Politica
Voto in Abruzzo, il consigliere della Regione Puglia Conca (M5S): «Far finta di nulla è deleterio»
In seguito alla notizia della caduta dei 5stelle e dell'avanzamento della destra interviene anche Emiliano: «Il nostro avversario sarà Salvini»
Bari - lunedì 11 febbraio 2019
15.43
Le elezioni regionali in Abruzzo portano con sé un risultato che non poteva non avere strascichi e commenti in Puglia, dove siamo prossimi alle elezioni nel 2020, senza parlare che proprio a Bari tra pochi mesi ci saranno le amministrative. A sorpresa un'analisi del risultato viene da un esponente del Movimento 5 Stelle pugliese, il consigliere regionale Mario Conca.
«La decrescita felice è ormai inarrestabile - dichiara il pentastellato - è dal 2017 che glielo dico internamente e ora lo faccio pubblicamente, nella speranza che possa essere ascoltato. I vertici del M5S stanno dilapidando un patrimonio costruito in anni e con fatica da decine di migliaia di persone attive, esponendo il nostro fianco alla mercé di tutti i partiti. Si è persa la credibilità, un fatto gravissimo».
«Se in campagna elettorale dici una cosa e poi ne fai un'altra, cosa pretendi? - sottolinea Conca - Se dal chiamarsi portavoce ci si ritrova ad essere sordi alle istanze della gente e si rifiuta il confronto, di che ci meravigliamo? Avrebbero dovuto mettere alle corde la Lega obbligandola a stare assieme anche nelle regioni e nelle città capoluogo, almeno ci avrebbero dovuto provare, invece di credere ancora all'inverosimile autosufficienza, così tutti gli altri partiti per sopravvivere sarebbero stati costretti a stare assieme e avremmo potuto tendere ad un bipolarismo nazionale, populisti/sovranisti contro establishment. Una vera alternanza».
«Tempo un anno e si arriverà a percentuali ancora più basse - prosegue - la troppa autoreferenzialità non può essere scambiata per autostima. Sentirsi più puri degli altri è l'errore più grande che si possa continuare a fare, perché non è assolutamente così. Continuare a far finta di nulla è deleterio, il termometro politico è rappresentato dall'elettorato che, seppur affetto dalla sindrome di Stoccolma e con la memoria del pesciolino rosso, rimane un dato oggettivo e incontrovertibile».
E al riguardo interviene anche il presidente Michele Emiliano, che in un qualche modo si sente chiamato in causa in prima persona e auspica che ci sia un'unità a "sinistra" che permetta di lottare contro quello che lui stesso definisce "neoautoritarismo di estrema destra" sottolineando che il nemico da battere ormai è Salvini.
«La Puglia non torna indietro - così Michele Emiliano - Si apre oggi il Comitato di Liberazione Nazionale dal neoautoritarismo della estrema destra salviniana. Il risultato delle elezioni abruzzesi dimostra che in Puglia riusciamo a prevedere cosa avverrà con due anni di anticipo. Sarà durissima per noi. Dobbiamo lanciare un Comitato di Liberazione Nazionale dal neoautoritarismo di destra che accolga in un'unica coalizione tutte le forze democratiche indipendentemente dal loro tradizionale schieramento».
«Questo non è trasformismo opaco, come si sostiene da parte delle elite della sinistra pugliese - ribadisce - ma costituisce una iniziativa tesa a fronteggiare una emergenza democratica attorno alla quale rivolgo un appello a tutti e a tutte i "liberi e forti" che hanno a cuore la Puglia e il Paese. Non dividiamoci, combattiamo insieme alle elezioni di Bari e della Regione Puglia condividendo tutto, il programma innanzitutto, anche col popolo pugliese, ma raccontando a tutti le cose straordinarie che abbiamo fatto in questi anni e quelle ancora più importanti che potremmo realizzare in futuro se sapremo essere umili e uniti. Abbiamo cambiato la storia della Puglia nel 2004 e non abbiamo intenzione di cedere».
«La decrescita felice è ormai inarrestabile - dichiara il pentastellato - è dal 2017 che glielo dico internamente e ora lo faccio pubblicamente, nella speranza che possa essere ascoltato. I vertici del M5S stanno dilapidando un patrimonio costruito in anni e con fatica da decine di migliaia di persone attive, esponendo il nostro fianco alla mercé di tutti i partiti. Si è persa la credibilità, un fatto gravissimo».
«Se in campagna elettorale dici una cosa e poi ne fai un'altra, cosa pretendi? - sottolinea Conca - Se dal chiamarsi portavoce ci si ritrova ad essere sordi alle istanze della gente e si rifiuta il confronto, di che ci meravigliamo? Avrebbero dovuto mettere alle corde la Lega obbligandola a stare assieme anche nelle regioni e nelle città capoluogo, almeno ci avrebbero dovuto provare, invece di credere ancora all'inverosimile autosufficienza, così tutti gli altri partiti per sopravvivere sarebbero stati costretti a stare assieme e avremmo potuto tendere ad un bipolarismo nazionale, populisti/sovranisti contro establishment. Una vera alternanza».
«Tempo un anno e si arriverà a percentuali ancora più basse - prosegue - la troppa autoreferenzialità non può essere scambiata per autostima. Sentirsi più puri degli altri è l'errore più grande che si possa continuare a fare, perché non è assolutamente così. Continuare a far finta di nulla è deleterio, il termometro politico è rappresentato dall'elettorato che, seppur affetto dalla sindrome di Stoccolma e con la memoria del pesciolino rosso, rimane un dato oggettivo e incontrovertibile».
E al riguardo interviene anche il presidente Michele Emiliano, che in un qualche modo si sente chiamato in causa in prima persona e auspica che ci sia un'unità a "sinistra" che permetta di lottare contro quello che lui stesso definisce "neoautoritarismo di estrema destra" sottolineando che il nemico da battere ormai è Salvini.
«La Puglia non torna indietro - così Michele Emiliano - Si apre oggi il Comitato di Liberazione Nazionale dal neoautoritarismo della estrema destra salviniana. Il risultato delle elezioni abruzzesi dimostra che in Puglia riusciamo a prevedere cosa avverrà con due anni di anticipo. Sarà durissima per noi. Dobbiamo lanciare un Comitato di Liberazione Nazionale dal neoautoritarismo di destra che accolga in un'unica coalizione tutte le forze democratiche indipendentemente dal loro tradizionale schieramento».
«Questo non è trasformismo opaco, come si sostiene da parte delle elite della sinistra pugliese - ribadisce - ma costituisce una iniziativa tesa a fronteggiare una emergenza democratica attorno alla quale rivolgo un appello a tutti e a tutte i "liberi e forti" che hanno a cuore la Puglia e il Paese. Non dividiamoci, combattiamo insieme alle elezioni di Bari e della Regione Puglia condividendo tutto, il programma innanzitutto, anche col popolo pugliese, ma raccontando a tutti le cose straordinarie che abbiamo fatto in questi anni e quelle ancora più importanti che potremmo realizzare in futuro se sapremo essere umili e uniti. Abbiamo cambiato la storia della Puglia nel 2004 e non abbiamo intenzione di cedere».