Cronaca
Valenzano, sigilli agli asili. I genitori: «Indagini non fermino il servizio»
Due strutture sequestrate per presunti indebiti contributi pubblici. La protesta: «Pronti a occupare»
Provincia - mercoledì 24 ottobre 2018
12.30
Genitori sul piede di guerra a Valenzano, comune alle porte di Bari dove negli scorsi giorni sono stati apposti i sigilli dei carabinieri a due asili (un terzo a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi), chiusi per sequestro preventivo in relazione a un'indagine su presunte irregolarità amministrative. Un atto dovuto da parte degli inquirenti che, però, ha un rovescio della medaglia: la negazione, almeno in via temporanea, del diritto allo studio dei giovanissimi discenti. Stamattina, dunque, genitori e maestre si sono dati appuntamento nel piazzale antistante la sede del Municipio di Valenzano, per far arrivare la loro voce alle autorità competenti e sbloccare un'impasse dannosa per tutti.
Sulle strutture, infatti, pende un'indagine della Magistratura per via di presunti contributi pubblici indebiti: ai domiciliari sono finite già diciotto persone, tutte di Valenzano, per le quali la Procura di Bari ipotizza a vario titolo i reati di truffa aggravata e falso, in relazione a presunte attività non lecite commesse nel biennio 2008-2010. Tra i destinatari delle perquisizioni, che hanno riguardato anche gli uffici del Comune di Valenzano (ancora sotto l'egida del commissario prefettizio), compaiono l'ex consigliere comunale Massimo Sollecito e sua moglie, Rosa Agostinelli, titolare della società cooperativa sociale "I cuccioli dell'Aquilone", proprietaria dei tre asili sequestrati. Perquisizioni estese anche alle abitazioni di alcuni dipendenti comunali, nonché di altri non più in servizio presso il medesimo ente.
Resta il fatto che, fino a quando non verrà fatta piena luce sui reati ipotizzati dagli inquirenti, una novantina di bambini non potranno frequentare l'asilo: «Chiediamo che il servizio riprenda quanto prima - spiega Gianfranco Cascione, portavoce dei genitori. Pretendiamo che ai nostri bambini venga trovata una sistemazione in una struttura adeguata esattamente come lo era quella precedente, e che l'insegnamento continui con le stesse maestre. Non chiediamo obbligatoriamente l'apertura di quell'asilo, anche se ovviamente saremmo ben felici di riavere la struttura a cui sono stati apposti i sigilli, per un cavillo della burocrazia. Accogliamo con favore le indagini, ma chiediamo che esse vengano estese a tutti gli istituti al fine di renderli conformi alla normativa vigente: la cosa fondamentale è che ai nostri bambini venga restituito il diritto all'istruzione».
Ai genitori è stato detto che saranno necessari almeno otto giorni per accertare le irregolarità delle strutture prima di procedere all'eventuale dissequestro. I diretti interessati, però, non sono disposti ad attendere oltre e hanno lanciato un appello al prefetto Marilisa Magno e al governatore della Regione Puglia Michele Emiliano affinché intercedano verso una risoluzione veloce della situazione. La deadline fissata dai genitori è per le 14 di oggi, prima di passare alle contromisure: «Visto che la legge non è dalla nostra parte saremo noi a chiedere che venga rispettata - dice ancora Cascione. Occuperemo l'asilo, il Comune e tutte le sedi che sarà necessario occupare: l'importante è che qualcuno ci ascolti».
Sulle strutture, infatti, pende un'indagine della Magistratura per via di presunti contributi pubblici indebiti: ai domiciliari sono finite già diciotto persone, tutte di Valenzano, per le quali la Procura di Bari ipotizza a vario titolo i reati di truffa aggravata e falso, in relazione a presunte attività non lecite commesse nel biennio 2008-2010. Tra i destinatari delle perquisizioni, che hanno riguardato anche gli uffici del Comune di Valenzano (ancora sotto l'egida del commissario prefettizio), compaiono l'ex consigliere comunale Massimo Sollecito e sua moglie, Rosa Agostinelli, titolare della società cooperativa sociale "I cuccioli dell'Aquilone", proprietaria dei tre asili sequestrati. Perquisizioni estese anche alle abitazioni di alcuni dipendenti comunali, nonché di altri non più in servizio presso il medesimo ente.
Resta il fatto che, fino a quando non verrà fatta piena luce sui reati ipotizzati dagli inquirenti, una novantina di bambini non potranno frequentare l'asilo: «Chiediamo che il servizio riprenda quanto prima - spiega Gianfranco Cascione, portavoce dei genitori. Pretendiamo che ai nostri bambini venga trovata una sistemazione in una struttura adeguata esattamente come lo era quella precedente, e che l'insegnamento continui con le stesse maestre. Non chiediamo obbligatoriamente l'apertura di quell'asilo, anche se ovviamente saremmo ben felici di riavere la struttura a cui sono stati apposti i sigilli, per un cavillo della burocrazia. Accogliamo con favore le indagini, ma chiediamo che esse vengano estese a tutti gli istituti al fine di renderli conformi alla normativa vigente: la cosa fondamentale è che ai nostri bambini venga restituito il diritto all'istruzione».
Ai genitori è stato detto che saranno necessari almeno otto giorni per accertare le irregolarità delle strutture prima di procedere all'eventuale dissequestro. I diretti interessati, però, non sono disposti ad attendere oltre e hanno lanciato un appello al prefetto Marilisa Magno e al governatore della Regione Puglia Michele Emiliano affinché intercedano verso una risoluzione veloce della situazione. La deadline fissata dai genitori è per le 14 di oggi, prima di passare alle contromisure: «Visto che la legge non è dalla nostra parte saremo noi a chiedere che venga rispettata - dice ancora Cascione. Occuperemo l'asilo, il Comune e tutte le sedi che sarà necessario occupare: l'importante è che qualcuno ci ascolti».