Politica
Tracollo PD alle politiche, Emiliano: «Renzi finge di dimettersi. Avanti senza di lui»
Il governatore della Puglia su Facebook: «Il sogno dell'Ulivo non è morto. Facciamo politica per governare»
Bari - lunedì 5 marzo 2018
21.25
Sono ore di frenesia e sconforto in casa Partito Democratico dopo il risultato delle urne, che ha visto i dem appena al di sopra dei 18 punti percentuali, lontanissimi da Movimento 5 Stelle (prima forza politica del Paese con il 30%) e coalizione di centrodestra, capitanata dalla Lega fino al traguardo del 37%.
Un vero e proprio tracollo elettorale che ha portato il centrosinistra ai minimi storici nel gradimento degli italiani. Oggi pomeriggio è arrivato l'annuncio del segretario PD Matteo Renzi, che con una conferenza stampa tenutasi a Roma presso la sede del Nazareno ha annunciato le sue dimissioni dalla plancia di comando del partito. Una decisione inevitabile che, però, è accompagnata da alcune riserve: Renzi ha, infatti, annunciato che resterà alla guida del Partito Democratico fino alla formazione del governo e alla risoluzione della crisi generata da un voto che non ha fornito a partiti e coalizioni i numeri sufficienti alla creazione di una maggioranza di governo.
Dopo ore di rumorosissimo silenzio, in serata è arrivata la reazione del governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, uno dei leader delle minoranze che animano la dialettica interna ai dem. «Dalle sconfitte, anche quando sono annunciate e pesanti, bisogna sempre trarre insegnamento per rilanciare la propria battaglia per il bene comune. La comunità del centro sinistra esiste, è smarrita e ha bisogno di ritrovarsi e rifondarsi», esordisce su Facebook il presidente Emiliano.
L'indice accusatore è puntato contro Matteo Renzi, che secondo Emiliano «Punta alla sua autoconservazione», e perciò «Sta pensando a come rientrare in partita, non a come far rientrare il Paese in partita. Per questo finge di dimettersi».
Emiliano coglie la palla al balzo per ribadire la sua lontananza d'indirizzo, politico e ideologico, dal (quasi) dimissionario segretario nazionale, affermando che «La nostra prospettiva è sempre stata opposta, facciamo politica per governare, sulla base di programmi condivisi dal basso coerenti con i valori del centro sinistra, per cambiare in meglio le città, le regioni, il Paese. La nostra storia parla per noi. La storia di Renzi è diversa, perché in pochi anni ha portato il centro sinistra al peggior risultato di sempre e il partito a una scissione interna insanabile, devastando il sogno dell'Ulivo».
Un ideale che d'ora in avanti sarà costretto a sgomitare e a farsi strada in un mare incerto, in cui i movimenti populisti (M5S e Lega in testa) hanno di fatto monopolizzato la scena politica tricolore. Per quanto difficile, la missione per il governatore Emiliano non sembra essere impossibile. «Ma quel sogno - rilancia infatti Emiliano in conclusione - vive ancora in tantissime realtà del Paese, dove il centro sinistra governa bene da decenni, ed è un sogno presente nel cuore di tantissimi militanti. Quel sogno vive perché c'è chi lavora per unire, non per dividere. Chi lavora rispettando la volontà popolare, i cittadini, le minoranze e persino gli avversari politici. Perché ci sono persone credibili che dicono una cosa e poi la fanno. Questi punti fermi, unità, rispetto, credibilità, responsabilità, sono la cifra del buon governo e della buona amministrazione. Questa è la storia di un centro sinistra per il quale ancora oggi, nonostante Renzi, vale la pena continuare a battersi».
Un vero e proprio tracollo elettorale che ha portato il centrosinistra ai minimi storici nel gradimento degli italiani. Oggi pomeriggio è arrivato l'annuncio del segretario PD Matteo Renzi, che con una conferenza stampa tenutasi a Roma presso la sede del Nazareno ha annunciato le sue dimissioni dalla plancia di comando del partito. Una decisione inevitabile che, però, è accompagnata da alcune riserve: Renzi ha, infatti, annunciato che resterà alla guida del Partito Democratico fino alla formazione del governo e alla risoluzione della crisi generata da un voto che non ha fornito a partiti e coalizioni i numeri sufficienti alla creazione di una maggioranza di governo.
Dopo ore di rumorosissimo silenzio, in serata è arrivata la reazione del governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, uno dei leader delle minoranze che animano la dialettica interna ai dem. «Dalle sconfitte, anche quando sono annunciate e pesanti, bisogna sempre trarre insegnamento per rilanciare la propria battaglia per il bene comune. La comunità del centro sinistra esiste, è smarrita e ha bisogno di ritrovarsi e rifondarsi», esordisce su Facebook il presidente Emiliano.
L'indice accusatore è puntato contro Matteo Renzi, che secondo Emiliano «Punta alla sua autoconservazione», e perciò «Sta pensando a come rientrare in partita, non a come far rientrare il Paese in partita. Per questo finge di dimettersi».
Emiliano coglie la palla al balzo per ribadire la sua lontananza d'indirizzo, politico e ideologico, dal (quasi) dimissionario segretario nazionale, affermando che «La nostra prospettiva è sempre stata opposta, facciamo politica per governare, sulla base di programmi condivisi dal basso coerenti con i valori del centro sinistra, per cambiare in meglio le città, le regioni, il Paese. La nostra storia parla per noi. La storia di Renzi è diversa, perché in pochi anni ha portato il centro sinistra al peggior risultato di sempre e il partito a una scissione interna insanabile, devastando il sogno dell'Ulivo».
Un ideale che d'ora in avanti sarà costretto a sgomitare e a farsi strada in un mare incerto, in cui i movimenti populisti (M5S e Lega in testa) hanno di fatto monopolizzato la scena politica tricolore. Per quanto difficile, la missione per il governatore Emiliano non sembra essere impossibile. «Ma quel sogno - rilancia infatti Emiliano in conclusione - vive ancora in tantissime realtà del Paese, dove il centro sinistra governa bene da decenni, ed è un sogno presente nel cuore di tantissimi militanti. Quel sogno vive perché c'è chi lavora per unire, non per dividere. Chi lavora rispettando la volontà popolare, i cittadini, le minoranze e persino gli avversari politici. Perché ci sono persone credibili che dicono una cosa e poi la fanno. Questi punti fermi, unità, rispetto, credibilità, responsabilità, sono la cifra del buon governo e della buona amministrazione. Questa è la storia di un centro sinistra per il quale ancora oggi, nonostante Renzi, vale la pena continuare a battersi».