Territorio
Xylella, 43 piante malate tra Bari e Brindisi: «Intervenire per salvare la Piana degli Ulivi Monumentali»
Sono sette olivi infetti a Fasano, il più a nord dista circa 200 metri dalla zona cuscinetto e dall’agro del comune di Monopoli
Bari - venerdì 13 agosto 2021
11.46 Comunicato Stampa
La conta degli ulivi infetti con il monitoraggio partito a maggio 2021 registra altre 7 piante malate a Fasano, portando a 43 gli ulivi colpiti dalla malattia tra le province di Bari e Brindisi, per cui è necessario intervenire con urgenza per estinguere i focolai attivi e salvare la Piana degli Ulivi Monumentali. Sono i risultati diffusi da #infoxylella e dal sito Emergenza Xylella, secondo cui dei sette olivi infetti a Fasano, il più a nord dista circa 200 metri dalla zona cuscinetto e dall'agro del comune di Monopoli, proprio nel cuore della Piana degli Ulivi Monumentali.
«Secondo lo studio e il monitoraggio dell'andamento della malattia del CNR di Bari, la diffusione della malattia è passata dagli 8mila ettari del 2013 ad oltre 8mila chilometri quadrati dell'attuale area demarcata, numeri che spaventano la Puglia ma anche il resto d'Italia. La numerosità delle infezioni riscontrate a Fasano, come già avvenuto a Carovigno, disegnano uno scenario oscuro già visto a Oria e Francavilla. Intervenire tempestivamente è un richiamo che abbiamo ripetuto quasi ossessivamente in questi anni per non mandare in fumo l'enorme patrimonio olivicolo, economico, turistico e paesaggistico della Puglia», sostiene il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
La Xylella è certamente la peggior fitopatia che l'Italia potesse conoscere che 'cammina' ad una velocità impressionante, considerato che in 8 anni il danno del patrimonio olivetato ha superato 1,6 miliardi di euro. La stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) – precisa la Coldiretti regionale - ha lanciato l'allarme sulla diffusione della Xylella che minaccia la maggior parte del territorio Ue dove tra l'altro sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo con il contagio che avanza inarrestabile verso nord. Dall'autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, fino ad arrivare in provincia di Bari.
Monitoraggi, campionamenti ed espianti in caso di ulivi infetti, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, restano l'unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L'efficacia e sistematicità – conclude Coldiretti Puglia - sono garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe.
«Secondo lo studio e il monitoraggio dell'andamento della malattia del CNR di Bari, la diffusione della malattia è passata dagli 8mila ettari del 2013 ad oltre 8mila chilometri quadrati dell'attuale area demarcata, numeri che spaventano la Puglia ma anche il resto d'Italia. La numerosità delle infezioni riscontrate a Fasano, come già avvenuto a Carovigno, disegnano uno scenario oscuro già visto a Oria e Francavilla. Intervenire tempestivamente è un richiamo che abbiamo ripetuto quasi ossessivamente in questi anni per non mandare in fumo l'enorme patrimonio olivicolo, economico, turistico e paesaggistico della Puglia», sostiene il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
La Xylella è certamente la peggior fitopatia che l'Italia potesse conoscere che 'cammina' ad una velocità impressionante, considerato che in 8 anni il danno del patrimonio olivetato ha superato 1,6 miliardi di euro. La stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) – precisa la Coldiretti regionale - ha lanciato l'allarme sulla diffusione della Xylella che minaccia la maggior parte del territorio Ue dove tra l'altro sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo con il contagio che avanza inarrestabile verso nord. Dall'autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, fino ad arrivare in provincia di Bari.
Monitoraggi, campionamenti ed espianti in caso di ulivi infetti, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, restano l'unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L'efficacia e sistematicità – conclude Coldiretti Puglia - sono garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe.