Cronaca
Traffico di marijuana nel quartiere Libertà di Bari, 8 arresti. I NOMI
Sgominata un'organizzazione composta da africani. Le indagini iniziate nel 2018, sequestrate anche 1.000 pasticche di Tramadol
Bari - martedì 28 gennaio 2025
19.59
Tra di loro usavano nomi in codice. Oggi, però, otto persone fra i 26 e 42 anni del Gambia e della Nigeria sono state arrestate: nei loro confronti la Polizia di Stato ha eseguito una misura del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Ilaria Casu, con l'accusa di aver fatto parte di un'associazione per delinquere.
Al gabbio sono finiti il 30enne nigeriano Ifeanyi John Ezeiru, ritenuto «al vertice del sodalizio criminoso», la moglie Becky Oluchi Okoye, 38enne, il 40enne Justice Osamede Imasuen, il 31enne Godswill Ogbe, il 27enne Oseiwei Omonzokpia, il 26enne Muhammed Barry, il 40enne Daniel Ayemere e il 42enne Don Donald, tutti nullafacenti. I componenti parlavano in codice e, dopo l'appuntamento telefonico, il modus operandi era lo stesso: venditori ed acquirenti si trovavano in strada.
In soli 6 mesi - le indagini sono durate da ottobre 2019 ad aprile 2020 - avrebbero piazzato sul mercato svariati quantitativi di erba. L'attività è iniziata a dicembre 2018 dopo l'arresto del nigeriano Arthur Ngwuogbe a Monaco di Baviera trovato con 2,164 chili di marijuana che «riferiva di aver avuto da un suo connazionale a Bari». Quell'uomo, alias «Ifany» era in realtà Ezeiru, domiciliato in via Fieramosca, «proprio dove i 18 indagati erano soliti incontrarsi per lo smercio della droga».
Il sodalizio, che agiva stanziato in particolare al Libertà, vendeva marijuana, specialmente all'ingrosso, rifornendo direttamente gli spacciatori, prevalentemente stranieri: «Il pantalone... pantalone... non più pantaloncino». Dopo mesi di delicate indagini i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Bari sono riusciti a sgominare un gruppo di pusher che rifornivano Bari, ma che non disdegnavano la piazza di Taranto spingendosi fuori regione, a Matera, a Salerno e pure Napoli.
«All'interno di Bari - hanno documentato le indagini del pubblico ministero antimafia Iolanda Daniela Chimienti - i destinatari finali dell'approvvigionamento sono risultati i pusher stranieri gravitanti nell'area di piazza Umberto». Nel corso degli accertamenti, consistiti, «supportati dalle dichiarazioni rese da un collaboratore nigeriano», Derrick Osayomore, gli agenti del primo dirigente Filippo Portoghese hanno sequestrato ben 1.000 pasticche di Tramadol, un oppioide antidolorifico.
Nei confronti di tutti gli indagati, per la gip di Bari, «sussiste il pericolo di reiterazione criminosa». Nel corso dell'attività di indagine, infine, sono emersi elementi investigativi, tali da ritenere che dei membri del gruppo possano essere vicini alla confraternita nigeriana cultista dei Black Axe-Aye, una "gang in stile mafioso".
Al gabbio sono finiti il 30enne nigeriano Ifeanyi John Ezeiru, ritenuto «al vertice del sodalizio criminoso», la moglie Becky Oluchi Okoye, 38enne, il 40enne Justice Osamede Imasuen, il 31enne Godswill Ogbe, il 27enne Oseiwei Omonzokpia, il 26enne Muhammed Barry, il 40enne Daniel Ayemere e il 42enne Don Donald, tutti nullafacenti. I componenti parlavano in codice e, dopo l'appuntamento telefonico, il modus operandi era lo stesso: venditori ed acquirenti si trovavano in strada.
In soli 6 mesi - le indagini sono durate da ottobre 2019 ad aprile 2020 - avrebbero piazzato sul mercato svariati quantitativi di erba. L'attività è iniziata a dicembre 2018 dopo l'arresto del nigeriano Arthur Ngwuogbe a Monaco di Baviera trovato con 2,164 chili di marijuana che «riferiva di aver avuto da un suo connazionale a Bari». Quell'uomo, alias «Ifany» era in realtà Ezeiru, domiciliato in via Fieramosca, «proprio dove i 18 indagati erano soliti incontrarsi per lo smercio della droga».
Il sodalizio, che agiva stanziato in particolare al Libertà, vendeva marijuana, specialmente all'ingrosso, rifornendo direttamente gli spacciatori, prevalentemente stranieri: «Il pantalone... pantalone... non più pantaloncino». Dopo mesi di delicate indagini i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Bari sono riusciti a sgominare un gruppo di pusher che rifornivano Bari, ma che non disdegnavano la piazza di Taranto spingendosi fuori regione, a Matera, a Salerno e pure Napoli.
«All'interno di Bari - hanno documentato le indagini del pubblico ministero antimafia Iolanda Daniela Chimienti - i destinatari finali dell'approvvigionamento sono risultati i pusher stranieri gravitanti nell'area di piazza Umberto». Nel corso degli accertamenti, consistiti, «supportati dalle dichiarazioni rese da un collaboratore nigeriano», Derrick Osayomore, gli agenti del primo dirigente Filippo Portoghese hanno sequestrato ben 1.000 pasticche di Tramadol, un oppioide antidolorifico.
Nei confronti di tutti gli indagati, per la gip di Bari, «sussiste il pericolo di reiterazione criminosa». Nel corso dell'attività di indagine, infine, sono emersi elementi investigativi, tali da ritenere che dei membri del gruppo possano essere vicini alla confraternita nigeriana cultista dei Black Axe-Aye, una "gang in stile mafioso".