Calcio
Bari-Ascoli 1-0, Marino: «Mi sta piacendo la voglia di lottare»
Il mister: «Bravi a saper cambiare». Pucino: «Contento di aver sostituito bene il capitano». Viali: «Arrabbiato per il risultato»
Bari - sabato 4 novembre 2023
17.02
Dopo cinque mesi, il Bari torna a vincere in casa. Il successo 1-0 contro l'Ascoli al San Nicola vale la seconda vittoria consecutiva per i galletti di Marino e un bel salto avanti in classifica.
«Il lavoro poco a poco inizia a entrare nella testa - commenta Marino. Dobbiamo fare molto di più, ma in poco tempo la squadra ha cambiato tanto tatticamente. Con il Brescia abbiamo cambiato in corsa improvvisando, questa settimana abbiamo lavorato su un altro sistema di gioco. I meccanismi devono essere oleati bene, ci vuole del tempo; grazie ai ragazzi per la disponibilità».
Il mister continua: «Non credo che il Bari si sia seduto, a volte ci sono i momenti in cui l'avversario prende il sopravvento. Nella ripresa ho ritardato i cambi perché la squadra stava mettendo sotto l'Ascoli. Abbiamo giocato molto nella loro metà campo, abbiamo calciato in porta molte volte e negli ultimi metri siamo arrivati con una certa frequenza. Mi è piaciuto l'approccio. Nel primo quarto d'ora abbiamo avuto buone occasioni in area; abbiamo poi perso il controllo, eravamo lenti nel giropalla e dobbiamo migliorare su questo. Inizia a piacermi la voglia della squadra di lottare, nella ripresa abbiamo concesso qualcosa per errore tecnico ma la squadra ha accelerato per ottenere i tre punti. Il possesso palla va bene se si fa nella metà campo avversaria».
Ancora il tecnico: «Angoli? L'Ascoli con fisicità si è difeso bene, ma dobbiamo migliorare sia a calciare che nell'inserimento. Ora c'è una partita in cui abbiamo solo da perdere se non l'approcciamo bene, poi ci sarà la sosta per migliorare. Con il nostro organico possiamo permetterci di cambiare assetto senza fare sostituzioni, e per un allenatore è molto importante. Se oggi l'Ascoli fosse venuto con due esterni larghi e una punta centrale la difesa a tre sarebbe servita a poco. Possiamo giocare a tre e a quattro, anche davanti possiamo giocare in un modo e nell'altro. Quando si gioca tanto nella metà campo avversaria aumentano gli episodi e la qualità dei singoli può fare la differenza. Anche prima del goal c'è stata l'occasione di Nasti. Vicari? Sta bene, ha finito la partita e ha fatto una buona prova».
Marino conclude: «Nei primi 15' si stavano facendo goal per la loro pressione, poi su una mischia non siamo stati fortunati, e ci sono state anche altre occasioni. Sono contento della vittoria, anche senza Di Cesare e Maiello. Abbiamo giocatori importanti, abbiamo recuperato Maita che è entrato molto bene in partita. Dispiace per Maiello, ci manca, però chi sta giocando in quel ruolo si sta adattando e anche bene».
Sorrisi anche per Raffaele Pucino, capitano di giornata: «Il capitano l'ho fatto sia a Salerno che ad Ascoli. Non era la prima volta, ma fa sempre piacere soprattutto se c'è da sostituire il nostro grande capitano Valerio Di Cesare. Mi è capitato in passato, a Salerno, di fare il braccetto per gran parte della stagione; un ruolo che mi piace. Fa piacere poter dare una mano alla squadra, ritornando in campo dall'inizio e vincere due partite come quella di Brescia e quella di oggi. Sono stati importanti i tre punti, meglio ancora che siano arrivati in casa perché avevamo bisogno di dare un segnale a noi e alla nostra gente. I tre punti sono la parte che conta, poi se vengono in casa tanto di guadagnato. Non è un Bari che ha dato spettacolo, ma il Bari ha avuto sempre il pallino del gioco e non ha rischiato mai niente. Si è parlato del Catanzaro, ma siamo a -4 da loro; noi siamo stati massacrati, loro sono stati portati in paradiso. Abbiamo la colpa di non essere partiti bene, ma bisogna sapersi rialzare per la maglia, l'unica cosa che conta. L'anno scorso abbiamo visto l'importanza del legame con la gente, quella può essere un'arma importante per noi. Abbiamo le possibilità di essere temibili per tutti, con la gente dalla nostra parte è tutto più facile. Quando c'è un esonero e l'arrivo di un altro allenatore ci sia aspetta la scossa. Il pareggio e le due vittorie sono segnali importanti della squadra; complimenti al mister Mignani per quello che ha fatto negli anni precedenti, ci ha dato tanto e noi gli abbiamo dato tantissimo fino all'ultimo. Anche con lui ce l'abbiamo sempre messa tutta. L'anno scorso c'è stato poco da alternarsi con Dorval, ho fatto 34 partite e con molta modestia sono stato uno dei protagonisti. Il mister puntava su Dorval, che ha fatto ottime prestazioni; sono contento che siamo entrambi in campo, possiamo aiutarci a vicenda. Dobbiamo pensare subito alla prossima, se non dai continuità è tutto buttato. Ora abbiamo dato valore ai pareggi precedenti; sappiamo che possiamo crescere, immagazzinando quello che ci dice mister Marino. Abbiamo ripreso qualche punto, ma quel che conta di più è esserci ritrovati».
Deluso, invece, William Viali, tecnico dell'Ascoli: «Abbiamo avuto un paio di occasioni nel primo tempo, clamorosa quella di Rodriguez a inizio ripresa. Molto arrabbiato per questo risultato dopo una prestazione del genere, sul goal del Bari potevamo metterci una toppa e non ci siamo riusciti, anche con 60 metri di campo. Siamo venuti qui con l'idea do fare un regalo ai tifosi, che meritano una classifica diversa. Per storia, blasone e prestazioni fornite abbiamo lasciato troppi punti in giro. Cerco di evitare alibi rispetto alle defezioni, ma oggi con l'ingresso di Adjapong abbiamo dovuto cambiare strategia. Non voglio, però, che passi il messaggio di una partita persa per i cambi forzati; fino all'80' non abbiamo concesso nulla al Bari. L'episodio del goal mi fa molto arrabbiare. Su Barosi non avevo dubbi, lo conosco da quattro mesi e so che ha ottime qualità. Ha un giocatore molto esperto come Viviano davanti, ma si fa trovare pronto. Oggi il Bari ha pressato un po' meno di quello che mi aspettavo, siamo riusciti ad allargare i due attaccanti. Mi aspettavo un Bari così, abbiamo cercato di togliergli la profondità e rallentare la manovra, però non è bastato. Facciamo bene le partite, subiamo poco, ma nelle due aree dobbiamo alzare il livello di qualità e delle scelte. Facciamo spesso il 4-4-2, lavoriamo sulle uscite diverse rispetto al palleggio degli avversari per essere più aggressivi. Nasti? L'ho ritrovato uguale. Gli ho trovato le orecchie perché mi voleva battere per forza. Con lui ho condiviso un percorso estremo l'anno scorso, ci è stato dentro con tutto il sentimento di un ragazzo molto sensibile; questa sensibilità lo porta a fare delle cazzate a volte. La classifica? È più o meno simile. Mi rompe le scatole per il percorso di crescita. Venivamo da nove punti in cinque partite prima di affrontare il Parma, prima avevamo perso 1-0 con il Palermo al 94' su un piazzato. Siamo ricascati nel poco cinismo rispetto ai risultati; la responsabilità e in gran parte mia, la crescita la devo accompagnare io e ci sarà molto da lavorare».
«Il lavoro poco a poco inizia a entrare nella testa - commenta Marino. Dobbiamo fare molto di più, ma in poco tempo la squadra ha cambiato tanto tatticamente. Con il Brescia abbiamo cambiato in corsa improvvisando, questa settimana abbiamo lavorato su un altro sistema di gioco. I meccanismi devono essere oleati bene, ci vuole del tempo; grazie ai ragazzi per la disponibilità».
Il mister continua: «Non credo che il Bari si sia seduto, a volte ci sono i momenti in cui l'avversario prende il sopravvento. Nella ripresa ho ritardato i cambi perché la squadra stava mettendo sotto l'Ascoli. Abbiamo giocato molto nella loro metà campo, abbiamo calciato in porta molte volte e negli ultimi metri siamo arrivati con una certa frequenza. Mi è piaciuto l'approccio. Nel primo quarto d'ora abbiamo avuto buone occasioni in area; abbiamo poi perso il controllo, eravamo lenti nel giropalla e dobbiamo migliorare su questo. Inizia a piacermi la voglia della squadra di lottare, nella ripresa abbiamo concesso qualcosa per errore tecnico ma la squadra ha accelerato per ottenere i tre punti. Il possesso palla va bene se si fa nella metà campo avversaria».
Ancora il tecnico: «Angoli? L'Ascoli con fisicità si è difeso bene, ma dobbiamo migliorare sia a calciare che nell'inserimento. Ora c'è una partita in cui abbiamo solo da perdere se non l'approcciamo bene, poi ci sarà la sosta per migliorare. Con il nostro organico possiamo permetterci di cambiare assetto senza fare sostituzioni, e per un allenatore è molto importante. Se oggi l'Ascoli fosse venuto con due esterni larghi e una punta centrale la difesa a tre sarebbe servita a poco. Possiamo giocare a tre e a quattro, anche davanti possiamo giocare in un modo e nell'altro. Quando si gioca tanto nella metà campo avversaria aumentano gli episodi e la qualità dei singoli può fare la differenza. Anche prima del goal c'è stata l'occasione di Nasti. Vicari? Sta bene, ha finito la partita e ha fatto una buona prova».
Marino conclude: «Nei primi 15' si stavano facendo goal per la loro pressione, poi su una mischia non siamo stati fortunati, e ci sono state anche altre occasioni. Sono contento della vittoria, anche senza Di Cesare e Maiello. Abbiamo giocatori importanti, abbiamo recuperato Maita che è entrato molto bene in partita. Dispiace per Maiello, ci manca, però chi sta giocando in quel ruolo si sta adattando e anche bene».
Sorrisi anche per Raffaele Pucino, capitano di giornata: «Il capitano l'ho fatto sia a Salerno che ad Ascoli. Non era la prima volta, ma fa sempre piacere soprattutto se c'è da sostituire il nostro grande capitano Valerio Di Cesare. Mi è capitato in passato, a Salerno, di fare il braccetto per gran parte della stagione; un ruolo che mi piace. Fa piacere poter dare una mano alla squadra, ritornando in campo dall'inizio e vincere due partite come quella di Brescia e quella di oggi. Sono stati importanti i tre punti, meglio ancora che siano arrivati in casa perché avevamo bisogno di dare un segnale a noi e alla nostra gente. I tre punti sono la parte che conta, poi se vengono in casa tanto di guadagnato. Non è un Bari che ha dato spettacolo, ma il Bari ha avuto sempre il pallino del gioco e non ha rischiato mai niente. Si è parlato del Catanzaro, ma siamo a -4 da loro; noi siamo stati massacrati, loro sono stati portati in paradiso. Abbiamo la colpa di non essere partiti bene, ma bisogna sapersi rialzare per la maglia, l'unica cosa che conta. L'anno scorso abbiamo visto l'importanza del legame con la gente, quella può essere un'arma importante per noi. Abbiamo le possibilità di essere temibili per tutti, con la gente dalla nostra parte è tutto più facile. Quando c'è un esonero e l'arrivo di un altro allenatore ci sia aspetta la scossa. Il pareggio e le due vittorie sono segnali importanti della squadra; complimenti al mister Mignani per quello che ha fatto negli anni precedenti, ci ha dato tanto e noi gli abbiamo dato tantissimo fino all'ultimo. Anche con lui ce l'abbiamo sempre messa tutta. L'anno scorso c'è stato poco da alternarsi con Dorval, ho fatto 34 partite e con molta modestia sono stato uno dei protagonisti. Il mister puntava su Dorval, che ha fatto ottime prestazioni; sono contento che siamo entrambi in campo, possiamo aiutarci a vicenda. Dobbiamo pensare subito alla prossima, se non dai continuità è tutto buttato. Ora abbiamo dato valore ai pareggi precedenti; sappiamo che possiamo crescere, immagazzinando quello che ci dice mister Marino. Abbiamo ripreso qualche punto, ma quel che conta di più è esserci ritrovati».
Deluso, invece, William Viali, tecnico dell'Ascoli: «Abbiamo avuto un paio di occasioni nel primo tempo, clamorosa quella di Rodriguez a inizio ripresa. Molto arrabbiato per questo risultato dopo una prestazione del genere, sul goal del Bari potevamo metterci una toppa e non ci siamo riusciti, anche con 60 metri di campo. Siamo venuti qui con l'idea do fare un regalo ai tifosi, che meritano una classifica diversa. Per storia, blasone e prestazioni fornite abbiamo lasciato troppi punti in giro. Cerco di evitare alibi rispetto alle defezioni, ma oggi con l'ingresso di Adjapong abbiamo dovuto cambiare strategia. Non voglio, però, che passi il messaggio di una partita persa per i cambi forzati; fino all'80' non abbiamo concesso nulla al Bari. L'episodio del goal mi fa molto arrabbiare. Su Barosi non avevo dubbi, lo conosco da quattro mesi e so che ha ottime qualità. Ha un giocatore molto esperto come Viviano davanti, ma si fa trovare pronto. Oggi il Bari ha pressato un po' meno di quello che mi aspettavo, siamo riusciti ad allargare i due attaccanti. Mi aspettavo un Bari così, abbiamo cercato di togliergli la profondità e rallentare la manovra, però non è bastato. Facciamo bene le partite, subiamo poco, ma nelle due aree dobbiamo alzare il livello di qualità e delle scelte. Facciamo spesso il 4-4-2, lavoriamo sulle uscite diverse rispetto al palleggio degli avversari per essere più aggressivi. Nasti? L'ho ritrovato uguale. Gli ho trovato le orecchie perché mi voleva battere per forza. Con lui ho condiviso un percorso estremo l'anno scorso, ci è stato dentro con tutto il sentimento di un ragazzo molto sensibile; questa sensibilità lo porta a fare delle cazzate a volte. La classifica? È più o meno simile. Mi rompe le scatole per il percorso di crescita. Venivamo da nove punti in cinque partite prima di affrontare il Parma, prima avevamo perso 1-0 con il Palermo al 94' su un piazzato. Siamo ricascati nel poco cinismo rispetto ai risultati; la responsabilità e in gran parte mia, la crescita la devo accompagnare io e ci sarà molto da lavorare».