Floro Flores Bar Asc. <span>Foto FC Bari 1908</span>
Floro Flores Bar Asc. Foto FC Bari 1908
Calcio

Bari-Ascoli, cinismo e buona sorte quando non c'è il bel gioco

Grosso sa soffrire per cambiare marcia dopo l'espulsione dell'ascolano Gigliotti

Riscatto doveva essere, e riscatto è stato. Il Bari batte 3-0 l'Ascoli al San Nicola e si rilancia al terzo posto in classifica, chiudendo a doppia mandata il cassetto in cui è giusto che rimangano la prestazione e la sconfitta di Brescia.

Una partita dalla doppia lettura, come ha sottolineato il tecnico ascolano Fiorin nel post partita: fino all'ingenua (forse esagerata, forse no) espulsione del difensore marchigiano Gigliotti per il fallo a centrocampo su Petriccione, l'Ascoli - pur senza impressionare più di tanto - si è fatto nettamente preferire a un Bari oltremodo contratto, che probabilmente sulla spalla portava ancora la scimmia di Brescia. A Grosso e ai suoi va riconosciuto il merito di essere riusciti ad arginare le folate dell'Ascoli, che soprattutto con la catena di sinistra Mignanelli-Parlati ha messo più volte in crisi Cassani, apparso molto meno sicuro nel suo ruolo naturale di terzino destro in un 4-3-3 classico che come centro-destra in una difesa a tre.

Una povertà di idee semi-inedita nel Bari di Grosso ma facilmente spiegabile con la contemporanea indisponibilità di Basha e Marrone, che ha lasciato i biancorossi contro l'Ascoli privi delle due principali fonti di gioco. Petriccione, a dispetto della giovane età, si è comunque disimpegnato con intelligenza e grande personalità, garantendo alla mediana biancorossa una costante dose di dinamismo nella delicatissima porzione di campo davanti alla difesa. Ma purtroppo non basta per compensare l'assenza delle geometrie che garantiscono i due registi puri che ha in rosa il Bari, e quando anche Tello (partita discontinua la sua) e soprattutto Busellato (stranamente al di sotto dei suoi standard, forse anche a causa di una condizione fisica non ottimale) non garantiscono prestazioni all'altezza, i biancorossi soffrono il confronto con una mediana esperta e vivace come quella ascolana, trascinata dall'esperienza di Bianchi e Buzzegoli e dalla freschezza atletica di Carpani.

Il Bari è stato comunque bravo a resistere a denti stretti, lasciando sfogare i bianconeri ospiti senza concedere all'avversario il famoso primo goal, un triste "fattore K" in molte altre partite precedenti (su tutte le ultime quattro, ma non solo) e ad approfittare con rabbia e un cinismo quasi inedito dell'episodio fortunato, portando a casa una partita che altrimenti rischiava di mettersi maluccio. La prima vera parata di Micai, d'altra parte, è arrivata solo a un quarto d'ora dalla fine, con il punteggio già saldamente in mano dei padroni di casa (eravamo sul 2-0).

Decisivo è stato l'ingresso di Brienza, che ha messo ordine nella manovra arruffona dei biancorossi e ha dimostrato una volta di più (non che che ne fosse bisogno, infondo) di poter essere un fattore determinante anche a 38 anni in questo Bari, fosse solo con un impiego part-time. E poi una discreta dose, come detto, di fortuna, che ha fatto girare ulteriormente le cose a favore del Bari con la deviazione decisiva di Bianchi sul tiro da fuori di Galano per l'1-0 e con l'assurdo flipper tra Improta e Mogos per l'autorete che vale il 2-0 parziale e inizia a saldare il conto che il Galletto ha tuttora aperto con i goal nella porta sbagliata.

Il terzo goal di Floro Flores, infine, conferma come il Bari sia attualmente in possesso di un potenziale offensivo a tratti devastante (secondo miglior attacco della B), e riabilita la figura del centravanti campano agli occhi dei tifosi, iniziando un processo di recupero di una pedina più che fondamentale negli equilibri di Grosso.

La vittoria contro l'Ascoli, in definitiva, ci lascia due segnali in eredità. Il primo è che le cose stanno finalmente iniziando a girare per il verso giusto in casa Bari (per quanto possa essere metodologicamente corretto analizzare i fatti in base alle congiunzioni astrali), e il secondo (e più importante) è che anche Grosso si sta rendendo conto che per vincere non c'è sempre bisogno di giocare a mille all'ora, ma ogni tanto può bastare un po' di cattiveria in più per trasformare una giornata no in un trionfo, approfittando di tutti gli episodi favorevoli. Rispetto alla partita di La Spezia (giusto per fare un esempio), il Bari sembrerebbe aver compiuto in questo mese denso di impegni un piccolo/grande passo in avanti dal punto di vista della mentalità e del carattere, riuscendo a "prendere per il collo" (citazione dal personale dizionario di Grosso) un avversario che comunque non era sembrato facilmente addomesticabile nemmeno dopo esser rimasto in dieci contro undici.

Dall'inopinata sconfitta di Brescia il Bari ha, con i fatti, dimostrato di aver appreso la lezione, e adesso può finalmente guardare alla trasferta di Salerno con un pizzico di tranquillità in più, consapevole del fatto che sarà una partita da provare a vincere a tutti i costi, non tanto per una classifica ancora cortissima e che vede Bari e Salernitana appaiate a quota 19 alle spalle del terzetto di testa Palermo-Empoli-Frosinone, ma per iniettare finalmente nel motore una dose di carburante in più, che di certo aiuterebbe il Bari a salire quell'ultimo gradino che ancora manca per imporsi come una delle migliori realtà di questa Serie B.
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