Cronaca
Traffico di droga fra Bari e l'Albania, scacco al clan Velluto. 17 arresti: i nomi
A tradire il gruppo criminale un post Facebook. Il sostituto procuratore Ginefra: «Sodalizio che agiva in silenzio»
Bari - giovedì 4 ottobre 2018
12.49
Duro colpo inferto dai Carabinieri al clan criminale Velluto: nel corso della nottata i militari del Comando Provinciale Bari hanno eseguito 17 ordinanze di custodia cautelare (12 delle quali in carcere e 5 ai domiciliari), emesse dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica, nei confronti di altrettanti soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti con le aggravanti dell'ingente quantità e della transnazionalità (i traffici illegali avvenivano fra Bari e l'Albania), detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, con l'aggravante di aver agevolato l'associazione mafiosa, nonché detenzione di munizionamento comune e da guerra. Le misure sono state eseguite a Bari, Fasano (Br), Lecce e in un'altra località protetta.
A finire in carcere sono stati:
VELLUTO Domenico, 53enne, detto "Mimmo Velluto";
CASTORO Francesco, 51enne, detto "Grisù";
DE GIGLIO Vincenzo, 28enne, detto "Pisellino";
FERRARA Paolo, 43enne;
FRANCO Francesco, 28enne;
GALLO Cosimo, 56enne;
MARVULLI Gianluca, 36enne, detto "Luca";
RANIERI Umberto, 50enne;
PERFETTO Luigi, 57enne;
PINTO Vito, 42enne;
ROMITO Pietro, 33enne, detto "Piero Prosciutto";
SASSANELLI Nicola, 40enne, detto "Banana".
Ai domiciliari:
COLASUONNO Renato, 66enne, detto "Marcello";
FANELLI Angelo, 34enne;
MEMOLA Davide, 39enne;
DE MANNA Antonio, 35enne,
FRADDOSIO Umberto, 35enne.
L'attività investigativa, denominata "Drug Boat" ha permesso di accertare l'operatività del clan Velluto, con al vertice Domenico Velluto, nel rione Carrassi-San Pasquale di Bari. Dall'operazione sono emersi «Gli ottimi rapporti del clan con l'Albania e con altri sodalizi criminali cittadini attivi nel traffico di droga» - spiega il procuratore aggiunto Francesco Giannella.
Le basi logistiche del clan erano tutte a Bari, fra San Giorgio, Torre a Mare e addirittura nei pressi della chiesa di San Marcello. Una delle villette era luogo di destinazione di ingenti carichi di stupefacenti in arrivo dall'Italia settentrionale. In una circostanza sono stati rinvenuti e sequestrati dai militari 20 kg. di marijuana, 10 kg. di hashish suddivisi in ovuli da 10 grammi ciascuno. In un secondo intervento, sempre nella stessa villetta, i miliari del Nucleo Operativo della Compagnia di Bari Centro hanno arrestato tre pregiudicati trovati in possesso di 800 grammi di hashish suddivisi in panetti. «Abbiamo scoperto - dice il sostituto procuratore Isabella Ginefra - l'esistenza di due ville abusivamente occupate dal gruppo criminale e usate per lo stoccaggio e il taglio degli stupefacenti. Una base operativa era anche nel quartiere San Pasquale, in un gazebo ubicato in via Salvemini, dove avvenivano incontri e scambi con altri clan baresi e personaggi vicini alla Sacra Corona Unita. Gli arrestati sono tutti personaggi di grosso calibro; Domenico Velluto era già stato condannato a 20 anni di carcere per omicidio».
La particolarità di questo gruppo criminale è quella di agire con massima riservatezza, a differenza del codice di condotta generalmente assunto dai sodalizi mafiosi. «Si tratta di un clan molto attivo, fiorente e che agiva nel silenzio - continua Ginefra. L'ingente mole di danaro movimentato dai Velluto avveniva nel riservo più totale. Molto spesso si sente parlare di altri clan; molto meno dei Velluto perché hanno una straordinaria capacità pervasiva in città, soprattutto nella movimentazione di droga e danaro».
Droga ma non solo; nelle maglie dei Carabinieri sono finite anche pericolose armi: «Sono stati sequestrati due Kalashnikov, più diverse munizioni e armi comuni da sparo», precisa Ginefra. Nell'altra villetta di Torre a Mare i militari hanno, inoltre, intercettato un carico di droga in arrivo dall'Albania. IIl trasporto internazionale sull'asse Albania-Puglia avveniva via mare, con l'utilizzo di un natante, dotato di due motori fuoribordo da 250 cavalli ciascuno ed appositamente equipaggiato da alcuni membri dell'organizzazione, a bordo del quale lo scafista ha trasportato, dalle coste albanesi a quelle baresi, quasi 7 quintali di marijuana, in grossi imballaggi, sottoposti a sequestro, per un valore complessivo pari a 5 milioni di euro. La svolta nelle indagini è arrivata per un errore di uno dei personaggi più influenti del clan, tradito da una foto della barca in questione postata Facebook: «L'intuizione è stata ottima - commenta Ginefra. Abbiamo collocato un Gps all'interno del natante di proprietà del braccio destro di Velluto. Grazie a questo stratagemma è stato possibile non solo filmare le attività legate al potenziamento del mezzo, ma anche seguire le rotte tracciate dalla barca fino a Valona e ritorno. Sia durante il viaggio di prova intrapreso da alcuni sodali, sia durante la spedizione vera e propria, uno dei viaggi clou dell'intero traffico, che ha condotto al sequestro di circa 7 quintali di stupefacenti». In una delle due villette, inoltre, gli inquirenti hanno rinvenuto la carta d'identità della figlia di uno dei sodali; elemento che ha dato ancora maggior spinta alle indagini.
L'attività d'indagine condotta dai Carabinieri, avvalendosi delle testimonianze dei collaboratori di giustizia, ha permesso di tracciare una vera e propria geografia dei clan baresi che s'intersecavano con la famiglia Velluto per i loro traffici illeciti. «Nel corso delle investigazioni - conclude il capitano Umberto Pepe - abbiamo appurato lo stretto collegamento fra il clan Velluto e i clan Misceo del rione San Paolo e Parisi del rione Japigia».
A finire in carcere sono stati:
VELLUTO Domenico, 53enne, detto "Mimmo Velluto";
CASTORO Francesco, 51enne, detto "Grisù";
DE GIGLIO Vincenzo, 28enne, detto "Pisellino";
FERRARA Paolo, 43enne;
FRANCO Francesco, 28enne;
GALLO Cosimo, 56enne;
MARVULLI Gianluca, 36enne, detto "Luca";
RANIERI Umberto, 50enne;
PERFETTO Luigi, 57enne;
PINTO Vito, 42enne;
ROMITO Pietro, 33enne, detto "Piero Prosciutto";
SASSANELLI Nicola, 40enne, detto "Banana".
Ai domiciliari:
COLASUONNO Renato, 66enne, detto "Marcello";
FANELLI Angelo, 34enne;
MEMOLA Davide, 39enne;
DE MANNA Antonio, 35enne,
FRADDOSIO Umberto, 35enne.
L'attività investigativa, denominata "Drug Boat" ha permesso di accertare l'operatività del clan Velluto, con al vertice Domenico Velluto, nel rione Carrassi-San Pasquale di Bari. Dall'operazione sono emersi «Gli ottimi rapporti del clan con l'Albania e con altri sodalizi criminali cittadini attivi nel traffico di droga» - spiega il procuratore aggiunto Francesco Giannella.
Le basi logistiche del clan erano tutte a Bari, fra San Giorgio, Torre a Mare e addirittura nei pressi della chiesa di San Marcello. Una delle villette era luogo di destinazione di ingenti carichi di stupefacenti in arrivo dall'Italia settentrionale. In una circostanza sono stati rinvenuti e sequestrati dai militari 20 kg. di marijuana, 10 kg. di hashish suddivisi in ovuli da 10 grammi ciascuno. In un secondo intervento, sempre nella stessa villetta, i miliari del Nucleo Operativo della Compagnia di Bari Centro hanno arrestato tre pregiudicati trovati in possesso di 800 grammi di hashish suddivisi in panetti. «Abbiamo scoperto - dice il sostituto procuratore Isabella Ginefra - l'esistenza di due ville abusivamente occupate dal gruppo criminale e usate per lo stoccaggio e il taglio degli stupefacenti. Una base operativa era anche nel quartiere San Pasquale, in un gazebo ubicato in via Salvemini, dove avvenivano incontri e scambi con altri clan baresi e personaggi vicini alla Sacra Corona Unita. Gli arrestati sono tutti personaggi di grosso calibro; Domenico Velluto era già stato condannato a 20 anni di carcere per omicidio».
La particolarità di questo gruppo criminale è quella di agire con massima riservatezza, a differenza del codice di condotta generalmente assunto dai sodalizi mafiosi. «Si tratta di un clan molto attivo, fiorente e che agiva nel silenzio - continua Ginefra. L'ingente mole di danaro movimentato dai Velluto avveniva nel riservo più totale. Molto spesso si sente parlare di altri clan; molto meno dei Velluto perché hanno una straordinaria capacità pervasiva in città, soprattutto nella movimentazione di droga e danaro».
Droga ma non solo; nelle maglie dei Carabinieri sono finite anche pericolose armi: «Sono stati sequestrati due Kalashnikov, più diverse munizioni e armi comuni da sparo», precisa Ginefra. Nell'altra villetta di Torre a Mare i militari hanno, inoltre, intercettato un carico di droga in arrivo dall'Albania. IIl trasporto internazionale sull'asse Albania-Puglia avveniva via mare, con l'utilizzo di un natante, dotato di due motori fuoribordo da 250 cavalli ciascuno ed appositamente equipaggiato da alcuni membri dell'organizzazione, a bordo del quale lo scafista ha trasportato, dalle coste albanesi a quelle baresi, quasi 7 quintali di marijuana, in grossi imballaggi, sottoposti a sequestro, per un valore complessivo pari a 5 milioni di euro. La svolta nelle indagini è arrivata per un errore di uno dei personaggi più influenti del clan, tradito da una foto della barca in questione postata Facebook: «L'intuizione è stata ottima - commenta Ginefra. Abbiamo collocato un Gps all'interno del natante di proprietà del braccio destro di Velluto. Grazie a questo stratagemma è stato possibile non solo filmare le attività legate al potenziamento del mezzo, ma anche seguire le rotte tracciate dalla barca fino a Valona e ritorno. Sia durante il viaggio di prova intrapreso da alcuni sodali, sia durante la spedizione vera e propria, uno dei viaggi clou dell'intero traffico, che ha condotto al sequestro di circa 7 quintali di stupefacenti». In una delle due villette, inoltre, gli inquirenti hanno rinvenuto la carta d'identità della figlia di uno dei sodali; elemento che ha dato ancora maggior spinta alle indagini.
L'attività d'indagine condotta dai Carabinieri, avvalendosi delle testimonianze dei collaboratori di giustizia, ha permesso di tracciare una vera e propria geografia dei clan baresi che s'intersecavano con la famiglia Velluto per i loro traffici illeciti. «Nel corso delle investigazioni - conclude il capitano Umberto Pepe - abbiamo appurato lo stretto collegamento fra il clan Velluto e i clan Misceo del rione San Paolo e Parisi del rione Japigia».