michele mignani
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Calcio

Bari-Como 2-2, Mignani: «Siamo partiti con l’ansia». Di Cesare: «Nella ripresa li abbiamo asfaltati»

Il mister: «Dovevamo pareggiarla, abbiamo corso il rischio di forzarla». Longo: «Dispiaciuto, primo tempo importante»

Il Bari continua a fare punti importanti in zona Cesarini. Dopo il successo col Sudtirol al 93', sempre nel recupero i galletti riagguantano il Como sul 2-2 al San Nicola.

Un punto che permette al Bari di salire a +5 sul quarto posto del Sudtirol, ma manda i galletti di nuovo a -6 dal Genoa secondo. «Un punto guadagnato, gli altri non li guardo - commenta mister Michele Mignani, tecnico biancorosso, nel post gara. Non posso stare a sperare che non facciano punti, io lavoro per far fare punti alla mia squadra. Se il Genoa vince cinque partite non si può più prendere. Io non posso fare in modo che non vincano, devo pensare a noi e lavorare con i ragazzi sulle gambe, la testa e la tattica. Se non dovessimo riuscire a prendere quelli che stanno davanti, facciamo in modo che gli altri non prendano noi. L'insegnamento è lo stesso delle ultime: la partita dura 95', non dobbiamo prendere dall'ansia come è successo nei primi 25'. Abbiamo provato a metterla nella maniera giusta fin da subito, a volte non ci riesci per merito dell'avversario o perché hai bisogno di qualche minuto per scioglierti. In quei minuti devi tamponare per poi capire se c'è la possibilità di andare a far male, come è successo con Benevento e Sudtirol. Se sei nettamente più forte dell'avversario puoi provare fin dal 1' a metterlo sotto, ma quando gli equilibri sono sottili è più difficile sistemare fin da subito la situazione. Ci vuole più pazienza».

Spiegando lo svolgimento tattico della gara, il tecnico aggiunge: «Ci dava fastidio Iovine che si andava a mettere dietro le due punte. Di Cesare esce su Iovine e non avremmo dovuto farlo, avremmo dovuto gestirla meglio. Loro ci toglievano profondità, preso il primo goal abbiamo un po' ceduto mentalmente e abbiamo iniziato a sbagliare di più; il secondo goal nasce da un nostro errore in disimpegno. Nella ripresa i cambi possono per aiutato, ma quando ti scrolli di dosso un po' di agitazione ti senti più libero e ti esce qualcosa in più».

A fare la differenza l'ingresso nella ripresa d Gregorio Morachioli, che serve gli assist per i goal di Cheddira e Di Cesare. È pronto per giocare dal 1' e per far passare il Bari al 4-2-4? Mignani dice la sua: «L'allenatore fa le sue scelte. Comporta cambiare assetto a una squadra che fin qui ha fatto bene in un certo modo, se devo farlo giocare in una posizione in cui non mi dà il 100% preferisco non farlo giocare dall'inizio. Se lo metto a partita in corso posso essere una sorpresa per l'avversario. Ha gamba, può giocare 90' ma il suo percorso è in evoluzione: deve conoscersi ancora completamente, non deve avere fretta. Si crea sempre spazio e tempo per l'ultimo passaggio e l'ultima giocata, oggi con più lucidità poteva mettere Cheddira nella condizione di fare goal su una giocata semplice. Oggi avevamo bisogno di pareggiare e abbiamo corso il rischio di forzarla, puoi anche farlo a inizio partita ma è sempre lunga e le partite sono lunghe. Nell'immaginario collettivo è dura lasciare fuori un giocatore che ha fatto un goal e due assist, ma se lo mettessi a Pisa e non andasse bene ci sarebbero comunque domande su Morachioli. Una soluzione per oggi poteva essere il centrocampo a due. Benali play non mi è dispiaciuto nel primo tempo, forzare le partite dall'inizio si può fare e si può non fare. Le partite sono fatte di inerzie, oggi è andata da parte nostra e ci ha permesso di forzare. Questo non vuol dire che non si possa giocare con due centrali e due esterni, uno più puro e uno meno puro. Noi oggi volevamo andare a lavorare uomo su uomo, andare in pressione sui centrali e sui quinti di centrocampo, con Maita che si abbassava tra i due centrali».

Il mister conclude: «Sono soddisfatto di quelli che sono entrati. Mi piacerebbe che Botta determinasse anche nell'ultimo passaggio. Sono contento che sia rientrato Ceter per sostituire Cheddira, in calo fisico, e sono contento di Esposito: ho abbassato Botta a fare il secondo centrocampista e ho messo Esposito ad agire con qualità tra le linee. Attacca di meno lo spazio, ma con la palla tra i piedi tra le linee può essere pericoloso».
valerio di cesare

Soddisfatto anche Valerio Di Cesare, che in settimana (insieme ad Antenucci) si è abilitato come direttore sportivo e che, con il goal contro il Como, diventa il quinto marcatore più anziano storia della B all time con 39 anni 10 mesi e 22 giorni, superando di 9 giorni Moscardelli che segnò nel dicembre 2019 a 39 anni 10 mesi e 13 giorni. «Vuol dire che sono diventato davvero vecchio - scherza DI Cesare. Il goal ci ha permesso di raggiungere un pareggio importante, abbiamo reagito alla grande dopo un primo tempo non buono. Va dato merito a loro, ma nella ripresa non c'è stata storia. Li abbiamo messi lì. Occasione finale? Dovevo farla scendere di più, ma è andata bene lo stesso così. C'era un fallo di mano? Non ce ne siamo accorti. Loro sono stati bravi nei primi minuti, ci hanno messo in difficoltà con i cross e con gli inserimenti del trequartista; merito loro, ci sono anche gli avversari. Noi siamo vivi, terzi in classifica, dobbiamo continuare così. Morachioli? È un ottimo giocatore, ci dà una grande mano. Deve migliorarsi ancora, ha il futuro dalla sua. Gli errori individuali capitano, li fanno anche i grandi. Potevo fare meglio anche io, sul tiro di Cutrone mi è passata tra le gambe. Su goal c'p anche la bravura degli avversari, non solo demerito nostro. Io dal campo avevo la sensazione di una squadra in difficoltà nei primi 20', ma è tanto merito di un avversario con gamba, che attaccava con cinque uomini. Nel primo tempo li abbiamo asfaltati, non hanno fatto un tiro in porta. Non è una cosa fisica, altrimenti saremmo crollati nella ripresa. Non so dare una spiegazione, può capitare anche perché loro ci hanno messo in difficoltà; non ci aspettavamo la mezzala sulla linea degli attaccanti, ci abbiamo messo un po' a trovare le contromisure. Stiamo dando il 110%, i miei compagni stanno facendo qualcosa di straordinario. Non so se continuo o no, potrebbero essere le mie ultime partite e non voglio avere rimpianti. Ci siamo messi nelle condizioni di avere un'opportunità, vogliamo provare a coglierla. Abbiamo preso un punto sul Sudtirol, ci sono cinque partite e ce la giochiamo con serenità. So il percorso che stiamo facendo, vogliamo raggiungere il massimo, poi non so quale sarà il finale. Sono contento di quello che abbiamo raggiunto con Mirco, sono stati mesi complicati perché ho dovuto tralasciare la mia famiglia per le video lezioni. È stato un percorso lungo, ma sono contento».

Moreno Longo, tecnico del Como, commenta: «Sono arrabbiato, abbiamo fatto un primo tempo importante. L'errore è stato farli rientrare in partita a inizio del primo tempo. Il Bari con il goal si è acceso insieme allo stadio. Nonostante la pressione, il Bari non aveva creato granché ma è normale che in queste condizioni gli avversari possano trovare il goal. Quando subisci il 2-1 il ribaltamento psicologico fa cambiare l'inerzia. Avevo chiesto di lavorare per il terzo goal, ma non sempre le emozioni in campo possono essere gestite. Quando Morachioli si è aperto a sinistra è nato il goal dal suo cross, ma eravamo due contro due e non ci doveva essere pericolo. Abbiamo ristabilito la parità numerica sulle fasce, potevano trovare il goal soltanto con una palla messa dentro. Studiamo sempre l'avversario, nel primo tempo abbiamo cercato di togliere profondità al Bari per fargli fare più fatica con meno spazio. Morachioli e Botta nello stretto sanno lavorare meglio, Mignani giustamente li ha messi dentro perché non c'era lo spazio. In un altro momento, con una libertà diversa, l'avremmo vinta. Il Bari sullo 0-2 è tornato in campo come se non fosse successo niente, in un altro momento sarebbe stato più complicato. Nel calcio gli aspetti psicologici contano tantissimo. Guardiamo avanti, sappiamo benissimo che le nostre energie sono convogliate per la salvezza. Cosenza e Cittadella sono a 37 punti, non possiamo guardare in avanti. Saranno cinque finali, dobbiamo centrare al più presto il nostro primo obiettivo».
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