Un impianto di trivellazione
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Territorio

Trivelle sì, trivelle no, Emiliano chiama a raccolta gli altri presidenti di Regione

Dopo il pasticcio di Capodanno su autorizzazioni firmate da Di Maio, le rassicurazioni del ministro Costa. Ma il governatore della Puglia non ci sta

Lo aveva denunciato nei giorni scorsi l'esponente dei Verdi Angelo Bonelli: "Il Ministero dello Sviluppo Economico di Luigi Di Maio ha dato il via libera alle trivelle per la ricerca del petrolio nel mar Ionio". Il 31 dicembre infatti è stato pubblicato sul BUIG (bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle geo risorse) l'autorizzazione a tre nuovi permessi (F.R43-44-45.GM) di ricerca petrolifera su una superficie complessiva di 2200 km/q a favore della società americana Global MED LLC, con sede legale in Colorado, Usa. Dopo quella denuncia il caos, sino alla presa di posizione del ministro dell' Ambiente Sergio Costa che ha assicurato di non aver mai firmato nuove autorizzazioni in questo ambito. "Sono al lavoro assieme al Mise - si legge in un post facebook del ministro - per inserire nel dl Semplificazioni una norma per lo stop a 40 permessi pendenti. I permessi in questi giorni dal Mise sono purtroppo il compimento amministrativo obbligato di un sí dato dal ministero dell'Ambiente del precedente governo". In quel caos si è inserito ieri anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che ha annunciato per il 14 gennaio una protesta a Bari con i componenti del Comitato Promotore dei Referendum antitrivelle svoltosi il 17 aprile 2016, di tutti i rappresentanti interessati delle Regioni e dei Consigli Regionali che col loro voto chiesero lo svolgimento della consultazione referendaria.

Lo scopo è quello di costruire una nuova iniziativa politica per fermare le trivellazioni nei mari italiani.

"È insopportabile - spiega Emiliano - la bieca ipocrisia di chi, dopo aver finto di lottare al nostro fianco, appena giunto al Governo del Paese anche grazie ai tanti elettori sensibili a questo argomento, ora assume le medesime condotte dei governi precedenti che si volevano contrastare con la richiesta di referendum antitrivelle. Tali posizioni esprimono una totale indifferenza per le questioni ambientali e per la tutela dei nostri mari e dei nostri territori senza alcuna reale prospettiva di sviluppo economico. Ma soprattutto un cinismo spietato e lobbista come già constatato dalla Puglia nei voltafaccia insopportabili sulle questioni Ilva e Tap. La firma dei permessi di ricerca petrolifera con l'Air Gun tra Natale e Capodanno, dà il senso di una delusione grandissima nei confronti di avversari politici con i quali il Governo pugliese aveva lealmente collaborato su queste grandi battaglie senza esitare ad entrare in contrasto con i governi del centrosinistra."
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