femminicidio, specialmente dopo l'ultimo caso di cronaca di questi giorni che ha visto protagonista la giovane sedicenne Noemi. Gli studenti pugliesi ci tengono a far sentire la loro voce, e per questo si sono dati appuntamento in piazza Prefettura a Bari, per gridare tutti insieme: «Ti amo da vivere».
«Vogliamo che si attivino programmi di educazione alla sessualità e all'affettività nelle scuole – sottolineano da Link Bari – perché con la consapevolezza e la conoscenza possiamo sconfiggere gli schemi del patriarcato. Vogliamo percorsi di uscita dalla violenza nelle scuole e nelle università, perché nessuna e nessuno di noi rimanga vittima inascoltata».
«Quanto accaduto a Noemi – proseguono – 16enne Leccese uccisa dal suo ragazzo, è solo l'ultimo di tanti episodi di violenza di genere che hanno interessato la nostra regione. La vastità e la capillarità di questo fenomeno non devono assuefarci, ma ci devono spingere a riconoscere una vera e propria emergenza culturale la cui risposta deve costituire una priorità per il nostro territorio e per il paese intero».
«È fondamentale comprendere quali siano le cause di questo fenomeno – concludono – e le sue origini così da potersi liberare di preconcetti di natura 'culturale'. Si può sconfiggere tutto questo solo con la liberazione di chi è vittima, e di chi è schiavo, di questo sistema malato e contraddittorio attraverso la trasformazione culturale della nostra società. Una trasformazione che parta da una educazione alla affettività e alla sessualità all'interno dei luoghi della formazione, e alla creazione di spazi sicuri di confronto e di prevenzione di dinamiche di potere anche tra i giovanissimi».
«Vogliamo che si attivino programmi di educazione alla sessualità e all'affettività nelle scuole – sottolineano da Link Bari – perché con la consapevolezza e la conoscenza possiamo sconfiggere gli schemi del patriarcato. Vogliamo percorsi di uscita dalla violenza nelle scuole e nelle università, perché nessuna e nessuno di noi rimanga vittima inascoltata».
«Quanto accaduto a Noemi – proseguono – 16enne Leccese uccisa dal suo ragazzo, è solo l'ultimo di tanti episodi di violenza di genere che hanno interessato la nostra regione. La vastità e la capillarità di questo fenomeno non devono assuefarci, ma ci devono spingere a riconoscere una vera e propria emergenza culturale la cui risposta deve costituire una priorità per il nostro territorio e per il paese intero».
«È fondamentale comprendere quali siano le cause di questo fenomeno – concludono – e le sue origini così da potersi liberare di preconcetti di natura 'culturale'. Si può sconfiggere tutto questo solo con la liberazione di chi è vittima, e di chi è schiavo, di questo sistema malato e contraddittorio attraverso la trasformazione culturale della nostra società. Una trasformazione che parta da una educazione alla affettività e alla sessualità all'interno dei luoghi della formazione, e alla creazione di spazi sicuri di confronto e di prevenzione di dinamiche di potere anche tra i giovanissimi».