Calcio
Bari-Avellino, l'occasione per svoltare la stagione
Oltre al gioco finalmente il cuore e la voglia di saltare gli ostacoli
Bari - lunedì 9 ottobre 2017
11.27
Non è mai semplice cogliere lo sviluppo della storia nel mentre del suo stesso compiersi, ma soprattutto negli sport ci sono dei momenti che lasciano intendere una svolta, una scintilla che profuma di occasione da cogliere per dare un senso alla stagione. Una chiave di lettura che sorge spontanea al fischio finale di Bari-Avellino, gara vinta 2-1 dai biancorossi firmando una rimonta che ci consegna un gruppo come non lo avevamo mai visto finora: cattivo, determinato e voglioso di stare nella partita e non solo di farsi vivere dalle situazioni.
Alla vigilia del delicatissimo scontro in molti avrebbero firmato per un pari (ivi compreso lo scrivente): troppe le assenze in difesa, troppi i punti interrogativi a centrocampo, troppo lunatiche le precedenti prestazioni per ragionevolmente credere di poterla sfangare contro un avversario come l'Avellino, che anche ieri ha dimostrato di essere in super forma, giustificando il piazzamento nei quartieri nobili della graduatoria di Serie B. Grosso e i suoi non l'hanno fatto, e il campo gli ha dato ragione.
C'è, ad ogni modo, da dire che la vittoria è stata molto episodica, perché il tiro di Improta che è valso il momentaneo 1-1 nel 99% dei casi finisce in curva e invece ieri ha tolto la ragnatela dall'incrocio dei pali, perché il rigore di Galano con cui il Bari è pervenuto al vantaggio poteva benissimo non esserci (ma ce n'era uno solare nel primo tempo non concesso dal disastroso arbitro Aureliano). Che la buona sorte stia iniziando a saldare il debito di cui parlava il presidente Giancaspro in settimana? Difficile appellarsi alla cabala e sperare nelle stelle; molto meglio, invece, restare con i piedi per terra come fa Grosso e analizzare i fatti: dopo l'ingloriosa sconfitta di La Spezia si è forse accesa una scintilla nello spirito del gruppo-Bari, che con una prestazione finalmente di grande carattere si è andato a prendere i tre punti in un momento in cui tutti i fattori congiuravano contro la buona riuscita dell'impresa.
Dopo una prima mezz'ora di naturale impaccio, legata principalmente alla formazione emergenziale schierata da Grosso con un 4-3-3 molto border-line e all'attenta tattica predisposta da una vecchia volpe come Novellino, il Bari già a partire dal crepuscolo del primo tempo ha lasciato intravvedere di essere sul pezzo (il palo di Galano al 42' trema ancora). E non era per nulla scontato che la squadra reagisse con tale cattiveria e maturità al goal del vantaggio avellinese firmato da Kresic con un'azione da flipper, trovando già 1' più tardi il pareggio.
Fa bene, quindi, Grosso a non soffermarsi più di tanto sulle modalità con cui è arrivata questa vittoria, sottolineando piuttosto la prestazione della squadra e la voglia di reagire di un gruppo che forse per la prima volta si è dimostrato tale. Il mister ha dato a questo successo il volto di Cassani e Morleo, calciatori esperti che quando sono stati chiamati in causa per via dell'emergenza difensiva hanno risposto alla grande, trasferendo per osmosi a tutta la squadra (anche al giovanissimo Petriccione, tra i migliori all'esordio da titolare) la sicurezza dei veterani e la consapevolezza di poter fare il miracolo sportivo.
Ora tocca a Grosso veicolare questo messaggio ai suoi. Se alle prestazioni di qualità, che bene o male non sono mai mancate, il Bari dovesse riuscire ad abbinare anche quel sano senso di cattiveria agonistica, la fame di risultati vista ieri, la finora oscillante stagione biancorossa potrebbe davvero iniziare ad assumere contorni diversi. L'occasione che il Bari si è creato vincendo contro l'Avellino in quel modo non può in nessun modo essere sprecata. La prova del nove l'avremo già sabato prossimo, quando Grosso e i suoi faranno visita alla Pro Vercelli, che giusto un turno prima di affrontare il Bari ha deciso di trovare un super-risultato vincendo 1-5 al Curi di Perugia. Sei giorni d'attesa e finalmente inizieremo a scoprire, nel bene o nel male, la verità sul Galletto targato Fabio Grosso.
Alla vigilia del delicatissimo scontro in molti avrebbero firmato per un pari (ivi compreso lo scrivente): troppe le assenze in difesa, troppi i punti interrogativi a centrocampo, troppo lunatiche le precedenti prestazioni per ragionevolmente credere di poterla sfangare contro un avversario come l'Avellino, che anche ieri ha dimostrato di essere in super forma, giustificando il piazzamento nei quartieri nobili della graduatoria di Serie B. Grosso e i suoi non l'hanno fatto, e il campo gli ha dato ragione.
C'è, ad ogni modo, da dire che la vittoria è stata molto episodica, perché il tiro di Improta che è valso il momentaneo 1-1 nel 99% dei casi finisce in curva e invece ieri ha tolto la ragnatela dall'incrocio dei pali, perché il rigore di Galano con cui il Bari è pervenuto al vantaggio poteva benissimo non esserci (ma ce n'era uno solare nel primo tempo non concesso dal disastroso arbitro Aureliano). Che la buona sorte stia iniziando a saldare il debito di cui parlava il presidente Giancaspro in settimana? Difficile appellarsi alla cabala e sperare nelle stelle; molto meglio, invece, restare con i piedi per terra come fa Grosso e analizzare i fatti: dopo l'ingloriosa sconfitta di La Spezia si è forse accesa una scintilla nello spirito del gruppo-Bari, che con una prestazione finalmente di grande carattere si è andato a prendere i tre punti in un momento in cui tutti i fattori congiuravano contro la buona riuscita dell'impresa.
Dopo una prima mezz'ora di naturale impaccio, legata principalmente alla formazione emergenziale schierata da Grosso con un 4-3-3 molto border-line e all'attenta tattica predisposta da una vecchia volpe come Novellino, il Bari già a partire dal crepuscolo del primo tempo ha lasciato intravvedere di essere sul pezzo (il palo di Galano al 42' trema ancora). E non era per nulla scontato che la squadra reagisse con tale cattiveria e maturità al goal del vantaggio avellinese firmato da Kresic con un'azione da flipper, trovando già 1' più tardi il pareggio.
Fa bene, quindi, Grosso a non soffermarsi più di tanto sulle modalità con cui è arrivata questa vittoria, sottolineando piuttosto la prestazione della squadra e la voglia di reagire di un gruppo che forse per la prima volta si è dimostrato tale. Il mister ha dato a questo successo il volto di Cassani e Morleo, calciatori esperti che quando sono stati chiamati in causa per via dell'emergenza difensiva hanno risposto alla grande, trasferendo per osmosi a tutta la squadra (anche al giovanissimo Petriccione, tra i migliori all'esordio da titolare) la sicurezza dei veterani e la consapevolezza di poter fare il miracolo sportivo.
Ora tocca a Grosso veicolare questo messaggio ai suoi. Se alle prestazioni di qualità, che bene o male non sono mai mancate, il Bari dovesse riuscire ad abbinare anche quel sano senso di cattiveria agonistica, la fame di risultati vista ieri, la finora oscillante stagione biancorossa potrebbe davvero iniziare ad assumere contorni diversi. L'occasione che il Bari si è creato vincendo contro l'Avellino in quel modo non può in nessun modo essere sprecata. La prova del nove l'avremo già sabato prossimo, quando Grosso e i suoi faranno visita alla Pro Vercelli, che giusto un turno prima di affrontare il Bari ha deciso di trovare un super-risultato vincendo 1-5 al Curi di Perugia. Sei giorni d'attesa e finalmente inizieremo a scoprire, nel bene o nel male, la verità sul Galletto targato Fabio Grosso.