Territorio
Xylella, manifestazione a Bari contro il decreto Martina
Coldiretti però attacca: «Bugie e falsità grazie alla democrazia low cost dei social media»
Bari - sabato 26 maggio 2018
Una manifestazione ieri a Bari per dire No al decreto Martina. È quanto andato in scena nella mattinata sul lungkmare della città di fronte alla sede della Regione Puglia. Diverse le associazioni e i comitati coinvolti che hanno voluto dire la loro su un tema altamente dibattuto e che troppo spesso crea confusione tra chi grida al complotto da una parte e gli uomini di scienza dall'altra. La protesta di oggi è per chiedere che venga abrogato il decreto Martina che prevede l'eradicazione degli ulivi considerati infetti dal servizio fitosanitario regionale e di tutte le piante ospiti del batterio nella "zona cuscinetto". Inoltre prevede l'uso generalizzato di insetticidi per combattere l'insetto vettore (la "sputacchina"), per quattro volte l'anno.
«Da anni in Puglia, attraverso diversi provvedimenti - sostengono dall'organizzazione della manifestazione - è in atto un attacco scellerato alle attività agricole, all'ambiente ed alla biodiversità, alla salute delle nostre popolazioni (già compromessa da attività inquinanti, discariche, inceneritori, ecc.) ed all'economia del nostro territorio. Questi provvedimenti si sono basati su alcuni presupposti mai verificati o addirittura smentiti scientificamente e cioè: che ci sia un rapporto di causa-effetto tra il batterio della Xylella ed il disseccamento degli olivi verificatosi in alcune zone del Salento e che gli alberi affetti dal Co.di.r.o. (sindrome del disseccamento) siano destinati a morire».
«Mentre il PSR è bloccato - sottolineano - l'agricoltura pugliese in forte declino da anni, gli agricoltori costretti ad abbandonare le campagne a causa della scarsa redditività della produzione, la Regione Puglia si appresta ad incentivare con milioni di euro la sostituzione degli olivi secolari autoctoni con le "specie di olivo resistenti", quelle brevettate ed adatte alle coltivazioni super-intensive, che producono olio di scarsa qualità e necessitano dell'ulteriore uso di fitofarmaci e si basano sullo sfruttamento sconsiderato dei terreni e dell'acqua di falda».
In risposta alla manifestazione è intervenuta Coldiretti Puglia, ponendosi in netto contrasto con i manifestanti. «Non può passare il messaggio che su Xylella o altri temi, fatta la Legge, si abbia il diritto di aggirarla o incitare ad aggirarla liberamente, soprattutto sulla pelle di chi deve evitare di perdere alberi, reddito, futuro - ribadisce il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - L'attività ormai consolidata di disinformazione seriale viene innescata ad ogni pubblicazione di Decreto che muove da Regolamenti comunitari e si attiene alle valutazioni dell'Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia»
«Non aver estirpato i primi pochi alberi infetti - sottolinea - ha portato all'85 per cento di nuovi casi positivi. Migliaia di olivicoltori leccesi, brindisini e tarantini temono di non avere un futuro, a partire da quel maledetto ottobre 2013, quando la scienza, quella vera, ha fatto la diagnosi più infausta che potessimo meritare, con gli agricoltori e i vivaisti baresi, forse per troppo tempo illusi di essere al di sopra di ogni rischio, su cui incombe la macchia dilagante della Xylella».
«Da anni in Puglia, attraverso diversi provvedimenti - sostengono dall'organizzazione della manifestazione - è in atto un attacco scellerato alle attività agricole, all'ambiente ed alla biodiversità, alla salute delle nostre popolazioni (già compromessa da attività inquinanti, discariche, inceneritori, ecc.) ed all'economia del nostro territorio. Questi provvedimenti si sono basati su alcuni presupposti mai verificati o addirittura smentiti scientificamente e cioè: che ci sia un rapporto di causa-effetto tra il batterio della Xylella ed il disseccamento degli olivi verificatosi in alcune zone del Salento e che gli alberi affetti dal Co.di.r.o. (sindrome del disseccamento) siano destinati a morire».
«Mentre il PSR è bloccato - sottolineano - l'agricoltura pugliese in forte declino da anni, gli agricoltori costretti ad abbandonare le campagne a causa della scarsa redditività della produzione, la Regione Puglia si appresta ad incentivare con milioni di euro la sostituzione degli olivi secolari autoctoni con le "specie di olivo resistenti", quelle brevettate ed adatte alle coltivazioni super-intensive, che producono olio di scarsa qualità e necessitano dell'ulteriore uso di fitofarmaci e si basano sullo sfruttamento sconsiderato dei terreni e dell'acqua di falda».
In risposta alla manifestazione è intervenuta Coldiretti Puglia, ponendosi in netto contrasto con i manifestanti. «Non può passare il messaggio che su Xylella o altri temi, fatta la Legge, si abbia il diritto di aggirarla o incitare ad aggirarla liberamente, soprattutto sulla pelle di chi deve evitare di perdere alberi, reddito, futuro - ribadisce il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - L'attività ormai consolidata di disinformazione seriale viene innescata ad ogni pubblicazione di Decreto che muove da Regolamenti comunitari e si attiene alle valutazioni dell'Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia»
«Non aver estirpato i primi pochi alberi infetti - sottolinea - ha portato all'85 per cento di nuovi casi positivi. Migliaia di olivicoltori leccesi, brindisini e tarantini temono di non avere un futuro, a partire da quel maledetto ottobre 2013, quando la scienza, quella vera, ha fatto la diagnosi più infausta che potessimo meritare, con gli agricoltori e i vivaisti baresi, forse per troppo tempo illusi di essere al di sopra di ogni rischio, su cui incombe la macchia dilagante della Xylella».