Il palazzo di Giustizia
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Vita di città

Tribunale di via Nazariantz, revocata l'agibilità

Il Comune corre ai ripari dopo la denuncia dei problemi strutturali da parte del Procuratore Volpe

"Tenuto conto dei contenuti della perizia depositata in questi giorni e resa nota dal procuratore della Repubblica Giuseppe Volpe, il direttore della ripartizione Urbanistica ed Edilizia privata, l'ingegner Pompeo Colacicco, ha sospeso l'agibilità e avviato il procedimento finalizzato alla revoca del certificato di agibilità dell'immobile di via Nazariantz". E' quanto afferma il Comune di Bari dopo le polemiche sollevate in questi giorni a seguito dell'allarme lanciato da Volpe (https://bit.ly/2khpZDM) dopo che l'Inail proprietaria dell'immobile, aveva depositato un documento di 600 pagine in cui non viene fatta menzione di un 'rischio crollo', ma di necessari lavori di consolidamento, lavori che potrebbero rendere necessario la chiusura degli uffici.
Dopo aver esaminato la perizia dell'ingegner Vitone, l'ingegner Tondo, direttore della ripartizione IVOP, del Comune di Bari, ha invitato l'Inail a comunicare, entro il termine di cinque giorni, gli interventi di natura cautelativa che la proprietà intende proporre per fronteggiare i rischi descritti.
La stessa nota è stata inviata per conoscenza a tutti gli uffici competenti sia del Ministero della Giustizia sia dei responsabili degli uffici giudiziari baresi.
Il sindaco di Bari Antonio Decaro ha chiesto al Prefetto di Bari di "convocare tutte le amministrazioni coinvolte affinché si possa congiuntamente definire un cronoprogramma dettagliato delle attività conseguenti". Il Palazzo di Giustizia non è nuovo a problematiche di natura strutturale e tecnica. In passato era stato nell'ordine letteralmente invaso dai topi, dopo diverse disinfestazioni aveva avuto problemi di infiltrazioni e poi era stato al centro di una richiesta di sfratto da parte dell'Inail perchè il Ministero della Giustizia non pagava l'affitto. Rate non pagate perchè la struttura andava riqualificata, insomma il "cane che si morde la coda". Ora l'ultima tegola dell'inagibilità. Intanto gli avvocati non hanno nessuna intenzione di lasciare il quartiere Libertà, zona in cui negli anni hanno aperto la maggior parte dei loro studi, per spostarsi nella zona delle casermette, dove potrebbe sorgere il nuovo polo della giustizia e minacciano di scioperare ad oltranza.
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