Cronaca
Violenze al CARA di Bari, Consap: «Siamo stati profeti di cattivi presagi»
Persia: «Le morti annunciate non pesino sulle coscienze»
Bari - mercoledì 10 maggio 2017
11.23
Ennesima violenza al C.A.R.A. di Bari-Palese, dove sono ospitati oltre 1500 migranti. Questa volta c'è scappato il morto. «Noi della Consap, riferisce il Segretario Generale di Bari Uccio Persia, purtroppo, siamo stati profeti di cattivi presagi. Lo scorso 28 aprile, infatti, con una nota inviata al Questore di Bari, questa O.S. CONSAP evidenziava lo spropositato numero di migranti alloggiati presso il C.A.R.A. di Bari (si sono sfiorati i 1900 ospiti nei giorni scorsi a fronte dei 774 posti previsti) a cui non è corrisposto un altrettanto rinforzo degli operatori impiegati nel servizio di ordine pubblico, specie nel quadrante serale e notturno.
Abbiamo, altresì, segnalato al Questore della provincia di Bari che mesi addietro un poliziotto fu seriamente ferito dai migranti da alcune pietre lanciategli in testa durante una rissa, che lo costrinsero ad un'inabilità temporanea dal servizio. Nonostante tutto, attendiamo ancora una risposta, un gesto anche meramente simbolico (quale una pacca sulla spalla o un semplice "bravo") che rassereni gli animi di quei poliziotti che rischiano la vita durante ogni turno di servizio e che, ahimè, si sentono abbandonati al proprio destino, proprio da chi dovrebbe tutelarli per primo, da buon pater familias.
Con quello che avevamo scritto, in maniera del tutto costruttiva, volevamo mettere in guardia le massime Autorità affinché si adottasse qualsiasi iniziativa tesa a scongiurare ulteriori episodi di violenza. Purtroppo, questa morte altro non è che l'ultima di una serie di brutalità commesse all'interno del CARA di Bari, in cui le difficili condizioni di vita sono state evidenziate, tra l'altro, anche da un deputato barese vicepresidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema d'accoglienza. Lo scorso mese infatti, a seguito di una visita nel CARA di Bari, aveva denunciato le condizioni di accoglienza dei centri, in particolare del centro di Bari dove sono ospitate 1000 persone in più rispetto ai posti disponibili. Secondo lo stesso deputato, «le condizioni in quel centro sono tali che inevitabilmente gli animi si inaspriscono». Non possiamo aspettare che accadano altri episodi di violenza né altre morti.
Non si può continuare ad ignorare la voce della CONSAP che, sempre presente tra gli operatori, conosce benissimo dette situazioni, perché chi ha il dovere di intervenire, intervenga, perché le morti annunciate non pesino sulle coscienze di chi poteva fare e non ha fatto».
Abbiamo, altresì, segnalato al Questore della provincia di Bari che mesi addietro un poliziotto fu seriamente ferito dai migranti da alcune pietre lanciategli in testa durante una rissa, che lo costrinsero ad un'inabilità temporanea dal servizio. Nonostante tutto, attendiamo ancora una risposta, un gesto anche meramente simbolico (quale una pacca sulla spalla o un semplice "bravo") che rassereni gli animi di quei poliziotti che rischiano la vita durante ogni turno di servizio e che, ahimè, si sentono abbandonati al proprio destino, proprio da chi dovrebbe tutelarli per primo, da buon pater familias.
Con quello che avevamo scritto, in maniera del tutto costruttiva, volevamo mettere in guardia le massime Autorità affinché si adottasse qualsiasi iniziativa tesa a scongiurare ulteriori episodi di violenza. Purtroppo, questa morte altro non è che l'ultima di una serie di brutalità commesse all'interno del CARA di Bari, in cui le difficili condizioni di vita sono state evidenziate, tra l'altro, anche da un deputato barese vicepresidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema d'accoglienza. Lo scorso mese infatti, a seguito di una visita nel CARA di Bari, aveva denunciato le condizioni di accoglienza dei centri, in particolare del centro di Bari dove sono ospitate 1000 persone in più rispetto ai posti disponibili. Secondo lo stesso deputato, «le condizioni in quel centro sono tali che inevitabilmente gli animi si inaspriscono». Non possiamo aspettare che accadano altri episodi di violenza né altre morti.
Non si può continuare ad ignorare la voce della CONSAP che, sempre presente tra gli operatori, conosce benissimo dette situazioni, perché chi ha il dovere di intervenire, intervenga, perché le morti annunciate non pesino sulle coscienze di chi poteva fare e non ha fatto».