Calcio
Bari, buona la prima: cuore, gioco e super Galano stendono il Parma
Prima vittoria ufficiale della stagione e si passa al terzo turno di Coppa Italia
Bari - lunedì 7 agosto 2017
17.49
Una felice tradizione che continua, quella del Bari vincente all'esordio in gare ufficiali. Ma se negli anni scorsi l'ingresso in Coppa Italia era stato agevolato da avversari piuttosto "soft", provenienti da categorie inferiori, la stagione '17/'18 ha fin da subito proposto al Bari una sfida probante per le ancora sconosciute velleità della franchigia biancorossa. Il 2-1 (al San Nicola) con cui i primi galletti targati Fabio Grosso estromettono il rampante Parma dalla Coppa Nazionale, guadagnandosi il terzo turno (sabato prossimo in casa della Cremonese), sembra un buon viatico in vista dell'inizio di un campionato che da ormai tre stagioni reclama il Bari tra i suoi protagonisti, rimanendo puntualmente deluso.
Bari Ok, Galano Super Star
La firma su questo brillante successo in rimonta, acciuffato quando il 90' era già stato superato da tre giro d'orologio, è quella prestigiosa di Christian Galano, il golden boy biancorosso che in quella rovesciata à là Carlo Parola ha messo tutta la voglia di imporsi da protagonista nel Bari che sta prendendo forma, dopo un'estate di verità non dette. Ma il "Robben della Capitanata" è solo la punta dell'ice-berg di un Bari che con sorprendente anticipo ha già acquisito la forma da campionato, mostrandosi già pronto per il calcio che conta. Eppure i biancorossi avevano accusato un avvio shock, con un pastrocchio sulla destra tra Tello (nella semi-inedita posizione di terzino) e capitan Tonucci, troppo maldestro e frettoloso nell'atterrare in area il folletto ducale Baraye (il più positivo nella spenta formazione parmense). Lo svantaggio dopo 120'' (freddo Calaiò dal dischetto) avrebbe certamente tagliato le gambe al Bari dello scorso anno, mai contraddistintosi per cuore e coraggio; ma la squadra di Grosso, come le formichine operaie, è stata brava a non scomporsi e a fare la sua partita. Fraseggi stretti palla a terra per aprire spazi vitali sulle fasce e innescare la verve di Improta (veloce a inserirsi nei nuovi schemi) e soprattutto Galano, che al 36' converte l'illuminante assist di Basha con un bel colpo di testa (non la specialità della casa). Una pressione costante sull'ondeggiante centrocampo gialloblù che è valsa al 93' il meritato goal-vittoria, firmato ancora dall'ala barese con una rovesciata che non dà speranza a Frattali.
Qualcosa da rivedere
Non è, ovviamente, tutto oro quel che luccica: il Bari con cuore e una discreta organizzazione di gioco è riuscito ad avere la meglio su un avversario accreditato di un ruolo da protagonista nella prossima Serie B, ma qualcosa per completare la rosa ancora va fatta. L'indicazione numero uno, naturalmente, l'ha data Galano, toltosi definitivamente dal mercato con una prestazione da 8 in pagella. I dubbi maggiori, però, riguardano ancora la difesa, dove Sogliano dovrà intervenire in tempi ristretti: Tello ha dimostrato di sapersela cavare nel ruolo di terzino, ma il folle avvio e la crescita alla distanza confermano che l'ex Empoli darà il suo meglio quando sarà impiegato 30-40 metri più avanti; ecco perché l'arrivo a ore di Fiamozzi non può che essere accolto con giubilo dal pubblico del San Nicola. Discorso analogo per la zona centrale della Maginot biancorossa: la leadership di Tonucci non si discute (al netto del peccatuccio veniale sul rigore), così come le raggianti prospettive del figliol prodigo Capradossi. Di Masi sappiamo poco o nulla, mentre Moras, per età avanzata e imponenza fisica, non sembra garantire continuità in un campionato estenuante come la B. Qualcosa per rimpinguare le scelte a disposizione di Grosso andrà fatta a tutti i costi. Bene, invece, la fascia sinistra: tra Morleo (pienamente recuperato) e D'Elia è lecito attendersi una promettente staffetta per una maglia da terzino titolare.
Luci e ombre a centrocampo, dove il neo arrivo Busellato si è fin da subito imposto come un infaticabile recupera-palloni, ma con poca attitudine al palleggio. Idem per Basha, elemento capace nel giro di una stessa gara di sfornare assist golosi come quello per il pari di Galano, e perdere sanguinosi palloni in fase attiva. Lo stesso Salzano (elemento più di qualità nel 4-3-3 di Grosso) ha bisogno di un regista, una stella polare del gioco, su cui scaricare la palla per mettere in atto le sue rapide verticalizzazioni verso l'area. Prospettiva che acquisisce ancor più valore se si pensa che Grosso ama sviluppare l'azione a livello "groundfloor", far correre la palla per conservare condizione e lucidità: un piano interessante ma che ha bisogno di ridurre al minimo gli errori gratuiti onde evitare di lanciare il contropiede avversario. Serve un regista che in mezzo al campo dia ordine alla manovra e faccia respirare la squadra.
Discorso a parte per l'attacco, reparto che fino a ora sembra il più completo. Nené è grande e grosso e ha già da un pezzo superato i 30, quindi c'è bisogno di pazientare prima di vederlo al top della forma (ieri, però, ha fatto capire che il piede è già caldo). Stesso dicasi per Floro Flores, ancora alle prese con il fastidio muscolare che l'ha tenuto fuori nel finale della scorsa stagione, e Brienza, rientrato ieri alla grande dopo la rottura del legamento. Quando i tre assi saranno entrati in condizione, i goal (almeno a giudicare dal curriculum) dovrebbero essere garantiti.
Piedi per terra
Occhio, però, ai soliti voli pindarici: il calcio d'agosto serve a dare agli allenatori utili indicazioni, ma mai a trarre aruspici o vaticini. Impossibile, ad esempio, che il vero Parma di D'Aversa sia quello svogliato visto al San Nicola alla prima ufficiale. E anche il Bari deve fare attenzione a dare a questo successo il peso che merita: qualcosa si intravede ma infiammare la piazza per una vittoria al 6 agosto potrebbe essere un altro clamoroso suicidio calcistico. La storia del Bari insegna che i biancorossi hanno fatto le imprese più grandi quando sono partiti a fari spenti, senza pressioni o aspettative cosmiche. Grosso ha belle idee ed esprime un calcio gradevole, ma gli va lasciato il tempo di lavorare e sviluppare la sua tattica fino in fondo. Prima di ottobre/novembre, insomma, meglio astenersi da giudizi definitivi.
Su una cosa, però, possiamo esprimerci fin da ora senza tema di smentita, ed è la grande platea del San Nicola: 16.000 "aficionados" per una gara al 6 agosto (con il termometro fisso su +35 anche alle 22:00) è una cifra che rende l'idea della passione che coinvolge questa piazza. Almeno sugli spalti, il Bari vince sempre.
Bari Ok, Galano Super Star
La firma su questo brillante successo in rimonta, acciuffato quando il 90' era già stato superato da tre giro d'orologio, è quella prestigiosa di Christian Galano, il golden boy biancorosso che in quella rovesciata à là Carlo Parola ha messo tutta la voglia di imporsi da protagonista nel Bari che sta prendendo forma, dopo un'estate di verità non dette. Ma il "Robben della Capitanata" è solo la punta dell'ice-berg di un Bari che con sorprendente anticipo ha già acquisito la forma da campionato, mostrandosi già pronto per il calcio che conta. Eppure i biancorossi avevano accusato un avvio shock, con un pastrocchio sulla destra tra Tello (nella semi-inedita posizione di terzino) e capitan Tonucci, troppo maldestro e frettoloso nell'atterrare in area il folletto ducale Baraye (il più positivo nella spenta formazione parmense). Lo svantaggio dopo 120'' (freddo Calaiò dal dischetto) avrebbe certamente tagliato le gambe al Bari dello scorso anno, mai contraddistintosi per cuore e coraggio; ma la squadra di Grosso, come le formichine operaie, è stata brava a non scomporsi e a fare la sua partita. Fraseggi stretti palla a terra per aprire spazi vitali sulle fasce e innescare la verve di Improta (veloce a inserirsi nei nuovi schemi) e soprattutto Galano, che al 36' converte l'illuminante assist di Basha con un bel colpo di testa (non la specialità della casa). Una pressione costante sull'ondeggiante centrocampo gialloblù che è valsa al 93' il meritato goal-vittoria, firmato ancora dall'ala barese con una rovesciata che non dà speranza a Frattali.
Qualcosa da rivedere
Non è, ovviamente, tutto oro quel che luccica: il Bari con cuore e una discreta organizzazione di gioco è riuscito ad avere la meglio su un avversario accreditato di un ruolo da protagonista nella prossima Serie B, ma qualcosa per completare la rosa ancora va fatta. L'indicazione numero uno, naturalmente, l'ha data Galano, toltosi definitivamente dal mercato con una prestazione da 8 in pagella. I dubbi maggiori, però, riguardano ancora la difesa, dove Sogliano dovrà intervenire in tempi ristretti: Tello ha dimostrato di sapersela cavare nel ruolo di terzino, ma il folle avvio e la crescita alla distanza confermano che l'ex Empoli darà il suo meglio quando sarà impiegato 30-40 metri più avanti; ecco perché l'arrivo a ore di Fiamozzi non può che essere accolto con giubilo dal pubblico del San Nicola. Discorso analogo per la zona centrale della Maginot biancorossa: la leadership di Tonucci non si discute (al netto del peccatuccio veniale sul rigore), così come le raggianti prospettive del figliol prodigo Capradossi. Di Masi sappiamo poco o nulla, mentre Moras, per età avanzata e imponenza fisica, non sembra garantire continuità in un campionato estenuante come la B. Qualcosa per rimpinguare le scelte a disposizione di Grosso andrà fatta a tutti i costi. Bene, invece, la fascia sinistra: tra Morleo (pienamente recuperato) e D'Elia è lecito attendersi una promettente staffetta per una maglia da terzino titolare.
Luci e ombre a centrocampo, dove il neo arrivo Busellato si è fin da subito imposto come un infaticabile recupera-palloni, ma con poca attitudine al palleggio. Idem per Basha, elemento capace nel giro di una stessa gara di sfornare assist golosi come quello per il pari di Galano, e perdere sanguinosi palloni in fase attiva. Lo stesso Salzano (elemento più di qualità nel 4-3-3 di Grosso) ha bisogno di un regista, una stella polare del gioco, su cui scaricare la palla per mettere in atto le sue rapide verticalizzazioni verso l'area. Prospettiva che acquisisce ancor più valore se si pensa che Grosso ama sviluppare l'azione a livello "groundfloor", far correre la palla per conservare condizione e lucidità: un piano interessante ma che ha bisogno di ridurre al minimo gli errori gratuiti onde evitare di lanciare il contropiede avversario. Serve un regista che in mezzo al campo dia ordine alla manovra e faccia respirare la squadra.
Discorso a parte per l'attacco, reparto che fino a ora sembra il più completo. Nené è grande e grosso e ha già da un pezzo superato i 30, quindi c'è bisogno di pazientare prima di vederlo al top della forma (ieri, però, ha fatto capire che il piede è già caldo). Stesso dicasi per Floro Flores, ancora alle prese con il fastidio muscolare che l'ha tenuto fuori nel finale della scorsa stagione, e Brienza, rientrato ieri alla grande dopo la rottura del legamento. Quando i tre assi saranno entrati in condizione, i goal (almeno a giudicare dal curriculum) dovrebbero essere garantiti.
Piedi per terra
Occhio, però, ai soliti voli pindarici: il calcio d'agosto serve a dare agli allenatori utili indicazioni, ma mai a trarre aruspici o vaticini. Impossibile, ad esempio, che il vero Parma di D'Aversa sia quello svogliato visto al San Nicola alla prima ufficiale. E anche il Bari deve fare attenzione a dare a questo successo il peso che merita: qualcosa si intravede ma infiammare la piazza per una vittoria al 6 agosto potrebbe essere un altro clamoroso suicidio calcistico. La storia del Bari insegna che i biancorossi hanno fatto le imprese più grandi quando sono partiti a fari spenti, senza pressioni o aspettative cosmiche. Grosso ha belle idee ed esprime un calcio gradevole, ma gli va lasciato il tempo di lavorare e sviluppare la sua tattica fino in fondo. Prima di ottobre/novembre, insomma, meglio astenersi da giudizi definitivi.
Su una cosa, però, possiamo esprimerci fin da ora senza tema di smentita, ed è la grande platea del San Nicola: 16.000 "aficionados" per una gara al 6 agosto (con il termometro fisso su +35 anche alle 22:00) è una cifra che rende l'idea della passione che coinvolge questa piazza. Almeno sugli spalti, il Bari vince sempre.