Attualità
Un funerale in piazza, per dare voce alle persone trans
La manifestazione ieri sera per il Transgender Day of Remembrance
Bari - giovedì 21 novembre 2024
14.44
Tante candele hanno illuminato il buio della serata ieri sera in piazza a Bari, dove è andato in scena un "funerale" per il Transgender Day of Remembrance.
A prendere la parola solo persone trans per dare voce a chi, ancora oggi, troppo spesso, non ha alcuna voce.
«Il 20 Novembre è la giornata internazionale di commemorazione per le vittime di transfobia - si legge nel manifesto diffuso dagli organizzatori -. Le vittime (registrate) di quest'anno sono più di 400 e continuano a crescere ogni giorno. Questo 20 novembre rivendichiamo una sola cosa: un momento per ricordare tutte le persone trans+ che sono state uccise dall'odio transfobico. Quest'anno abbiamo deciso di non compiacere la logica malata del capitalismo, che ci vuole produttive anche in un momento di lutto. Sentiamo forte l'esigenza di fermarci, per un giorno, per ricordare delle vittime che altrimenti, uccideremmo due volte».
La scelta di mettere in scena in funerale legata proprio a quanto ancora sia radicato in questa società l'odio e la paura nei confronti delle persone trans.
«Saremo in piazza solo per loro e per nessun altro - si legge ancora nel manifesto -. È un funerale, non dobbiamo renderlo interessante. A maggior ragione se questo significa compiacere tutte le persone che per noi non hanno fatto niente. È una questione di dignità, siamo stanche di chiedere di essere trattat3 come persone. Siamo stanche del fatto che ci si aspetti da noi l'ennesimo documento di richiesta formale per diritti che tutte le persone cis danno per scontati. Siamo stanche di dover continuare a spiegarvi perché è ora che la finiate di credere di sapere meglio di noi che cosa è meglio per noi, spacciandovi per alleat3, continuando a minare il nostro diritto all'autodeterminazione. Siamo stanche di una classe politica di incompetenti funzionali, che non si vergognano a farsi una foto con la bandiera che rappresenta la nostra vita e la nostra lotta, sapendo di non avere alcuna intenzione di cambiare nulla, o ancora, di strutture sanitarie che non sono in grado di assumere il personale necessario per garantire un servizio che in molti casi è salva-vita. Questo 20 novembre non è per nessuno se non per le vittime. Se avete intenzione di venire in piazza per sentirvi la coscienza pulita, sappiate che non sarà così, questo 20 novembre sarà scomodo. Non ci impegneremo in questo senso, ancora una volta perché questo giorno non è per voi, sarà scomodo perché senza di voi questa giornata non esisterebbe nemmeno. Per queste ragioni abbiamo scritto questo manifesto, la buona fede è finita, ed è colpa vostra».
A prendere la parola solo persone trans per dare voce a chi, ancora oggi, troppo spesso, non ha alcuna voce.
«Il 20 Novembre è la giornata internazionale di commemorazione per le vittime di transfobia - si legge nel manifesto diffuso dagli organizzatori -. Le vittime (registrate) di quest'anno sono più di 400 e continuano a crescere ogni giorno. Questo 20 novembre rivendichiamo una sola cosa: un momento per ricordare tutte le persone trans+ che sono state uccise dall'odio transfobico. Quest'anno abbiamo deciso di non compiacere la logica malata del capitalismo, che ci vuole produttive anche in un momento di lutto. Sentiamo forte l'esigenza di fermarci, per un giorno, per ricordare delle vittime che altrimenti, uccideremmo due volte».
La scelta di mettere in scena in funerale legata proprio a quanto ancora sia radicato in questa società l'odio e la paura nei confronti delle persone trans.
«Saremo in piazza solo per loro e per nessun altro - si legge ancora nel manifesto -. È un funerale, non dobbiamo renderlo interessante. A maggior ragione se questo significa compiacere tutte le persone che per noi non hanno fatto niente. È una questione di dignità, siamo stanche di chiedere di essere trattat3 come persone. Siamo stanche del fatto che ci si aspetti da noi l'ennesimo documento di richiesta formale per diritti che tutte le persone cis danno per scontati. Siamo stanche di dover continuare a spiegarvi perché è ora che la finiate di credere di sapere meglio di noi che cosa è meglio per noi, spacciandovi per alleat3, continuando a minare il nostro diritto all'autodeterminazione. Siamo stanche di una classe politica di incompetenti funzionali, che non si vergognano a farsi una foto con la bandiera che rappresenta la nostra vita e la nostra lotta, sapendo di non avere alcuna intenzione di cambiare nulla, o ancora, di strutture sanitarie che non sono in grado di assumere il personale necessario per garantire un servizio che in molti casi è salva-vita. Questo 20 novembre non è per nessuno se non per le vittime. Se avete intenzione di venire in piazza per sentirvi la coscienza pulita, sappiate che non sarà così, questo 20 novembre sarà scomodo. Non ci impegneremo in questo senso, ancora una volta perché questo giorno non è per voi, sarà scomodo perché senza di voi questa giornata non esisterebbe nemmeno. Per queste ragioni abbiamo scritto questo manifesto, la buona fede è finita, ed è colpa vostra».