Scuola e Lavoro
Università di Bari, si laurea il primo studente rifugiato dall’Afghanistan
Komeli ha discusso una tesi in Lingua e traduzione portoghese dal titolo “L’Arte della diversità: tradurre le culture lusofone”
Bari - venerdì 22 luglio 2022
17.56
Con una tesi di laurea in Lingua e traduzione portoghese dal titolo "L'arte della diversità: tradurre le culture lusofone", si è laureato in Lingue e culture per il turismo e la mediazione internazionale, il primo studente rifugiato afghano. Komeil ha 27 anni e non intende fermarsi, pensa già di iscriversi ad un corso di studio specialistico: «Voglio continuare a studiare nell'ambito della mediazione e delle relazioni internazionali. Il mio sogno è di diventare ambasciatore. Per me l'università è stato il luogo in cui mi sono sentito integrato, mi ha reso più forte e ho sentito la bellezza della diversità, e che mi ha aiutato a relazionarmi con il mondo esterno».
Dal novembre 2019, data in cui il rettore Stefano Bronzini consegnò la pergamena di laurea al primo studente rifugiato, altro otto studenti rifugiati hanno completato il loro percorso di studi in UniBa. Da allora altri due hanno conseguito anche il diploma magistrale e altri tre si sono iscritti a un corso di II livello.
Nel 2018 Komeil si è rivolto al Centro di servizio di ateneo per l'apprendimento permanente (Cap) dell'Università di Bari e ha ottenuto la comparabilità del suo diploma di scuola superiore e poi una borsa di studio finanziata dal Ministero dell'Interno e dalla Conferenza italiana dei rettori, vedendosi garantito il diritto allo studio e la fruizione di specifici servizi di inclusione accademica e scambio interculturale attivati dall'Università di Bari.
Il rettore Stefano Bronzini nel fare le congratulazioni a Komeil ha ricordato quanto l'impegno dell'Università di Bari su questo tema sia ormai consolidato e testimoniato dal risultati raggiunti dai nostri studenti. «Sono orgoglioso – ha aggiunto - che la nostra Università sia riuscita a costruire un percorso attraverso il quale poter dare a coloro che scappano da situazioni così dolorose, l'opportunità di studiare nella speranza di poter contribuire allo sviluppo di un mondo libero e inclusivo».
La professoressa Fausta Scardigno, presidente del Cap e delegata del rettore per le iniziative a sostegno degli studenti e delle studentesse rifugiati ha dichiarato: "Il successo accademico del nostro studente internazionale alimenta una speranza per tutta la comunità di Uniba che sostiene la riuscita di chi arriva da un Paese ancora così profondamente ferito dalle guerre e dalle calamità, perché il desiderio di riscatto e di riuscita degli studenti da soli non bastano, occorre che l'università sia ogni giorno civicamente inclusiva».
Il prof. Paolo Ponzio, direttore del dipartimento di Ricerca e innovazione umanistica (Dirium) di UniBa ha dichiarato: «Tutto il dipartimento è orgoglioso di questo risultato e siamo convinti che sostenere gli studenti e le studentesse rifugiati sia non solo un diritto per chi si iscrive ai nostri percorsi di studio ma un valore da perseguire proprio nell'ottica dell'innovazione umanistica a cui ci ispiriamo».
Dal novembre 2019, data in cui il rettore Stefano Bronzini consegnò la pergamena di laurea al primo studente rifugiato, altro otto studenti rifugiati hanno completato il loro percorso di studi in UniBa. Da allora altri due hanno conseguito anche il diploma magistrale e altri tre si sono iscritti a un corso di II livello.
Nel 2018 Komeil si è rivolto al Centro di servizio di ateneo per l'apprendimento permanente (Cap) dell'Università di Bari e ha ottenuto la comparabilità del suo diploma di scuola superiore e poi una borsa di studio finanziata dal Ministero dell'Interno e dalla Conferenza italiana dei rettori, vedendosi garantito il diritto allo studio e la fruizione di specifici servizi di inclusione accademica e scambio interculturale attivati dall'Università di Bari.
Il rettore Stefano Bronzini nel fare le congratulazioni a Komeil ha ricordato quanto l'impegno dell'Università di Bari su questo tema sia ormai consolidato e testimoniato dal risultati raggiunti dai nostri studenti. «Sono orgoglioso – ha aggiunto - che la nostra Università sia riuscita a costruire un percorso attraverso il quale poter dare a coloro che scappano da situazioni così dolorose, l'opportunità di studiare nella speranza di poter contribuire allo sviluppo di un mondo libero e inclusivo».
La professoressa Fausta Scardigno, presidente del Cap e delegata del rettore per le iniziative a sostegno degli studenti e delle studentesse rifugiati ha dichiarato: "Il successo accademico del nostro studente internazionale alimenta una speranza per tutta la comunità di Uniba che sostiene la riuscita di chi arriva da un Paese ancora così profondamente ferito dalle guerre e dalle calamità, perché il desiderio di riscatto e di riuscita degli studenti da soli non bastano, occorre che l'università sia ogni giorno civicamente inclusiva».
Il prof. Paolo Ponzio, direttore del dipartimento di Ricerca e innovazione umanistica (Dirium) di UniBa ha dichiarato: «Tutto il dipartimento è orgoglioso di questo risultato e siamo convinti che sostenere gli studenti e le studentesse rifugiati sia non solo un diritto per chi si iscrive ai nostri percorsi di studio ma un valore da perseguire proprio nell'ottica dell'innovazione umanistica a cui ci ispiriamo».