Territorio
Torna la normalità a Pane e Pomodoro. Decaro: «Efe Murat? Ho avuto paura»
Prima giornata senza il relitto della nave sulla spiaggia cittadina. Il sindaco: «Evitato danno ambientale ammortizzabile in 10 anni»
Bari - martedì 12 marzo 2019
11.37
Straordinariamente ordinaria: la spiaggia cittadina di Pane e Pomodoro si presenta stamattina né più né meno che con il suo aspetto tradizionale, e questa è già una notizia. Sì, perché della Efe Murat, il mercantile turco arenatosi il 23 febbraio a Bari, a pochi metri dal bagnasciuga, non c'è più traccia visibile, e quella di oggi è la prima mattinata in cui da Pane e Pomodoro si può scorgere l'orizzonte senza ostacoli per la vista. Le operazioni di trasferimento del relitto nel porto di Bari sono state completate intorno alle 12 di ieri, approfittando dell'alta marea, dai rimorchiatori greci, dalla società olandese incaricata dall'armatore e dalle autorità portuali, che con il loro lavoro hanno restituito alla città la visuale che ha sempre ammirato dello specchio di mare a cui i baresi veraci sono più affezionati.
Restano solo le transenne della Polizia locale a ricordarci che lì, appoggiato sulla barriera frangiflutti, per due settimane c'è stato quello scafo, che negli animi dei baresi ha dosato paura e curiosità in parti eguali. Già, perché se un buon 50% della popolazione di Bari e provincia sfogliando la galleria del proprio smartphone può agilmente ritrovare un selfie con la nave turca sullo sfondo, è altrettanto vero che il rischio di sversamento di liquidi pericolosi in mare c'era, ed era anche parecchio alto con ben 8 falle aperte nella carena, così come quello di un possibile "effetto Concordia".
Chi di sicuro ha tirato un bel sospiro di sollievo è stato il sindaco Decaro, che si è trovato a disinnescare una potenziale bomba ambientale proprio nell'ultimo periodo del suo (primo?) mandato. «Sono stato preoccupato seriamente, per qualche notte non ho dormito - dice il primo cittadino. In questi giorni ho usato dei toni pacati e misurati, propri di chi ha l'onore di guidare una comunità, ma abbiamo avuto paura di una catastrofe ambientale che avremmo risolto forse fra 10 anni», confessa il sindaco.
Una risoluzione lampo, quella del caso Efe Murat. Quando tutti si aspettavano l'inizio degli interventi nella giornata di oggi (12 marzo), un'improvvisa azione nel pomeriggio di domenica scorsa ha dato il via alle procedure di rimozione, condotte in porto (è proprio il caso di dirlo) con grande rapidità. «Per fortuna la nave è stata bonificata dal punto di vista ambientale - prosegue Decaro - rimuovendo gasolio, vernici e acqua emulsionata con olio appena il mare si è calmato. Sono stati bravi nelle operazioni di recupero gli operatori arrivati dall'Olanda che, in collaborazione con Capitaneria di porto e Guardia costiera, sono riusciti a disincagliare la nave in pochissimo tempo, approfittando del picco di alta marea all'alba».
Insomma, qualcuno al relitto della nave magari ci si era anche un po' "affezionato", qualche altro l'aveva iniziato a considerare parte del paesaggio, ma tutto sommato meglio riguardarlo sullo schermo del cellulare o nelle foto di giornali e social network che "in presenza". «Possiamo parlare di un'operazione condotta con grande professionalità; quella nave arenata davanti alla spiaggia di Pane e Pomodoro resterà solo un ricordo curioso per noi baresi nei prossimi anni», conclude Decaro.
Restano solo le transenne della Polizia locale a ricordarci che lì, appoggiato sulla barriera frangiflutti, per due settimane c'è stato quello scafo, che negli animi dei baresi ha dosato paura e curiosità in parti eguali. Già, perché se un buon 50% della popolazione di Bari e provincia sfogliando la galleria del proprio smartphone può agilmente ritrovare un selfie con la nave turca sullo sfondo, è altrettanto vero che il rischio di sversamento di liquidi pericolosi in mare c'era, ed era anche parecchio alto con ben 8 falle aperte nella carena, così come quello di un possibile "effetto Concordia".
Chi di sicuro ha tirato un bel sospiro di sollievo è stato il sindaco Decaro, che si è trovato a disinnescare una potenziale bomba ambientale proprio nell'ultimo periodo del suo (primo?) mandato. «Sono stato preoccupato seriamente, per qualche notte non ho dormito - dice il primo cittadino. In questi giorni ho usato dei toni pacati e misurati, propri di chi ha l'onore di guidare una comunità, ma abbiamo avuto paura di una catastrofe ambientale che avremmo risolto forse fra 10 anni», confessa il sindaco.
Una risoluzione lampo, quella del caso Efe Murat. Quando tutti si aspettavano l'inizio degli interventi nella giornata di oggi (12 marzo), un'improvvisa azione nel pomeriggio di domenica scorsa ha dato il via alle procedure di rimozione, condotte in porto (è proprio il caso di dirlo) con grande rapidità. «Per fortuna la nave è stata bonificata dal punto di vista ambientale - prosegue Decaro - rimuovendo gasolio, vernici e acqua emulsionata con olio appena il mare si è calmato. Sono stati bravi nelle operazioni di recupero gli operatori arrivati dall'Olanda che, in collaborazione con Capitaneria di porto e Guardia costiera, sono riusciti a disincagliare la nave in pochissimo tempo, approfittando del picco di alta marea all'alba».
Insomma, qualcuno al relitto della nave magari ci si era anche un po' "affezionato", qualche altro l'aveva iniziato a considerare parte del paesaggio, ma tutto sommato meglio riguardarlo sullo schermo del cellulare o nelle foto di giornali e social network che "in presenza". «Possiamo parlare di un'operazione condotta con grande professionalità; quella nave arenata davanti alla spiaggia di Pane e Pomodoro resterà solo un ricordo curioso per noi baresi nei prossimi anni», conclude Decaro.