Cronaca
Vertenza ex Om, progetto e prototipo all'asta
Sarebbero tre le realtà interessate, ma nessuna garantirebbe il lavoro a tutti. Necessario l'intervento della Regione per la ricollocazione
Bari - sabato 20 gennaio 2018
15.15
Non si riesce ancora a vedere la fine della vertenza riguardante la ex Om Carrelli, e i circa 190 lavoratori rimasti in attesa dopo il fallimento della Tua Industries. Ieri pomeriggio, presso gli uffici della Regione Puglia, si è svolto un incontro tra i sindacati, i lavoratori e la Task Force Regionale sull'Occupazione guidata da Leo Caroli. Le ipotesi emerse riguardano la messa all'asta del progetto e del prototipo dell'auto elettrica made in Puglia, pubblicizzata durante la Fiera del levante. Al riguardo sembrano esserci realtà locali interessate, ma il rovescio della medaglia è che tali realtà non sarebbero in grado di assumere tutti i 190 lavoratori rimasti (si parla al massimo di 80). A questo punto è necessario comprendere in che modo la Regione Puglia possa muoversi per incentivare l'assunzione di coloro che rimarrebbero fuori da questo nuovo progetto di reindustrializzazione, attraverso un processo di ricollocazione.
«La novità emersa nell'incontro di ieri con la task force regionale per l'occupazione – dichiara ai microfoni di Bariviva Gianfranco Micchetti, segretario Fim Cisl – riguarda il fatto che il tribunale di Torino ha concesso la possibilità di mettere all'asta il progetto e il prototipo dell'auto elettrica dell'ormai ex Tua Industries. Sembrerebbero esserci tre aziende locali interessate, ma i tempi non sono comunque brevi, considerando che bisogna fare appunto l'asta, che dovrebbe esserci almeno tra 30 giorni».
«La situazione purtroppo, soprattutto per le 190 famiglie coinvolte, – sottolinea Micchetti – non è delle migliori, ci sono state delle proteste ieri anche perché sono rimasti da novembre senza soldi, non hanno percepito la cassa integrazione in quanto non sono stati pagati i contributi necessari da parte dell'azienda. In merito lunedì ci sarà un incontro della Task Force regionale sull'occupazione con INPS, per cercare di capire se si riescono a sbloccare almeno i pagamenti di novembre e dicembre».
«È davvero difficile – conclude – per le 190 famiglie andare avanti così, hanno passato il settimo Natale senza alcuna sicurezza, e forse è stato anche quello più brutto. Ci auguriamo che almeno da quest'asta possa venir fuori un progetto adeguato, e si possa finalmente arrivare alla conclusione della vertenza»
«Entro fine febbraio ci sarà l'asta – ci dicono i lavoratori ex OM – e ci sono tre manifestazioni d'interesse, di cui una sembrerebbe voler riassorbire solo 50 persone, mentre le altre due arrivano al massimo a 70/80. Ieri, proprio per questo si è parlato anche del discorso ricollocazione, che a questo punto diventa fondamentale per non lasciare nessuno senza lavoro. Sappiamo, d'altronde, che nel 2018 ci saranno assunzioni sia in Magneti Marelli che in Getrag».
«Noi speriamo - proseguono - che si riesca comunque a reindustrializzare il sito ex OM Carrelli. Ma considerato che il potenziale investitore vorrebbe solo 80 persone crediamo che la Regione Puglia sia nelle condizioni di ricollocare tutti gli altri, nelle diverse realtà della zona industriale dove sono in atto contratti di programma e dove si prevedono assunzioni».
«Al momento siamo scoperti anche dalla cassa integrazione – sottolineano – e se all'asta non si presenta nessuno, non avremo nulla per il 2018. L'incontro di lunedì serve solo per sbloccare i pagamenti di novembre e dicembre, la situazione ormai sta diventando un dramma sociale. Noi sicuramente non ci arrendiamo, ma ci stiamo riempiendo di debiti per andare avanti e mandare avanti le nostre famiglie».
«La novità emersa nell'incontro di ieri con la task force regionale per l'occupazione – dichiara ai microfoni di Bariviva Gianfranco Micchetti, segretario Fim Cisl – riguarda il fatto che il tribunale di Torino ha concesso la possibilità di mettere all'asta il progetto e il prototipo dell'auto elettrica dell'ormai ex Tua Industries. Sembrerebbero esserci tre aziende locali interessate, ma i tempi non sono comunque brevi, considerando che bisogna fare appunto l'asta, che dovrebbe esserci almeno tra 30 giorni».
«La situazione purtroppo, soprattutto per le 190 famiglie coinvolte, – sottolinea Micchetti – non è delle migliori, ci sono state delle proteste ieri anche perché sono rimasti da novembre senza soldi, non hanno percepito la cassa integrazione in quanto non sono stati pagati i contributi necessari da parte dell'azienda. In merito lunedì ci sarà un incontro della Task Force regionale sull'occupazione con INPS, per cercare di capire se si riescono a sbloccare almeno i pagamenti di novembre e dicembre».
«È davvero difficile – conclude – per le 190 famiglie andare avanti così, hanno passato il settimo Natale senza alcuna sicurezza, e forse è stato anche quello più brutto. Ci auguriamo che almeno da quest'asta possa venir fuori un progetto adeguato, e si possa finalmente arrivare alla conclusione della vertenza»
«Entro fine febbraio ci sarà l'asta – ci dicono i lavoratori ex OM – e ci sono tre manifestazioni d'interesse, di cui una sembrerebbe voler riassorbire solo 50 persone, mentre le altre due arrivano al massimo a 70/80. Ieri, proprio per questo si è parlato anche del discorso ricollocazione, che a questo punto diventa fondamentale per non lasciare nessuno senza lavoro. Sappiamo, d'altronde, che nel 2018 ci saranno assunzioni sia in Magneti Marelli che in Getrag».
«Noi speriamo - proseguono - che si riesca comunque a reindustrializzare il sito ex OM Carrelli. Ma considerato che il potenziale investitore vorrebbe solo 80 persone crediamo che la Regione Puglia sia nelle condizioni di ricollocare tutti gli altri, nelle diverse realtà della zona industriale dove sono in atto contratti di programma e dove si prevedono assunzioni».
«Al momento siamo scoperti anche dalla cassa integrazione – sottolineano – e se all'asta non si presenta nessuno, non avremo nulla per il 2018. L'incontro di lunedì serve solo per sbloccare i pagamenti di novembre e dicembre, la situazione ormai sta diventando un dramma sociale. Noi sicuramente non ci arrendiamo, ma ci stiamo riempiendo di debiti per andare avanti e mandare avanti le nostre famiglie».