Calcio
Anche in Serie D ci sono avversari. Per il Bari un pareggio che fa scuola
La Turris si è dimostrata squadra quadrata, ma i biancorossi hanno dimostrato di essere più forti
Bari - lunedì 15 ottobre 2018
10.38
Ebbene sì, anche in Serie D il Bari ha degli avversari. Le prime 4 giornate avevano alimentato la pia illusione che la squadra biancorossa potesse passeggiare su ogni campo, tutte le giornate. Così, però, non è e non sarà: ancora una volta ha avuto ragione il mister Giovanni Cornacchini, che in più di una circostanza ha allertato l'ambiente sulle insidie nascoste fra le pieghe di questa categoria. Per ulteriori conferme, si consiglia di rivedere lo 0-0 interno fra Bari e Turris.
I campani, senza ombra di dubbio l'avversario più probante che finora ha incrociato i guantoni con i biancorossi, hanno condotto una vera partita da Serie D, tenendo - soprattutto nel primo tempo - un atteggiamento in campo estremamente agonistico, per poi chiudersi con ordine nella ripresa, concedendo pochi spazi a un Bari evidentemente disorientato dalla strenua resistenza opposta dagli avversari. Anche questa è la Serie D, e per i biancorossi tutto sommato può essere un bene aver raccolto alla quinta giornata un pareggio per molti versi didascalico.
Nulla di preoccupante, sia chiaro; un semplice monito sulla necessità di mantenere sempre alta la tensione. Le partite si possono anche vincere 1-0, assaltando di spada e non di fioretto. Eppure anche stavolta i galletti hanno dimostrato di essere una squadra di lignaggio superiore agli avversari, tant'è che al triplice fischio calciatori e staff della Turris hanno celebrato il punto al San Nicola come fosse la vittoria di una finale. Nel primo tempo Marfella sporca i guanti alla mezz'ora con un ottimo guizzo per disinnescare la conclusione infida di Longo, ma poi è stato solo Bari, con una difesa che ha retto tutto sommato bene l'urto, supportata dal lavoro in copertura di centrocampisti e attaccanti. Un paio di discrete occasioni nella prima frazione sono il prologo di una ripresa di esclusiva marca biancorossa, con almeno sei opportunità cristalline non convertite in goal dagli attaccanti baresi, dimenticatisi per una volta dell'importanza di prendere la mira.
È mancato solo il goal, si diceva una volta, come se scaraventare la palla in rete fosse un semplice dettaglio nel gioco del calcio. Quel che è veramente mancato è un pizzico di cattiveria in più, un po' d'ordine in mezzo al campo e nel condurre le offensive. Hanno convinto di più le spiegazioni offerte da Cornacchini nel post gara che la scelta in sé di privarsi dal 1' di Floriano e Brienza, rinunciando anche all'apporto del gioco sulle fasce prima di passare a un 4-4-2 semi-inedito. L'ala ex Foggia, ha spiegato il mister in sala stampa, viene da un infortunio delicato alla coscia e ieri non era ancora il momento giusto per rischiarlo dall'inizio, mentre il capitano e numero 10 è un campione tanto professionale e onesto con se stesso da essere consapevole di poter dare un contributo più importante partendo dalla panchina per spaccare l'equilibrio nel finale.
Tutto giustissimo, ma la differenza con Ciccio in campo è tangibile: le palle lunghe (qualcosa in fase di costruzione manca ancora a questa squadra) lasciano il posto al dialogo nello stretto, liberando l'infinito Hamlili dalla responsabilità di impostare per dedicarsi all'ottimo lavoro in fase di contenimento. Bollino ci mette sempre tanta volontà, fa vedere anche qualche buon colpo, ma con Brienza sul terreno di gioco le occasioni fioccano in maniera più logica, come naturale conseguenza di una superiorità tecnica che la buona Turris di mister Fabiano è riuscita solo a contenere, non a soffocare. E quella punizione all'ultimo secondo non meritava di stamparsi sulla traversa.
Tanta imprecisione e un po' di frenesia: basta questo per non portare a casa una vittoria che sarebbe stata certamente meritata, ma comunque non schiacciante. Onore alla compagine corallina, che torna a Torre del Greco con un punto che la conferma avversaria numero uno di un Bari che, alla fine, può vedere il bicchiere mezzo pieno. Il Locri cade fragorosamente in casa della Sancataldese, il Gela perde contro il Troina e il Bari, anche nella sua versione meno brillante, sale a +3 sulla seconda. Domenica prossima a Marsala l'occasione per rimettere le cose a posto e per dimostrare di aver imparato la lezione.
I campani, senza ombra di dubbio l'avversario più probante che finora ha incrociato i guantoni con i biancorossi, hanno condotto una vera partita da Serie D, tenendo - soprattutto nel primo tempo - un atteggiamento in campo estremamente agonistico, per poi chiudersi con ordine nella ripresa, concedendo pochi spazi a un Bari evidentemente disorientato dalla strenua resistenza opposta dagli avversari. Anche questa è la Serie D, e per i biancorossi tutto sommato può essere un bene aver raccolto alla quinta giornata un pareggio per molti versi didascalico.
Nulla di preoccupante, sia chiaro; un semplice monito sulla necessità di mantenere sempre alta la tensione. Le partite si possono anche vincere 1-0, assaltando di spada e non di fioretto. Eppure anche stavolta i galletti hanno dimostrato di essere una squadra di lignaggio superiore agli avversari, tant'è che al triplice fischio calciatori e staff della Turris hanno celebrato il punto al San Nicola come fosse la vittoria di una finale. Nel primo tempo Marfella sporca i guanti alla mezz'ora con un ottimo guizzo per disinnescare la conclusione infida di Longo, ma poi è stato solo Bari, con una difesa che ha retto tutto sommato bene l'urto, supportata dal lavoro in copertura di centrocampisti e attaccanti. Un paio di discrete occasioni nella prima frazione sono il prologo di una ripresa di esclusiva marca biancorossa, con almeno sei opportunità cristalline non convertite in goal dagli attaccanti baresi, dimenticatisi per una volta dell'importanza di prendere la mira.
È mancato solo il goal, si diceva una volta, come se scaraventare la palla in rete fosse un semplice dettaglio nel gioco del calcio. Quel che è veramente mancato è un pizzico di cattiveria in più, un po' d'ordine in mezzo al campo e nel condurre le offensive. Hanno convinto di più le spiegazioni offerte da Cornacchini nel post gara che la scelta in sé di privarsi dal 1' di Floriano e Brienza, rinunciando anche all'apporto del gioco sulle fasce prima di passare a un 4-4-2 semi-inedito. L'ala ex Foggia, ha spiegato il mister in sala stampa, viene da un infortunio delicato alla coscia e ieri non era ancora il momento giusto per rischiarlo dall'inizio, mentre il capitano e numero 10 è un campione tanto professionale e onesto con se stesso da essere consapevole di poter dare un contributo più importante partendo dalla panchina per spaccare l'equilibrio nel finale.
Tutto giustissimo, ma la differenza con Ciccio in campo è tangibile: le palle lunghe (qualcosa in fase di costruzione manca ancora a questa squadra) lasciano il posto al dialogo nello stretto, liberando l'infinito Hamlili dalla responsabilità di impostare per dedicarsi all'ottimo lavoro in fase di contenimento. Bollino ci mette sempre tanta volontà, fa vedere anche qualche buon colpo, ma con Brienza sul terreno di gioco le occasioni fioccano in maniera più logica, come naturale conseguenza di una superiorità tecnica che la buona Turris di mister Fabiano è riuscita solo a contenere, non a soffocare. E quella punizione all'ultimo secondo non meritava di stamparsi sulla traversa.
Tanta imprecisione e un po' di frenesia: basta questo per non portare a casa una vittoria che sarebbe stata certamente meritata, ma comunque non schiacciante. Onore alla compagine corallina, che torna a Torre del Greco con un punto che la conferma avversaria numero uno di un Bari che, alla fine, può vedere il bicchiere mezzo pieno. Il Locri cade fragorosamente in casa della Sancataldese, il Gela perde contro il Troina e il Bari, anche nella sua versione meno brillante, sale a +3 sulla seconda. Domenica prossima a Marsala l'occasione per rimettere le cose a posto e per dimostrare di aver imparato la lezione.