Cronaca
Università di Bari, il custode chiede il documento per entrare allo studente: «Sei nero»
L'episodio di razzismo all'ingresso dell'ex palazzo delle Poste. La denuncia di Link: «Cultura deve combattere l'intolleranza»
Bari - venerdì 1 marzo 2019
14.02
Sale le scale dello Student center dell'Università di Bari, presso l'ex palazzo delle Poste, ma all'ingresso il custode lo ferma e gli chiede il documento prima di accedere alle biblioteche. Una prassi irrituale, ma il motivo è presto detto: lo studente ha la pelle nera.
A farsi portatrice della denuncia dell'episodio di razzismo consumatosi in ateneo l'associazione studentesca Link Bari, che sulla sua pagina Facebook scrive: «In uno spazio attraversato da centinaia di studenti ogni giorno questo episodio è gravissimo ed ha un solo nome: razzismo. Tanto più che accade in università, luogo che dovrebbe porsi come garante rispetto alle discriminazioni di qualsiasi natura esse siano, luogo aperto a tutte e tutti senza esclusione, non solo agli studenti. I luoghi della formazione e gli spazi universitari hanno anche la funzione di combattere l'intolleranza e l'odio nei confronti del diverso, e pensiamo che sia quanto più opportuno, soprattutto nella fase che stiamo attraversando, che le amministrazioni universitarie e la comunità accademica tutta si impegnino a garantire che episodi del genere non avvengano».
Quelli della cultura, sottolineano da Link, dovrebbe essere luoghi di integrazione e solidarietà, non di xenofobia e razzismo. «Dal canto nostro come studenti e studentesse parte di una comunità accademica coesa dobbiamo continuare a svolgere il nostro lavoro sui temi dell'antifascismo e dell'antirazzismo e di argine all'intolleranza e alla cultura xenofoba che tenta di entrare anche all'interno delle nostre aule e dei luoghi della formazione», conclude la nota di Link.
A farsi portatrice della denuncia dell'episodio di razzismo consumatosi in ateneo l'associazione studentesca Link Bari, che sulla sua pagina Facebook scrive: «In uno spazio attraversato da centinaia di studenti ogni giorno questo episodio è gravissimo ed ha un solo nome: razzismo. Tanto più che accade in università, luogo che dovrebbe porsi come garante rispetto alle discriminazioni di qualsiasi natura esse siano, luogo aperto a tutte e tutti senza esclusione, non solo agli studenti. I luoghi della formazione e gli spazi universitari hanno anche la funzione di combattere l'intolleranza e l'odio nei confronti del diverso, e pensiamo che sia quanto più opportuno, soprattutto nella fase che stiamo attraversando, che le amministrazioni universitarie e la comunità accademica tutta si impegnino a garantire che episodi del genere non avvengano».
Quelli della cultura, sottolineano da Link, dovrebbe essere luoghi di integrazione e solidarietà, non di xenofobia e razzismo. «Dal canto nostro come studenti e studentesse parte di una comunità accademica coesa dobbiamo continuare a svolgere il nostro lavoro sui temi dell'antifascismo e dell'antirazzismo e di argine all'intolleranza e alla cultura xenofoba che tenta di entrare anche all'interno delle nostre aule e dei luoghi della formazione», conclude la nota di Link.