Politica
Tribunale di Bari, Decaro a Bonafede: «Risposte subito o manifestazioni eclatanti»
Il sindaco: «Trovata intesa sul polo della giustizia ma qualcosa si è inceppato». Melini: «Solidarietà ai magistrati»
Bari - lunedì 18 febbraio 2019
20.28
Si torna a parlare dell'emergenza edilizia giudiziaria di Bari. L'adattamento a tribunale del palazzo ex Telecom in via Dioguardi null'altro è se non una soluzione tampone, in vista della realizzazione di un polo della giustizia nuovo per cui, però, l'iter sembra ancora lungo e complesso. «Ho scritto una lettera al ministro Bonafede e ho incontrato personalmente il direttore generale (del ministero della Giusitizia, ndr), e spero di ricevere una risposta nei prossimi giorni, altrimenti credo di avere il dovere di assumere anche una posizione, una iniziativa anche eclatante nei confronti del Ministero». A dichiararlo è il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, intervenendo all'incontro organizzato da Anm, Magistratura indipendente e Ordine degli Avvocati di Bari sulla carenza di organici nel distretto. Problema che si somma al già atavico disagio legato a un'edilizia giudiziaria traballante.
«Avevamo trovato un'intesa - continua Decaro - e firmato un protocollo per la realizzazione del Polo della Giustizia ma qualcosa si deve essere inceppato, perché non abbiamo ancora una risposta dopo l'invio a ottobre scorso dello studio di fattibilità per la progettazione preliminare».
Sulla vicenda ha detto la sua anche Irma Melini, consigliera comunale del Gruppo misto e candidata a sindaco di Bari. Manifestando «Tutta la mia solidarietà come istituzione e come cittadina barese» al popolo togato, Melini aggiunge che «L'aumento della dotazione nazionale della pianta organica dei magistrati imporrebbe a questo Governo di destinarne una importante percentuale alla Puglia. Ritengo opportuno che i rappresentanti delle sedi pugliesi siano ascoltati in Commissione Giustizia così che i parlamentari si rendano definitivamente conto della grave emergenza in cui oggi versa questo territorio, che interessa non soltanto il personale giudiziario ma anche quello amministrativo e la dislocazione degli uffici. Non si può, infatti, lasciare questa terra senza un tribunale o non può essere che la giustizia sia affidata a più "sedi di fortuna", perché neanche strutturalmente adeguate. È chiaro che tutto questo contribuisce al proliferare della criminalità che si sente libera di operare in una terra dove lo Stato evidentemente è assente. Quindi il mio "grazie" va a chi oggi ha sollevato nuovamente il tema dell'emergenza giustizia in Puglia e a Bari, va ai magistrati, al personale amministrativo e agli avvocati che operano in condizioni precarie e che, nonostante tutto, cercano di mantenere ancora alta la bandiera della giustizia in questa terra».
«Avevamo trovato un'intesa - continua Decaro - e firmato un protocollo per la realizzazione del Polo della Giustizia ma qualcosa si deve essere inceppato, perché non abbiamo ancora una risposta dopo l'invio a ottobre scorso dello studio di fattibilità per la progettazione preliminare».
Sulla vicenda ha detto la sua anche Irma Melini, consigliera comunale del Gruppo misto e candidata a sindaco di Bari. Manifestando «Tutta la mia solidarietà come istituzione e come cittadina barese» al popolo togato, Melini aggiunge che «L'aumento della dotazione nazionale della pianta organica dei magistrati imporrebbe a questo Governo di destinarne una importante percentuale alla Puglia. Ritengo opportuno che i rappresentanti delle sedi pugliesi siano ascoltati in Commissione Giustizia così che i parlamentari si rendano definitivamente conto della grave emergenza in cui oggi versa questo territorio, che interessa non soltanto il personale giudiziario ma anche quello amministrativo e la dislocazione degli uffici. Non si può, infatti, lasciare questa terra senza un tribunale o non può essere che la giustizia sia affidata a più "sedi di fortuna", perché neanche strutturalmente adeguate. È chiaro che tutto questo contribuisce al proliferare della criminalità che si sente libera di operare in una terra dove lo Stato evidentemente è assente. Quindi il mio "grazie" va a chi oggi ha sollevato nuovamente il tema dell'emergenza giustizia in Puglia e a Bari, va ai magistrati, al personale amministrativo e agli avvocati che operano in condizioni precarie e che, nonostante tutto, cercano di mantenere ancora alta la bandiera della giustizia in questa terra».